La Cgil e il NO al referendum. Il nostro ODG

Nella assemblea generale CGIL del 14 settembre a Roma, abbiamo presentato questo odg sul referendum sul taglio dei parlamentari, contrapposto a quello della segreteria nazionale su un punto ben preciso, cioè il fatto che la Cgil desse indicazione di votare NO invece che lasciare «libertà di voto».
Ci è stato chiesto di ritirarlo, ma lo abbiamo mantenuto, spiegando le ragioni per cui consideravamo giusto permettere al massimo organismo di votare una questione così importante. Si è quindi votato. Il segretario ha chiesto una sorta di «voto di fiducia» sull’odg della segreteria e, nonostante la discussione fosse stata articolata, con vari interventi a sostegno del NO al referendum, così alla fine è stato.
Segue il testo dell’ODG votato da 9 compagni/e e la dichiarazione di voto di Eliana Como. Lo stesso odg è stato votato e approvato lo stesso giorno al direttivo della Fiom di Parma.
Dichiarazione di Eliana Como (qui il video su FB)
Ho già ampiamente spiegato nel mio intervento le ragioni per cui ho presentato, con altri/e, questo odg e altrettanto perché non l’ho ritirato chiedendo che si potesse votare (vedi qui l’intervento). Trovo peraltro sbagliato che si chieda, come è stato esplicitamente fatto, di votare su un tema di natura costituzionale, chiedendo “senso di resposanibilità” rispetto a equilibri interni all’organizzazione e all’attuale maggioranza di governo.
Non ripeterò qui perché voterò NO e soprattutto perché penso che la Cgil dovrebbe avere la lungimiranza di schierarsi e invitare a votare NO, come hanno già fatto anche l’ANPI e l’ARCI e come, d’altro canto, abbiamo fatto nel 2016. Sapendo tutti/e che una presa di posizione della Cgil non metterebbe in discussione, naturalmente, la libertà di voto di ogni singolo dirigente e iscritto/a.
Aggiungo soltanto una cosa a quanto già detto. Immagino che non vi sarà sfuggito che questo odg è breve. E’ stato fatto così di proposito, non certo perché non avessimo argomenti anche noi per riempire due pagine. Lo abbiamo fatto così, perché il punto politico di differenza con l’odg della segreteria è chiaro, non servono tanti giri di parole: aldilà dell’analisi pressoché comune che facciamo sulle ragioni del NO, ci schieriamo o non ci schieriamo? Diamo indicazione di votare NO oppure non lo facciamo?
Perché non basta, come ho sentito, dire che tra le pieghe dell’odg della segreteria si capiscono lo stesso le ragioni del NO. E chiedo di votare l’odg di cui sono prima firmataria esattamente su questo punto: la necessità di schierarsi e dare indicazione di voto per il NO. E’ semplice, chiaro e non c’é altro intorno.
Lo dico perché su 1000 altre cose non siamo e non saremo d’accordo. A volte anche soltanto perché sono io a dirle. Ma qui non si discute di altro che di questo: diamo indicazione di votare NO?
Qualcuno ha detto che sarebbe d’accordo ma manca soltanto una settimana e quindi ormai è tardi. Certo, è vero, è tardi e questa discussione avremmo dovuto farla prima, quando la abbiamo chiesta. A questi compagni rispondo, però, che proprio perché manca una settimana e i sondaggi sono così variabili, la nostra posizione non è neutrale e può fare la differenza, come infatti lo stesso segretario riconosce che è stato nel referendum del 2016. E’ importante quello che dicidiamo qui e ora. Chiedo allora a chi condivide il pericolo che passi il sì e il taglio dei parlamentari venga approvato, di assumerci questa responsabilità e votare questo odg, indipendentemente da chi lo ha presentato.
ODG
Il 20 e 21 settembre si svolgerà il referendum costituzionale per il taglio del numero dei parlamentari. L’AG della Cgil si schiera per il NO al referendum, per impedire che la democrazia subisca una ulteriore radicale e negativa trasformazione. Riteniamo infatti che la riduzione dei parlamentari possa introdurre una nuova torsione maggioritaria ed autoritaria del paese, riducendo ulteriormente la rappresentanza sociale e quella di diversi territori, colpendo in particolare il lavoro e le classi subalterne. La riduzione del numero dei parlamentari infatti non ridurrebbe corruzione e malapolitica, ma gli spazi di pluralismo politico, sociale, territoriale, di genere e anagrafico. Invece della riduzione dei costi si realizzerebbe un ulteriore accentramento dei processi di decisione politica, una riduzione della trasparenza, un’ulteriore compressione per l’azione e la rappresentanza del lavoro. Per queste ragioni, la Cgil si impegna in una campagna di informazione capillare, di invito alla partecipazione e al voto NO.
Eliana Como, Adriano Sgrò, Serafino Biondo, Aurora Bulla, Saverio Cipriano, Savina Ragno, Luca Scacchi, Micol Tuzi

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