A fianco di USB. Le uniche armi del sindacato sono le lotte sociali.
In queste ore la Confederazione sindacale USB ha dato notizia della perquisizione che sta avvenendo presso la propria sede nazionale da parte dei carabinieri. Cosa ancor più grave, la perquisizione sembrerebbe stia avvenendo secondo l’art. 4 della legge 152/1975, cioè senza l’autorizzazione di un magistrato ma per autonoma scelta delle forze dell’ordine, per “accertare l’eventuale possesso di armi, esplosivi e strumenti di effrazione, di persone il cui atteggiamento o la cui presenza, in relazione a specifiche e concrete circostanze di luogo e di tempo non appaiono giustificabili”.
E’ gravissimo che sia perquisita una sede sindacale, lo è ancor di più che questo avvenga per autonoma iniziativa di un reparto dell’esercito con compiti di forza pubblica, con una scusa francamente risibile se non grottesca. Proprio in queste settimane, mentre l’Italia sta inviando armi in Ucraina e decidendo un nuovo riarmo accelerato, in un clima bastardo di mobilitazione nazionale, non può rimanere senza risposta la scelta di una struttura dell’esercito nei confronti di un sindacato schierato contro la guerra.
Tutto questo, oltretutto, sta avvenendo proprio mentre più di tre milioni di lavoratori e lavoratrici del pubblico impiego stanno votando per le elezioni delle proprie rappresentanze sindacali, in questi tre giorni, in queste ore, dove in molte realtà sono state presentate proprio liste dell’USB.
La libertà sindacale non può esser messa in discussione: deve esser difesa, con forza e determinazione, da tutte e tutti, in primo luogo da tutte le organizzazioni sindacali. Per questo, proprio in queste ore, esprimiamo la nostra massima solidarietà a USB e chiediamo l’immediato intervento della CGIL, del Governo, del Parlamento e di tutte le forze politiche contro questo abuso.
Se colpiscono uno, colpiscono tutti/e.
#RiconquistiamoTutto
area programmatica della CGIL
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