MetalCcnl. L’abbaglio

Dichiarazione di Eliana Como. Rinnovato il ccnl dei metalmeccanici, ma non è oro quel che luccica

Si è chiuso da poche ore il ccnl dei metalmeccanici, con la sigla di una ipotesi di accordo che passerà al voto dei lavoratori e delle lavoratrici.

L’aumento sui minimi salariali è di 112 euro lordi al 5 livello (100 euro al 3 livello). È una cifra certa e superiore all’IPCA, non era così nel precedente ccnl. È evidente che questo è un fatto positivo. Ma è stata ottenuta allungando la durata del ccnl, quindi spalmando l’aumento su più anni. Il ccnl partirà infatti nel 2021 per finire a metà 2024 saltando il 2020 (per il quale i lavoratori hanno già preso un aumento, per effetto ancora del precedente ccnl, ma pari solo all’IPCA, cioè 12 euro al mese). Di fatto, l’aumento copre un periodo di 4 anni e mezzo. 

Un risultato quindi, in parte, illusorio e ben distante dalle rivendicazioni della piattaforma (circa 150 euro per 2020-2022, quindi 3 anni) e dalle sacrosante aspettative dei metalmeccanici, dopo il ccnl del 2016, con il quale avevano ottenuto aumenti irrisori, esclusivamente legati all’IPCA.

Quello che a monte non condivido è che si sia arrivati a questo risultato decidendo di non giocare fino in fondo i rapporti di forza. 

Il 2020 è stato un anno orribile, vero, ma nel centro-nord del paese, in particolare in alcuni settori manifatturieri nella seconda metà dell’anno e in questi primi mesi del 2021, le industrie metalmeccaniche hanno stra-lavorato ed è diffusissimo lo straordinario. 

Possibile allora che i metalmeccanici chiudano un accordo con solo 4 ore di sciopero a novembre?

 Sono anche preoccupata per la riforma dell’inquadramento, perche il nuovo sistema, se pure non modificherà la condizione attuale di chi oggi già lavora, rischia invece di andare a incidere negativamente sui livelli di inquadramento delle future assunzioni, schiacciandoli verso il basso, e riducendo quindi il salario. Con il rischio soprattutto di rendere eventuali passaggi di livello determinati dalla acquisita esperienza degli operai sempre più difficili e meno verificabili, perché non legati alla sola mansione ma a elementi più discrezionali (autonomia, conoscenza della lingua straniera, adattabilità…). È un tema complesso, e gli effetti li vedremo nel tempo. Spero di sbagliare, ma è una eredità pesante, lasciata nei fatti ai posteri. 

È chiaro che questo rinnovo non era facile e che pesavano su questo tavolo tante variabili. La più importante è lo stesso modello contrattuale del 2016 e il Patto per la fabbrica (per il quale un aumento superiore all’IPCA è stato possibile solo mettendo sul piatto la riforma dell’inquadramento). Quel modello che non lo ho condiviso allora e che non lo condivo ora!

Tra poche ore, verrà convocato il comitato centrale. Esprimerò li la mia contrarietà. 

(ascolta qui un approfondimento su Radio Quarantena)

Lunedì 8 febbraio ore 15.30 faremo una prima riunione con i delegati e le delegate metalmeccanici. Chi vuole partecipare scriva entro ora di pranzo a chipat@tim.it. È solo un primo incontro a caldo, stiamo valutando un appuntamento più strutturato nei prossimi giorni.

Eliana Como – portavoce nazionale di #RiconquistiamoTutto

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