Il “PIANO ESTATE” della scuola: un piano sbagliato e propagandistico

da contestare apertamente nei Collegi Docenti che saranno chiamati ad approvarlo

 Il “PIANO ESTATE” della scuola: un piano sbagliato e propagandistico

L’intervento di 510 milioni di euro del governo Draghi per sviluppare percorsi estivi ponte, oltre che essere rivolto in realtà ad un numero limitato di studenti, ibrida in maniera insensata il tempo scuola con le necessità di recupero della socializzazione determinate dalla pandemia, aprendo pure ai soggetti privati. Il vero recupero degli apprendimenti non si realizza nel corso dell’estate, ma con un ritorno in presenza e sicurezza dal prossimo anno scolastico, riducendo il numero di studenti per classe, attraverso l’aumento di organici e spazi. E’ lì che vanno investite le risorse!!

Nelle prossime settimane si concluderà un anno scolastico difficile, complesso, spesso discontinuo, come la seconda parte di quello scorso segnato dall’emergenza sanitaria del covid19. La pandemia ha infatti stravolto il mondo della scuola, costringendo ad adottare misure di distanziamento e precauzione sanitaria che hanno profondamente inciso sugli ambienti di apprendimento e socializzazione che la caratterizzano. Sin dalla scorsa primavera abbiamo in particolare segnalato i limiti della didattica a distanza, che non solo divarica diseguaglianze e differenze sociali (con le difficoltà di connessione e i diversi contesti famigliari di supporto), ma in ogni caso comprime sensibilmente le dinamiche relazioni e interattive (verbali, non verbali e contestuali), che definiscono lo spazio della scuola. In questo quadro già oggettivamente complesso, nel corso di questa pandemia abbiamo dovuto anche confrontarci con una gestione inadeguata da parte dei due governi che si sono succeduti: misure di precauzione confuse, tardive e insufficienti (basti pensare al parametro di affollamento dei mezzi pubblici, il metro statico tra rime buccali, l’assenza di dispositivi di ventilazione, le mascherine ridicole distribuite nelle scuole, la farsa dei banchi a rotelle su cui sono stati concentrati decine di milioni di euro); la conferma per ragioni ideologiche del precariato strutturale (oltre 200mila insegnanti), evitando un concorso semplificato per titoli e servizi, ed anzi l’aggravamento del problema per la scelta di aggiornare le GPS; il rifiuto di aumentare strutturalmente l’organico docente e ATA (smezzando le classi, come suggerito nel corso della scorsa estate da più di un esperto); l’inserimento di un organico straordinario covid ridotto (meno del 7% del personale complessivo), iper precario e a lungo senza alcuna tutela; l’assenza di ogni promesso presidio sanitario negli istituti e di ogni serio sistema di tracciamento dei positivi; la riproposizione parossistica di una politica di annunci propagandistici senza fondamento (a settembre si riapre senza problemi; la didattica a distanza sarà solo integrativa; tracceremo i positivi e si prosegue comunque; riapriremo a gennaio; proseguiremo l’anno scolastico sino alla fine di giugno, ecc). Una politica di Azzolina tanto quanto di Bianchi, di Conte tanto quanto di Draghi: infatti, ancora oggi, i protocolli di sicurezza nelle scuole sono gli stessi di un anno fa, i DPI sono gli stessi, gli organici di fatto e di diritto sono confermati (quello covid ancora non si sa), i precari attendono ancora di capire se e come saranno stabilizzati (mentre i buchi dell’organico, con i pensionamenti, crescono di anno in anno). In alcune realtà addirittura, la conferma complessiva dell’organico si traduce in una sua riduzione (visto che è la somma che fa il totale, come direbbe Totò), con la previsione di un aumento di studenti per classe in alcune scuole (abbiamo pubblicato sul nostro sito l’esempio di Torino).

In questo contesto, il 27 aprile 2021 il Ministero dell’Istruzione ha presentato un “Piano estate” da attuarsi a partire dall’estate 2021 ed oltre. Un piano che apparentemente vede impegnate risorse importanti (circa 510 milioni di euro), ma che ci pare sbagliato nei tempi, nelle modalità e negli obiettivi. Siamo ben consapevoli, stando nelle scuole e lavorando con studenti e studentesse, il peso che ognuno di essi ha subito in questi due ultimi anni scolastici, che si scarica in particolari su quelli più fragili individualmente e socialmente, sui più piccoli e in particolare su quelli che in questi anni hanno vissuto, o dovranno vivere, il passaggio delicato tra un ciclo scolastico ed un altro (da sempre il periodo più delicato per ritardi e dispersioni). Come siamo consapevoli del drammatico (drammatico) impatto che la pandemia ha avuto sulla vita relazionale e sullo sviluppo di giovani e giovanissimi, ampliando enormemente il disagio e il malessere di età e passaggi evolutivi che nella società contemporanea sono comunque difficili e che spesso pretendono costi di salute significativi.

Proprio per questo riteniamo che si sarebbe potuto, e dovuto, dedicare l’estate (con i suoi climi, i suoi tempi e i suoi spazi) ad un esteso piano di reale recupero di spazi di socializzazione e di crescita, con un uso organizzato e supportato del tempo libero, con il supporto ed il coinvolgimento diretto non solo di animatori, educatori e artisti, ma anche dei saperi professionali adeguati (come psicologi, medici e pedagogisti). Un grande piano di sviluppo di centri estivi integrati, gratuiti, diffusi sull’intero territorio nazionale e rivolti all’insieme della nostra popolazione giovanile, in cui valorizzare e usare competenze e professionalità che proprio in questi mesi di pandemia sono state colpite e sacrificate. Non solo non avremmo avuto nulla da ridire se un simile intervento fosse stato definito, anche usando le strutture della scuola (come gli spazi naturali e quelli culturali delle nostre città e dei nostri territori), ma lo avremmo salutato come importante, da sindacalisti e da lavoratori e lavoratrici della scuola.

Il Piano estate, però, non è questo. Al contrario, è il tentativo confuso e pasticciato di dirottare risorse europee (350 milioni di euro del PON), con vincoli e parametri complessi, in un’indebita proiezione del tempo e dello spazio scolastico, in cui emergono evidenti criticità, oltre che un uso tendenzioso di questo strumento, in accordo con le idee del Ministro Bianchi e qualche vago progetto del PNRR, per diluire la scuola attraverso l’abbattimento del confine tra attività formali e informali, pubbliche e private, con componenti culturali e sociali, interne ed esterne agli istituti. In questo modo la scuola verrebbe, neanche poi tanto lentamente, trasformata in un centro di animazione. Ora è evidente a tutti che c’è una pregnante esigenza di welfare che sostenga le famiglie in questi mesi estivi, ma non può essere la scuola pubblica statale a pagarne il prezzo.

 Per questo sottolineiamo in particolare alcune criticità del piano estate:

  • si prevede che la scuola (i collegi docenti e gli istituti) si faccia carico di programmare e gestire, in uno spazio scolastico e sotto il controllo delle istituzioni scolastiche, non solo di percorsi di recupero e apprendimento, ma anche di attività ludico-ricreative, se non di un vero e proprio baby-sitting, che hanno altre finalità: l’organizzazione scolastica, cioè, viene investita non solo di compiti formativi e educativi, ma di altre domande sociali di carattere culturale, ricreativo e di socializzazione;
  • lo spazio della scuola, conseguentemente, viene riempito anche da altre istituzioni sociali, prevendendo che nel corso del Piano Estate le attività siano portate avanti, sullo stesso piano, da docenti, personale scolastico, associazioni e cooperative private, personale non educante, gettando le basi per un ingresso dei privati nella gestione delle attività scolastiche;
  • si richiede ad istituzioni scolastiche e collegi docenti di approvare parti consistenti del Piano Estate in tempi ristrettissimi, con attività sottoposte anche ai parametri della complessa normativa PON, sottoponendo gli organi collegiali ad un iper-lavoro proprio in queste difficile settimanali di conclusione dell’anno scolastico, con scadenze che ostacolano una reale consapevolezza delle scelte effettuate e in ogni caso rendendo complessa la stessa adesione e realizzabilità dell’iniziativa;
  • in ogni caso, il Piano Estate comporta un notevole carico gestionale e amministrativo per il personale ATA (assistenti amministrativi e collaboratori scolastici), da anni in stato di sofferenza per i buchi di organico e l’alta incidenza del personale precario, e su cui quindi si scaricano come al solito i problemi e le contraddizioni del sistema;
  • alla luce delle ipotesi di allungamento strutturale delle attività scolastiche nel corso dell’estate e di apertura della scuola alle comunità e ad altre agenzie territoriali, pubbliche e private,  il Piano Estate segna, se ampiamente realizzato, un precedente che potrebbe essere replicato nei prossimi anni scolastici, adottando soluzioni peggiorative rispetto all’impiego del personale della scuola (cui potrebbe essere imposto di lavorare in estate senza compensi aggiuntivi) e al coinvolgimento dei privati;
  • la scuola, in ogni caso, attende ancora (sinora vanamente) reali risorse per interventi utili a garantire lezioni in presenza e in sicurezza a partire dall’AS 2021-2022, migliorando processi di apprendimento e percorsi di socializzazione a partire da una radicale diminuzione degli studenti per classe e della grandezza degli istituti scolastici (aumentando gli organici e intervento sugli edifici).

Il Piano Estate deve essere approvato nel Collegio Docenti con una votazione da parte del corpo docente, che sarà chiamato a discutere proprio in questi giorni.

Centinaia e centinaia di scuole stanno rigettando questo progetto, dimostrando una resistenza che riemerge con chiarezza. È importante che gli insegnanti intervengano per esprimere tutta la loro contrarietà al Piano chiedendo invece investimenti per la Scuola Pubblica dal prossimo anno scolastico e respingendone la logica di fondo volta a permettere l’ingresso dei privati nella scuola, a confondere attività educativa e ludico-ricreativa e a creare le basi per un allungamento dell’attività didattica in estate.

RiconquistiamoTutto nella FLC

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