Sulla sicurezza: sciopero generale subito. Anche senza Cisl e Uil.

Eliana Como, intervento alla Assemblea Generale CGIL 10/05/21

1. Sulla sicurezza sui posti di lavoro, penso che ognuna delle iniziative che sono state proposte sia utile, anche l’assemblea online degli rls, le assemblee nei posti di lavoro, le iniziative nella settimana del 20 maggio. Tutto va bene. Ma il punto è dire con chiarezza che lanciamo, subito, una grande iniziativa di mobilitazione per arrivare, il prima possibile, a convocare lo sciopero generale, con o senza CISL UIL (mi auguro più di “qualche ora”, come è stato detto nell’intervento che mi ha preceduto).

Non abbiamo tempo da perdere. Ne abbiamo già perso fin troppo. È stato un errore non aver lanciato subito una prima iniziativa di sciopero il 7 maggio, in coincidenza con quanto avvenuto a Prato.

A me fa rabbia, tanta rabbia, che si sia parlato della morte di Luana, solo perché stampa, tv e social hanno trovato questa notizia più “telegenica” delle altre, avvolte invece quotidianamente dal silenzio e dall’indifferenza. Mi fa rabbia, perché probabilmente si è parlato di lei perché era giovane, bella e mamma, circostanza su cui si è insistito veramente troppo.

Ma mi fa ancora più rabbia che non è mica vero che ovunque accade una morte sul lavoro si convoca lo sciopero sul territorio. A volte si fa, altre no. E non accade sempre che il sindacato si costituisca parte civile nei processi, come dovrebbe invece accadere.

Quindi bene qualsiasi iniziativa, ma sapendo che siamo già in colpevole ritardo e i tempi non sono neutrali su questo. Se per qualche ragione, Luana è stata la goccia che fa traboccare il vaso, possiamo anche chiederci perché siamo arrivati all’orlo senza che accadesse niente, ma soprattutto dobbiamo avere ora, finalmente, la forza di rovesciare il vaso intero. Subito, perché a breve, purtroppo, non si parlerà più nemmeno di lei.

Sono importanti i tempi, ma anche i contenuti della mobilitazione. Il tema della formazione è importante, certo, non voglio banalizzare, ne va fatta di più e meglio, ma non è centrale. Il tema vero è la mancanza di investimenti e di controlli, il mancato controllo delle misure di sicurezza, i tagli dei servizi ispettivi, la precarietà e la crescente ricattabilità. Ma anche la destrutturazione di interi settori, come il tessile, che ha subito decenni di de-industrializzazione, frammentazione, precarizzazione e dove, nella catena degli appalti e dei subappalti, i salari sono sempre più bassi e le condizioni di lavoro e di sicurezza sempre peggiori, soprattutto per donne e migranti.

Quindi, più che invocare più formazione, dovremmo rivendicare questo e rigettare l’idea che le morti sul lavoro siano “incidenti”, “errori”, “distrazioni”. Non lo sono mai. In uno degli otto paesi più industrializzati del mondo, non dovrebbe accadere di morire sul posto di lavoro stritolati da una macchina, nemmeno se, per assurdo, si decidesse di suicidarsi. Intendo dire che il livello di tecnologia è tale che la macchina dovrebbe fermarsi anche se si decidesse di buttarticisi dentro volontariamente.

2. Veniamo al 1 maggio. A me più che Fedez (per il quale, per inciso, non ho alcuna simpatia, ma penso che abbia detto cose giuste), mi ha preoccupato e indignato la scelta della sponsorizzazione di ENI, totalmente incompatibile secondo me con quello che dovrebbe essere lo spirito di quella iniziativa.

Rispetto a Fedez, il problema non credo sia cosa lui ha detto, ma il fatto che sia sentito solo quello che lui ha detto, perché il resto non c’era. Mi ha fatto arrabbiare il segretario della UIL quando, in conclusione della iniziativa online sulle pensioni della scorsa settimana, ha criticato Fedez perché “ha usato il nostro spazio per parlare di altro”. Primo, parlare, come ha fatto, delle condizioni di lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici del mondo dello spettacolo non è “parlare di altro”. Come non lo è, parlare del DDL Zan. È grave che si dica questo, cioè che i diritti civili siano “altro” da quelli sociali e economici e non sia giusto parlarne al concerto del 1 maggio. Chi lo dice, secondo me, non vuole ammettere che in realtà è un po’ omofobo e quindi non è d’accordo con il DDL Zan, ma non ha il coraggio di ammetterlo pubblicamente.

Il problema poi non è Fedez, ma il fatto che lo spazio che lui ha riempito era vuoto. Lasciato colpevolmente vuoto. A proposito di sicurezza, perché non si è parlato del fatto che il giorno prima, il 29 aprile, erano morti cinque lavoratori sul posto di lavoro. CINQUE! Uno di loro aveva 23 anni!

E poi, in merito al chiarimento che il segretario ha fatto nell’introduzione, cioè che la telefonata di Fedez l’ha avuta alle 23 e non alle 3 di notte. Perdonatemi ma a me non interessa niente a che ora lo abbia chiamato. Mi interessa molto di più – cosa che non ho capito dal chiarimento fatto – chi gli avrebbe detto cosa era opportuno dire e cosa no. Al netto della nostra ovvia difesa al diritto di esprimere le proprie opinioni, il concerto del 1 maggio non è Sanremo. Chi decide chi parla e cosa è opportuno o meno che dica. La Rai? Ma il concerto del 1 maggio è di Cgil Cisl Uil, non della Rai. Allora, davvero, io vorrei sapere chi decide chi canta, chi parla, cosa dice e soprattutto chi ha deciso la sponsorizzazione di ENI. Questo mi pare il punto da chiarire.

3. Ultimo tema, il PNRR del Governo. Ci sono risorse enormi in campo, è un dato di fatto, ma sono risorse a debito, che quindi rischiamo di ripagare noi negli anni a venire. E quindi il problema, secondo me, è che, dopo che per decenni ci hanno raccontato che non c’erano risorse, ora si scopre che ci sono, eccome, ma sono spartite in un piano che ne destina la stragrande maggioranza a mercato, competitività, impresa e grandi opere. Dove, anche temi importanti come la transizione energetica e la digitalizzazione sono interamente pensati in funzione delle imprese e del mercato. Persino il ruolo del settore pubblico e anche, cosa ancora più grave, la scuola e l’università. Dove la sanità è l’ultima delle voci di spesa (mentre dovrebbe essere la prima, visto quanto è accaduto da un anno in qua), non si affronta il tema delle pensioni, né degli investimenti e dei controlli per la sicurezza sui posti di lavoro. Tanto meno il salario e la riduzione dell’orario di lavoro.

Allora, il punto per me è che siamo passati in meno di tre mesi dal complimentarci con Draghi, tramite le dichiarazioni del segretario generale, perché apriva una nuova stagione di concertazione al fatto che oggi scopriamo che il PNRR viene fatto senza confronto con le parti sociali e, cosa ancora più grave, senza una vera discussione in Parlamento, tramite leggi delega. Ho criticato fortemente l’incredibile apertura di credito a Draghi quando è stato eletto. Incredibile, perché sapevamo chi è Draghi e quali sono i settori economici e finanziari che lui rappresenta e quale è stato il suo ruolo nella gestione delle politiche di austerità in Europa. Perlomeno questo avrebbe dovuto suggerire un minimo di cautela in più.   

Ora chiediamo il “confronto”. Un confronto che, anche ammesso ci venga concesso, se non lo pretenderemo con iniziative reali di mobilitazione, non servirà a destinare le risorse al mondo del lavoro e allo stato sociale. Elemosinare un confronto purché sia non ci farà avere che le briciole che cascano da un tavolo in cui si spartiscono risorse che poi noi stessi dovremo ripagare. Tanto più sul tema centrale delle pensioni, che, senza una nostra mobilitazione, di nuovo rischiamo di regalare alla Lega.

E scusate la franchezza ma, in tutto questo, dopo un ritardo di un’ora all’inizio di questo direttivo e una relazione di un’ora e mezza poi, sentire che la proposta si limita a essere di votare il mandato alla segreteria per “valutare le iniziative necessarie” mi pare davvero poco, ben al di sotto del minimo sindacale di cui avremmo bisogno.

Il segretario generale della Cgil, al Comitato Centrale Fiom, la scorsa settimana, dove era invitato, mi ha già risposto che lo sciopero generale sul PNRR non lo farà mai. E anzi, Maurizio, hai detto, “se lo facessi, legatemi, perché sarei matto”.

Io credo invece che saremmo matti se pensassimo di ottenere davvero una equa distribuzione delle risorse del PNRR, pensioni comprese, con comunicati che implorano il “confronto” o con webinar come quello sulle pensioni dei tre segretari generali di CGIL CISL UIL di scorsa settimana.

Eliana Como – portavoce nazionale #RiconquistiamoTutto

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