E.Como. Sulla assemblea del Sicobas

Sono contenta che l’assemblea del Sicobas di domenica scorsa sia andata bene. Condivido il documento che è stato approvato. Come area non c’eravamo, ne abbiamo discusso collettivamente tra di noi e abbiamo deciso così. Ciò non toglie che ci fossero alcuni compagni dell’area a titolo individuale e, credo, come militanti politici. Cosa normale, legittima e, per me, positiva.

È giusta l’idea di mettere insieme le lotte e guardo con interesse a questo percorso come a vari altri che si stanno determinando. Però alcuni aspetti non mi convincono. Da un lato, mi pare che questo sia un percorso più politico che sindacale. Dall’altro, se lo si intende come percorso sindacale, non mi è chiaro se alluda o meno, anche se non esplicitamente, a una sorta di nuova costituente del sindacato di base. In sé, la costituzione di un nuovo sindacato, anche essa legittima, sarebbe però contraddittoria e di per sé incompatibile con la nostra scelta dentro la Cgil. Ovviamente non lo è invece né la partecipazione a questa assemblea né al relativo percorso, né da un punto di vista sostanziale né statutario. Lo specifico, perché non voglio che mi si mettano in bocca parole non mie circa una ipotetica incompatibilità statutaria che, non solo non avrebbe ragioni formali di essere, ma, soprattutto, che nessuno ha sollevato. 

Aggiungo che l’unità delle lotte è bella e la dobbiamo perseguire. Ma prima dobbiamo farle le lotte. E per farle dobbiamo ricostruire i rapporti di forza e una dimensione di massa che oggi non c’è. Non ci sono scorciatoie su questo. È un processo lento, non basta convocare una bella assemblea o scrivere un bel documento, tanto meno autoproclamarsi avanguardia. 

Quindi, sono contenta che l’assemblea del Sicobas sia andata bene, questi compagni fanno nella logistica un lavoro importante e necessario. L’area continuerà a fare quello che facciamo sempre, all’interno della Cgil come in rapporto ai movimenti e alle varie forze sociali. Per me è molto importante, in questo momento, tentare di allargare il nostro consenso anche a quei delegati/e che, pur non essendo dell’area, sono sempre più delusi dalla linea della maggioranza e da quella promessa di cambiamento annunciata con il nuovo segretario generale a cui tanti, oggi delusi, avevano creduto. È un pezzo importante, anche questo, di quel lavoro di ricostruzione dei rapporti di forza di cui abbiamo bisogno. Cercheremo, come abbiamo sempre fatto, di fare fronte comune, a prescindere dalle sigle, nelle vertenze in cui siamo presenti. A cominciare dalla manifestazione di sabato 3 ottobre a Modena per gli operai di Italpizza (qui il nostro comunicato).

Il percorso e le sfide che abbiamo davanti sono tante e difficili. Non esiste una panacea o una formula magica. Vale la pena, credo, che si riconosca tutti e tutte, nel reciproco rispetto, l’importanza tanto quanto la parzialità dei vari percorsi, evitando visioni apocalittiche o definitive, che quasi mai aiutano nella costruzione di un reale e quotidiano lavoro di ricomposizione.

Eliana Como – portavoce nazionale di #RiconquistiamoTutto

(Radio onda d’urto mi ha intervistata su questo qualche giorno fa. Qui c’è l’audio della mia risposta: ascolta).

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