Con le donne polacche
Il 22 ottobre, la Corte Costituzionale della Polonia, sotto la spinta del governo e con il sostegno della chiesa oscurantista e misogena, ha gravemente e ulteriormente limitato il diritto di aborto, stabilendo che l’accesso all’interruzione di gravidanza per gravi malformazioni e malattie genetiche del feto è illegittimo. Con questa sentenza, in Polonia sarà possibile abortire solo in caso di stupro, incesto o rischio per la vita della donna. Così viene di fatto cancellato il diritto di aborto delle donne polacche, anche considerando che su 1.100 casi registrati nel 2019 ben 1.074 sono avvenuti proprio per malformazione del feto (vedi articolo di Francesco Lepore su Linkiesta).
Da quando è stata emessa, continuano le manifestazioni e gli scioperi del movimento femminista, nonostante gli attacchi e le accuse vergognose e feroci del governo.
Sosteniamo, incondizionatamente, le proteste del movimento femminista polacco in difesa dell’aborto e gli scioperi a loro sostegno. Protesta e gli scioperi che chiedono anche un cambiamento profondo della società polacca, contro l’ultradestra di Kaczynski e dei suoi falchi che guidano il paese.
In Polonia, è in atto un tentativo aberrante di restaurazione a scapito dei diritti civili e in particolare della libertà e della autodeterminazione delle donne, fino a mettere in discussione la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica prima e il diritto di aborto ora.
Cosa aspetta l’Europa intera e il governo italiano, già immobili di fronte ai regimi autoritari e fascisti di Orbán e Erdoğan, a esprimere la netta condanna nei confronti di quanto sta accadendo in Polonia e pretendere il pieno rispetto dei diritti fondamentali di quel paese!
Facciamo ovunque appello ai movimenti democratici e femministi, affinché scendano in piazza in tutta Europa, subito, a sostegno delle donne polacche. Tanto più ne abbiamo bisogno in Italia, anche a sostegno della nostra legge sull’interruzione volontaria della gravidanza, la cui applicazione, a causa della obiezione di coscienza, è sempre più spesso messa in discussione nei fatti.
#RiconquistiamoTutto – opposizione in Cgil
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