Uno sciopero per il diritto alla salute e all’istruzione.
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Come #Riconquistiamotutto, area programmatica congressuale della CGIL, abbiamo già espresso le nostre valutazioni generali sull’importanza di arrivare oggi ad uno sciopero generale di tutto il lavoro contro le politiche del governo Draghi, l’inconcludenza dell’attuale linea della CGIL, l’utilità che lo sciopero generale indetto il prossimo 11 ottobre (per la prima volta da molti anni) dall’insieme del sindacalismo di base [Adl Cobas, Confederazione Cobas, Cobas scuola Sardegna, CUB, SGB, SiCobas, Sial Cobas, Slai Cobas, USB, USI, USI-CIT e ORSA], indetto sulla base di una piattaforma generale largamente condivisibile, veda tanti e tante nelle piazze e in sciopero. In questa dinamica, in ogni caso, la condizione della scuola assume un significato particolare e specifico: da una parte per l’impatto che la pandemia ha avuto su di essa [il lockdown, la DaD, le quarantene e gli isolamenti con le sue interruzioni, la stravolgimento di due anni scolastici con le evidenti conseguenze sulla salute e lo sviluppo degli studenti, con la crescita marcata di sperequazioni e disuguaglianze]; dall’altra per le scelte concrete e le politiche perseguite dal governo, quello Draghi come quelli Conte [il mancato intervento con le risorse necessarie per aumentare gli organici e smezzare le classe, l’assenza di reali tracciamenti e tamponi a tappeto, la politica di Azzolina su precari e concorsi, le promesse di Bianchi e la riapertura addirittura con la revisione del metro statico di distanza tra rime buccali].
Uno sciopero della scuola è oggi indispensabile, oggi dopo la riapertura dell’anno scolastico in queste condizioni e prima della definizione della nuova Legge di Bilancio, oggi che si sta mettendo a terra il PNRR e sta iniziando la trattativa per il rinnovo dei contratti pubblici (già aperti i tavoli all’Aran per le funzioni centrali e la sanità), per provare realmente ad incidere e cambiare le cose. Da mesi chiediamo negli organismi FLC e nel dibattito più generale l’indizione della mobilitazione e dello sciopero: lo abbiamo pensato in primo luogo in occasione del primo giorno di ripresa delle lezioni [in particolare, dopo che il Ministero ha rivisto unilateralmente e di fatto stracciato gli accordi sulla sicurezza di agosto], lo abbiamo rivendicato almeno entro la fine del mese di settembre. Il direttivo nazionale della FLC ha sì deciso, di fronte all’insieme dei problemi su sicurezza, precariato, organici e contratti di dare mandato alla segreteria per l’indizione di uno sciopero, senza però indicare una data ed un percorso definito [se arriverà, primo o poi, questa mobilitazione rischierà di arrivare troppo tardi: quando modalità e scelte sulla gestione dell’anno scolastico si saranno oramai consolidate nella prassi; quando la dinamica parlamentare e politica avrà comunque definito impianti che non si potranno più rivedere]. Per questo abbiamo votato contro questa scelta.
Per questo, di fronte all’unica reale iniziativa di sciopero al momento prevista per l’autunno, tanto più per la scuola ci auguriamo che i cortei e l’adesione allo sciopero del prossimo 11 ottobre raccolgano la partecipazione di tanti e di tante: RSU e delegati di ogni sindacato, docenti e personale ATA, studenti e studentesse. Sia cioè questo il segnale più forte possibile dell’apertura di una nuova stagione, come le strade e le piazze di Firenze dello scorso 18 settembre, che hanno visto la manifestazione di #insorgiamo promossa dal Collettivo di fabbrica e da lavoratori/lavoratrici di GKN: un segnale in primo luogo all’insieme del lavoro, per riattivare una nuova conflittuale sociale diffusa; un segnale al governo ed a tutte le forze sociali e politiche, sullo sviluppo di una nuova opposizione di massa del lavoro. Come area #riconquistiamotutto nella FLC, in ogni caso, ci impegneremo per sostenere e riprendere quel segnale, facendo crescere e sviluppare la mobilitazione nella nostra categoria, in tutte le scuole, università e strutture della conoscenza di questo paese.
#RiconquistiamoTutto nella FLC


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