ENI Livorno. Una minaccia per tutti/e!

quistiamo tutto. Area di opposizione in CGIL

L’esplosione dell’impianto denominato “F2 hot oil”, quello che trasforma il greggio in olio per motori, è avvenuta alle 14.04 del 30 novembre nello Stabilimento ENI, e ha riacceso i riflettori su questa raffineria vecchia ed obsoleta situata in pieno centro abitato di Stagno e in parte ricadente nel comune di Livorno. Come area sindacale di opposizione “Riconquistiamo tutto” non ci soffermeremo su ipotesi e speculazioni varie circa le cause per le quali è stata aperta un’inchiesta della magistratura, nè ci uniremo al coro di chi ha enfatizzato il successo del piano di emergenza e sicurezza e il pronto intervento della Protezione Civile, tanto meno ricorderemo la pura casualità che ha fatto si che nessun cittadino né lavoratore rimanesse ferito o ucciso nell’esplosione. Andando dritti al punto vogliamo evidenziare, invece, che questo è il terzo incidente grave in due anni in quell’impianto, che gli effetti nocivi dell’inquinamento sulla salute dei cittadini di Stagno e dei quartieri nord di Livorno sono ben noti e documentati dal rapporto Sentieri e dagli studi di Medicina Democratica ( il Registro Tumori recentemente richiesto in Consiglio Comunale con mozione da forze politiche di opposizione risulta ancora non pervenuto), che non basta confidare nel vento favorevole per disperdere le sostanze inquinanti e che è un illusione chiudere le finestre sperando che questo ci protegga nel caso di incidenti in uno dei siti in più inquinati d’Italia dove le bonifiche sono solo promesse e neanche inserite nel P.N.R.R. In questo scenario assurdo il ricatto occupazionale ce lo aspettavamo, lo avevamo messo nel conto, ma da parte di ENI. Le segreterie territoriali CGIL CISL e UIL a qualche giorno dall’incendio, hanno diffuso un comunicato in cui, dopo avere doverosamente apprezzato il comportamento del personale cui noi aggiungeremmo anche quello dei lavoratori dei vigili del fuoco, afferma sorprendentemente che la Raffineria sarebbe una realtà sicura, efficiente, all’avanguardia che andrebbe solo “confermata” in questa sua presunta eccellenza. Neanche davanti alle macerie fumanti dell’impianto si prende atto del fatto che la realtà è invece del tutto contraria alla sicurezza, all’efficienza e a una tecnologia d’avanguardia. Il nostro dubbio è che, ancora una volta, si sia ceduto al ricatto occupazionale dell’azienda che vorrebbe obbligarci a scegliere fra salute e sicurezza da una parte e posti di lavoro dall’altra e, per il resto, affidarsi alla benevolenza di Eolo perché mandi venti propizi.Non possiamo che manifestare il nostro disappunto e la totale contrarietà della nostra area di opposizione “Riconquistiamo tutto” a questa semplificazione e banalizzazione dei fatti accaduti che sono solo la punta dell’iceberg del problema che coinvolge aspetti sicuramente non trascurabili come l’ambiente, la salute pubblica, la sicurezza sui luoghi di lavoro e l’occupazione. Queste fondamentali esigenze dei cittadini e dei lavoratori devono convivere in armonia l’una con altra e non essere ordinate in un’assurda ricerca di priorità in nome del profitto. E questo vale anche e soprattutto in vista delle future proposte per la riconversione dello stabilimento ENI. Voci non ufficiali ventilano progetti di Bio-Raffineria e di gassificatore di rifiuti per la produzione di idrogeno che aprirebbero scenari inquietanti. Sarebbe allora opportuno conoscere i piani industriali di ENI e su questi coinvolgere i comitati ambientali, la popolazione e i sindacati che insieme controllino che le soluzioni adottate siano veramente tali da garantire sia l’ambiente che l’occupazione. Tutto il resto è solo bla bla bla come dice Greta Thunberg.

Livorno 6 dicembre 2021

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