V. Cimmino: dissipare ogni illusione, senza mobilitazione nessuna stabilizzazione.

Intervento di Vincenzo Cimmino all’Assemblea Generale FLC dell’8 aprile 2021.

La situazione della scuola pubblica, dei suoi studenti e dei suoi lavoratori in questo anno scolastico, bisogna sempre ricordarlo, ha raggiunto picchi di drammaticità raramente visti sinora, basti pensare alle più di 210000 cattedre vuote risalenti al mese di settembre, destinate a noi precari.

Ci siamo dovuti confrontare con il nuovo sistema di reclutamento dei docenti a tempo  determinato costituito dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), il quale è cominciato  con gli Uffici Scolastici Provinciali totalmente privi di direttive. Non posso non pensare all’Ufficio Scolastico Territoriale di Milano, guidato dal ben noto Bussetti, che ha tirato fuori dal cilindro la  convocazione dalle precedenti graduatorie triennali d’istituto per colmare le migliaia di cattedre vacanti nel territorio metropolitano milanese. A complicare ulteriormente la situazione è stato anche un concorso straordinariamente umiliante a cui hanno partecipato decine di migliaia di insegnanti, da anni precari, da anni lontani centinaia o  migliaia di chilometri da casa, percependo un salario totalmente inadeguato, senza alcuno scatto d’anzianità ed il minimo beneficio, a cui si aggiunge la negazione d’accesso alla carta del docente, la cui mancanza per noi precari è stata percepita soprattutto nei periodi di Dad, in cui ci siamo dovuti attrezzare a nostre spese.

Un eterno dividi et impera, che ha trovato un’ennesima, ulteriore conferma nel divieto di partecipazione al concorso per le migliaia di insegnanti senza l’anno di servizio sulla materia o per tutti quelli che nei giorni del concorso si trovavano in quarantena. Un concorso umiliante, inutile e divisivo, viste le 210000 cattedre vuote a settembre e gli oltre 30000 pensionamenti in arrivo.

La scuola, i suoi studenti ed i suoi lavoratori in alcun modo non possono e non vogliono che si ripresenti un altro settembre nero. E’ una questione di sopravvivenza e di dignità, delle nostre vite e della nostra professionalità. Tanti di voi conoscono il mito di Sisifo e del masso, non posso non pensare a questa storia che tanti di noi insegnano ai propri ragazzi, la collego alla situazione di noi precari, in un’angoscia senza fine, acuita ancor più dall’assenza di una reale proposta di mobilitazione da parte della maggioranza della dirigenza FLC.

La totale assenza allo stato attuale di una proposta di mobilitazione da parte della FLC sta consegnando le speranze e le attese di migliaia di colleghi alla sola intermediazione parlamentare o ad aspiranti politicanti che provano a costruirsi una carriera di palazzo utilizzando la questione del precariato. Siamo stanchi e provati, consentitemi la battuta, di questo “anche oggi stabilizzati domani”, o meglio “domai”, per dirla con Totò. Come non ricordare l’intesa notturna del 24 aprile 2019 che ha buttato alle ortiche una mobilitazione già in costruzione che avrebbe coinvolto, cosa più unica che rara, tutte le realtà della scuola, dal sindacalismo confederale a quello di base passando per le reti e i comitati contro l’Autonomia differenziata. Un’intesa andata in fumo al prezzo di una mobilitazione che avrebbe potuto risvegliare il protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola destandoli dal torpore corporativistico nel quale migliaia di loro annaspano. 

Senza mobilitazione si stanno consegnando migliaia di lavoratori, lo ripeto, alla propaganda di partiti reazionari e nemici dei lavoratori, al mercato plurimilionario degli eterni ricorsi e controricorsi. Un atteggiamento fiducioso e attendista rischia di peggiorare ancora di più le cose, aumentando tra i lavoratori, giorno dopo giorno, da un lato la sfiducia dall’altro il corporativismo, perfettamente funzionali al mantenere nella scuola e nei rapporti sociali lo stato di cose presente. È ora quindi di dare vita alla costruzione di una mobilitazione che sin da subito provveda a riorganizzare le fila di tutti i lavoratori e le lavoratrici della scuola perché, allo stato attuale della situazione, di tutto si può parlare fuorché di un ritorno in sicurezza, viste le decine di migliaia di colleghi già contagiati dal Covid.

Bisogna stimolare e portare la discussione su sui luoghi di lavoro e organizzare in tutte le scuole comitati di lotta e coordinamenti delle Rsu, che pongano tutte le necessità impellenti nella scuola come mascherine ffp2, tracciamenti settimanali con tamponi per lavoratori e studenti, un piano vaccinale serio che coinvolga tutti i soggetti presenti nel mondo della scuola e l’attivazione reale dei presidi sanitari in tutte le scuole. Dobbiamo ricordare che più di 300000 insegnanti e Ata, essendo nella fascia superiore ai 54 anni, hanno una ancora maggiore esposizione al rischio del contagio. Un pensiero ancora allo stato delle nostre strutture scolastiche, in riferimento allo studio a cura della Fondazione Agnelli, pubblicato anche sul nostro sito, il quale asserisce che  servirebbero almeno 200 miliardi di euro per mettere in sicurezza le scuole italiane.

Anni e anni di tagli alla spesa pubblica hanno danneggiato soprattutto la scuola, la sanità ed i trasporti e vanno colmati presentando il conto alle classi dominanti. Solo una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco dei patrimoni, unita ad un sistema di tassazione fortemente progressivo, può colmare realmente le decine di miliardi di euro tagliati, e consentire una reale messa in sicurezza della scuola, dei suoi studenti e dei suoi lavoratori, ed un cambio di rotta in questa società colpita dalla crisi del sistema di produzione capitalistico e da questa pandemia, uno dei suoi sintomi. Solo costruendo una mobilitazione che si vada a saldare alle mobilitazioni degli altri settori (il pensiero corre ai lavoratori della logistica, ai rider, e a tutti quei settori di salariati che si stanno mobilitando), si potranno garantire ai lavoratori e alle lavoratrici della scuola stabilizzazione, un salario adeguato ed una reale sicurezza. Fronteggiamo uniti, sconfiggendo ogni corporativismo, i milioni di licenziamenti previsti in molti settori che, non neghiamolo, si ripercuoteranno inevitabilmente in maniera drammatica sulle nostre comunità, nelle nostre scuole.

Contro ogni logica corporativistica e di intermediazione politica tramite deputati e senatori di maggioranza o di opposizione, per un vero protagonismo della scuola e di tutti coloro che la vivono ogni giorno. Per la stabilizzazione, un salario adeguato ed una reale messa in sicurezza, siamo di fronte ad un bivio: o la mobilitazione o l’ennesima sconfitta che porterà ancora più indietro la scuola ed i rapporti sociali.

Vincenzo Cimmino

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