Ma la Cgil in autunno da che parte starà? Draghi vada a casa!
Eliana Como: Il rimpianto, o comunque il problema, è che non sia caduto a suon di scioperi e mobilitazioni
Solo sei giorni fa il segretario generale della Cgil avvertiva che in autunno l’Italia sarebbe esplosa, poi cade il Governo Draghi e dice che non è il momento di indebolire il Paese e bloccare le riforme. Con il segretario dei pensionati SPI Cgil che rincara la dose: «la Cgil sta con Draghi», bisogna essere responsabili per non spianare la strada a un Governo Meloni.
Ma quali riforme avrebbe fatto questo Governo per il lavoro! Il disagio delle persone, la condizione di chi lavora, l’impoverimento dei salari sono talmente palesi che perfino grandi compagnie di assicurazioni offrono polizze contro tumulti di piazza in autunno! E la Cgil, anzi la sua maggioranza, che fa? Si candida a fare la stampella di Draghi fino alle elezioni, rinunciando, in meno di 6 giorni, a fare esplodere il paese.
È proprio così, con la solita argomentazione del «meno peggio», che si consegna il disagio sociale, prodotto da questo Governo, alla finta opposizione di Meloni, dimenticando che la destra estrema è già al Governo con la Lega di Salvini.
Draghi vada a casa! Il rimpianto, o comunque il problema, è che non sia caduto a suon di scioperi e mobilitazioni della Cgil.
In primavera ce lo avremo comunque il governo delle destre, se la Cgil continua a rinunciare al proprio ruolo di opposizione sociale.
Al paese non serve la responsabilità del sindacato. Serve invece più radicalità per dare senso e direzione al conflitto sociale, per unire le lotte, per chiudere ogni spazio agli incantantori di serpenti del populismo e del sovranismo.
E’ questa urgenza di radicalità che ci ha convinti a scrivere il documento alternativo per il congresso Cgil e che abbiamo chiamato, appunto, Le radici del sindacato. Oggi, queste ragioni sono più vive che mai. In autunno, lo saranno ancora di più.
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