Ccnl vigilanza. Il più povero, scaduto da 6 anni

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di un gruppo di delegati Filcams del settore vigilanza privata che fa il punto sulla loro difficile situazione contrattuale.


Care/i compagne/i,

sono ormai trascorsi ben 73 lunghi mesi dalla scadenza del rinnovo del CCNL della Vigilanza e dei Servizi Fiduciari e sarebbe il caso, visto che siamo a ridosso di una possibile fumata bianca, di fare il punto della situazione.

E’ bene ricordare che stiamo parlando del CCNL più povero d’Italia con una paga base che, per quanto riguarda i lavoratori dei Servizi Fiduciari, è sotto la soglia di povertà (797 € lorde come salario di ingresso) e considerata da diversi Tribunali, incostituzionale.

A distanza di anni e tirando le somme, abbiamo tutti gli elementi a disposizione per poter stabilire se questo CCNL sia stato un bene o un male per entrambi le figure. 

L’intero comparto, con l’ingresso della figura del fiduciario all’interno al vecchio CCNL della Vigilanza, ha subito delle alterazioni che si sono rivelate lesive per i tutti i lavoratori, ed in particolare per le Guardie Particolari Giurate, che hanno visto ridursi una fetta di mercato molto importante.

La transizione contrattuale dei fiduciari dal CCNL “Portieri e Custodi” e “Multiservizi” a quello della “Vigilanza Privata”, ha configurato un’operazione che mirava principalmente ad abbattere il costo del lavoro all’interno della Filiera della Sicurezza facendoleva su diversi fattori:• i bassi salari;• l’aumento considerevole del volume dell’offerta di lavoroall’interno della categoria;• la non sindacalizzazione della nuova figura e quindi la debolezza organizzativa che ne è conseguita;• una normativa relativa agli Operatori Fiduciari poco definita emal regolamentata ( 18 pagine totali su 120) che ha dato adito all’enorme fraintendimento sul tema delle mansioni ed ha fornito l’assist alle aziende per usare, a parità di mansioni, una manodopera a minor costo.

Un operazione istituzionale di dumping contrattuale a tutti gli effetti, sia normativa che salariale. A questo va aggiunto, a sua volta, una speculazione contrattuale di tutte le altre sigle sindacali ( Uil, Ugl, Cisal, Confsal ) che a loro volta hanno innalzato a 5/6 i CCNL di categoria. Un dumping nel dumping che, a distanza di anni e senza colpo ferire, costituisce l’ammasso di macerie in cui ora ci ritroviamo.

Detto ciò, abbiamo altre riserve da dover sollevare. Nella fattispecie una critica più di metodo che di merito, che vogliamo far presente alla nostra Segreteria Nazionale. 

Dall’ultimo comunicato del 14 gennaio, si evince che negli incontri del 12 e 13 gennaio l’esito della trattativa abbia subito una dura frenata tradendo tutte le aspettative che erano state riservate per quelle  due date. Ci si aspettava una chiusura sulla parte economica che non è avvenuta a causa di ulteriori pretese da parte delle Associazioni Datoriali rinviando al giorno 21, comeultima chance per rendere possibile una conclusione della trattativa.

A quanto si legge il 21 costituisce una giornata che potrebbe segnare nel breve le sorti di questo CCNL. Ma in tutto ciò, in tutte queste riunioni ristrette gestite dalle segreterie nazionali, i lavoratori e le Rsa di categoria cosa realmente conoscono? Di questa bozza di Rinnovo oramai in dirittura d’arrivo, la base della  categoria è a conoscenza di quali siano state le decisioni prese nel concreto da parte dei nostri dirigenti sindacali? La risposta purtroppo la conosciamo tutti, ma è bene che venga detta per una questione di onestà e per esprimere la nostra contrarietà in termini sindacali e politici.

Di tutte le tematiche che sono state affrontate, (classificazione unica, salario, flessibilità, cambio di appalto, contrattazione di secondo livello) nessuna di queste è mai stata realmente elaborata dalla base e sottoposta al giudizio dei lavoratori. La piattaforma del 2016, oramai caduta in prescrizione, come più volte abbiamo espresso era un documento spoglio nei contenuti soprattutto nella sezione fiduciari, in cui non esistevano riferimenti concreti su nessuna delle questioni di rilievo.

Tutta la trattativa è stata gestita tramite incontri al vertice tra sindacati e Associazioni Datoriali, tutti gli attivi che sono stati convocati non hanno mai costituito dei momenti deliberanti da parte dei lavoratori ma sempre e solo dei stralci di sfogo per esprimere la propria frustrazione e la propria impotenza dinanzi a qualcosa che veniva deciso altrove. 

A più riprese i lavoratori avevano richiesto la convocazione di una delegazione trattante all’interno delle ristrette che si tenevano in materia di Rinnovo, ma nessuna proposta si è mai palesata verso i lavoratori da parte delle Segreterie.

Riprendendo l’ultima email che abbiamo posto alla vostra attenzione (25 novembre), in cui esprimevamo tutte le nostre perplessità rispetto a questo rinnovo e nello specifico alle proposte avanzate dalle Associazioni Datoriali in tema di flessibilità, ci teniamo a ribadire quanto già espresso.

Ciò che ci veniva propinato da parte delle Associazioni Datoriali ,a quanto ci avete riferito nel protocollo del 12 novembre, era una modifica consistente sul tema del mercato del lavoro. Nel dettaglio si chiedeva di aumentare le percentuali di ricorso al contratto a termine, di ridurre il limite dell’orario settimanale del part time , di inserire il lavoro intermittente e infine di introdurre sistemi flessibili riguardo all’orario di lavoro. 

Per la nostra categoria questo significherebbe un collasso sotto tutti i punti di vista. In sostanza equivarrebbe a garantire minore agibilità e forza sindacale alle Rsa, mentre le controparti si ritroverebbero in mano maggiori tutele sia in termini sindacali( maggiore flessibilità significa maggiore ricatto) sia per quanto riguarda una declaratoria contrattuale che, se non accompagnata da un cospicuo aumento salariale e da una netta condizione a favore dei fiduciari che agisca da discriminante sulle mansioni di interesse del personale decretato, comporterebbe un ulteriore abbattimento del costo del lavoro per l’intero settore. 

Riteniamo dunque dopo un attenta e approfondita analisi svolta da noi delegati e lavoratori durante varie assemblee, che la modalità con cui questa trattativa è stata portata avanti non rappresenti la base della  categoria e che questa, in ultima istanza, debba tornare ad essere il centro gravidazionale di tutta la vita sindacale. I lavoratori sono il futuro di questo paese, le loro braccia , i loro nervi, la loro intelligenza deve essere la forza trainante di un’organizzazione sindacale che voglia essere realmente rappresentativa del mondo del lavoro.

Baldo Lorenzo Rsa Sicuritalia Servizi Fiduciari

Alessandro Abramo Rsa Sicuritalia Servizi Fiduciari

Debora Sellarione Rsa Sicuritalia Servizi Fiduciari

Daniele Firetto Rsa Sicuritalia Servizi Fiduciari

Paolo Vignali Rsa Sicuritalia Servizi Fiduciari

Stefano Bracone Rls Sicuritalia Servizi Fiduciari

Mike Vescio Comitati iscritti Rsa Sicuritalia Servizi Fiduciari

Emanuele Sequi Rsa Rls Rondaservice

Martina Loprieno Rsa Rondaservice

Carlo Serafini Rsa Security Service

Edvid Mario Vorano Rsa ISSV Puma

Claudio Tichetti Rsa  Verisure

Maurizio Ciulla Comitato iscritti Verisure

Romano Morgia Italpol

Claudio Franchitti Rsa Sistemi di Sicurezza 

Ciro Capuani Rsa Angel Sat

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