Piacenza. Solidarietà ai sindacalisti arrestati.
Comunicato nazionale RiconquistiamoTutto!
Associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio: sarebbero tutti reati commessi da migliaia di lavoratori durante sette anni di scioperi nella logistica a Piacenza. Già il catalogo dei capi d’imputazione che hanno portato all’arresto di alcuni delegati e sindacalisti di SiCobas e Usb ci fanno pensare a un teorema, a un castello accusatorio tanto ridicolo, quanto gravissimo. Secondo la procura i lavoratori avrebbero incrociato le braccia «con motivazioni pretestuose e con intenti ‘estorsivi’, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale».
Per certi versi non ci stupisce che, dopo trent’anni di concertazione e moderazione la sola idea di rivendicare salario e diritti appaia eversiva a chi ha il compito di cristallizzare i rapporti di forza con gli strumenti della legalità. La repressione contro i lavoratori che lottano è l’altra faccia della concertazione… con altri mezzi anche grazie al quadro normativo scaturito dai decreti Minniti e Salvini contro la libertà di movimento e il conflitto sociale.
E’ un teorema lungimirante, quello di Piacenza, perché non solo vuole castigare settori radicali per le lotte degli anni passati ma guarda al futuro, a quell’autunno che in molti dicono che potrebbe essere rovente per l’irruzione della disperazione sociale nelle piazze.
Ancora non conosciamo tutti i dettagli di quel castello accusatorio ma non abbiamo dubbi:
siamo dalla parte di chi è stato arrestato, solidali con le sigle del sindacalismo di classe.
Quando si attacca chi lotta. si attacca tutto il sindacato!
RiconquistiamoTutto!
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