Federmeccanica riapre il tavolo, ma in continuità con il 2016. Non smobilitiamoci!

Lo sciopero del 5 novembre è andato bene, tanto da indurre Federmeccanica a richiamare Fim Fiom Uilm al tavolo per proseguire la trattativa, che ripartirà il 26 novembre. È un passo avanti, ma a quel tavolo pesa ancora il modello contrattuale del 2016 (che Fim Fiom Uilm hanno accettato facendolo persino passare come una vittoria) e il Patto della Fabbrica, firmato nel 2018 da Cgil Cisl Uil, quello che “candidamente” il presidente di Confindustria Bonomi rivendica.

Federmeccanica lo scrive nella stessa convocazione dell’incontro del 26, annunciando «una Proposta organica che si pone l’obiettivo di giungere in tempi rapidi alla conclusione di un Contratto che sia sostenibile, calato nella realtà e in continuità con il Rinnovamento avviato nel 2016».

La strada resta quindi in salita e ogni illusione su una positiva ripresa delle trattative è fuoriluogo. Tra la richiesta sindacale dell’8% di aumenti sui minimi e la posizione pregiudiziale dei padroni sulla quale era saltato il tavolo a settembre (non un euro in più oltre l’IPCA, cioè l’inflazione depurata dall’aumento dei costi energetici, valore che nei prossimi anni è stimato essere persino sotto lo zero), c’è di mezzo un mare. Per questo, è importante che non passi il messaggio che ora ci si può fermare, perché abbiamo riconquistato il tavolo, né tantomeno che ci si possa accontentare della prima concessione di facciata da parte di Federmeccanica, che anzi pare annunciare tutt’altro. Dopo oltre quattro anni senza aumenti, i metalmeccanici e le metalmeccaniche meritano un contratto nazionale e aumenti salariali degni di questo nome, non certo in continuità con il modello del 2016.

La riapertura del tavolo è il risultato dello sciopero. Bene. Ma serve mantenere alto il livello di mobilitazione sulle richieste della piattaforma sindacale, a partire dal mantenere il blocco dello straordinario e della flessibilità. È importante anche intrecciare la vertenza contrattuale dei metalmeccanici con le altre, quelle del privato ma dei settori pubblici, che sciopereranno il 9 dicembre. Bisogna creare un clima di mobilitazione generale di tutto il mondo del lavoro sul piano contrattuale, intrecciandolo, al tempo stesso, alle rivendicazioni sulla difesa dell’occupazione e sulla salute e sicurezza di fronte a questa seconda ondata e ai problemi e ai problemi che essa sta determinando nelle fabbriche.

#RiconquistiamoTutto in Fiom

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