Infermieri/e. Cosa ci ha insegnato la pandemia
Quello che è successo in questi mesi ci ha insegnato che quella che si pensava essere la normalità invece era il problema…..
La pandemia ha costruito degli eroi nostro malgrado, fino a pochi mesi fa accusati di fanullonismo, quindi nessun rinnovo contrattuale x più di 10 anni, poi picchiati nei pronto soccorso, confusi dai media con altre figure socio sanitarie, nessun riconoscimento professionale, un collegio, oggi ordine professionale che obbliga gli infermieri del settore pubblico a pagare una tassa di iscrizione annuale, nonostante sentenze del tribunale dicono il contrario, che in questi anni ha fatto pochissimo x la professione infermieristica, così pure i sindacati affetti da narcosi permanente che arrancano e non rivendicano riconoscimenti economici in linea con altri paesi europei, che hanno rinunciato alla lotta da anni e che firmano contratti al ribasso….
Da febbraio con l’esplosione del Covid19 in Italia e in altri paesi improvvisamente si scopre che l’infermiere insieme ad altre figure sanitarie è fondamentale x la cura e assistenza dei pazienti, la sanità pubblica in questo periodo ha dimostrato, nonostante la demolizione avvenuta in questi anni a favore del privato di essere il perno principale dell’assistenza sanitaria, con il lavoro estenuante che il personale sanitario fa da anni che con la pandemia, con i carichi di lavoro aumentati, ore straordinarie alle stelle, ferie bloccate fino a poche settimane fa, viene premiato con un bonus, che però viene neutralizzato da un aumento eccessivo delle tasse sullo stipendio che rendono nullo quel premio, sconcertante.
Quello che invece serve non è un premio extra ma bensì un aumento delle indennità ferme da tanti anni a somme risibili e anacronistiche x il lavoro che oggi fa un infermiere.
A questo si associa un mancato rinnovo del turn over operato da tutti i governi sia di destra che di centro sinistra in questi anni insieme a pochissime stabilizzazioni dei precari, anzi viene agevolato l’assunzione di personale in libera professione e da cooperative.
In questo si aggiunge che da parecchi anni in Italia non si è aggiornato nessun piano anti pandemia, così il personale medico e infermieristico si è trovato ad affrontare una pandemia a mani nude, con scarsi dispositivi di protezione individuale e scarse attrezzature x esempio di respirazione artificiale, mentre il governo finanziava le spese militari.
I numerosi morti tra il personale infermieristico e medico lo dimostrano, i tagli alla sanità pubblica nella medicina territoriale e di prevenzione hanno causato danni incalcolabili, così i pazienti morivano silenti nei loro domicili, senza nessuna adeguata assistenza…
Un fatto positivo c’è stato in questo periodo, ed è che il personale infermieristico ha preso coscienza del proprio lavoro professionale insostituibile e si è unito come non avveniva da anni dimostrando forza e credibilità, i presidi, flash mob di queste settimane in tutta Italia sono un primo passo, ma bisognerà trasformare questa forza in proposte che devono essere sostenute da lotte come già avvenuto in Francia, l’importante adesso è non dividersi…..
Giuseppe Saragnese infermiere Asst-Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo
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