1* maggio. Comunicato dei pensionati/e
Anche per noi della sinistra sindacale dello spi cgil nulla potrà più essere “come prima”. Anzi, aggiungiamo che, per certi aspetti, non dovrà più “essere come prima”! Non potremmo più sopportare infatti il ricatto ”o la salute o il lavoro” come è successo e succede a Taranto, che vede interi quartieri sequestrati dalla volubilità del vento. Dove nonostante le tante rassicurazioni che nei decenni abbiamo ricevuto dai governi e dai padroni, restano troppe le vittime che continuiamo a piangere dentro e fuori la fabbrica. Così come non potremmo più sopportare il ritorno dell’epidemia da Covid 19, per la fretta di riaprire le aziende, dove lavorano i nostri figli, che senza un’aggiornamento del documento per la valutazione dei rischi, che includa il rischio Covid compilato da medici competenti dell’INPS (e non dell’azienda) rischiano di ammalarsi e noi di morire. Ma anche non potremmo più sopportare, l’ignavia di certi dirigenti politici, istituzionali e perfino sindacali nei confronti delle stragi che ci hanno coinvolti, avvenute nelle RSA o peggio, lasciati morire, abbandonati, nella solitudine delle nostre case.
Perciò questo 1º maggio non potrà essere celebrato “come prima”. L’anima del 1º maggio, la dignità del lavoro, deve riprendere il posto che merita. Basta morti sul lavoro, basta morti per il lavoro, basta profitti sporchi del sangue delle lavoratrici e dei lavoratori. Gridiamolo forte a governo e padroni.
Alla cgil tutta ed allo SPI nel suo complesso invece rivolgiamo l’appello affinché ci si attrezzi per affrontare il problema delle pensioni future, per evitare ai nostri figli e nipoti una vecchiaia in assoluta povertà, che inevitabilmente, senza una lotta decisa, per effetto della precarietà e dei nuovi contratti dovranno subire. Così come riteniamo importante sottolineare che è assolutamente necessario lottare per il ritorno ad una sanità pubblica, universale e gratuita. Mettendo in discussione la sanità integrativa nei contratti nazionali, che è tra le cause più insidiose della privatizzazione sanitaria.
La lotta è difficile, ma assolutamente necessaria perché tutto ciò di cui abbiamo goduto fino ad oggi, non ce lo ha regalato nessuno. Abbiamo dovuto lottare, sempre, per poterlo ottenere. Questo è l’insegnamento del 1º maggio! Teniamocelo stretto!
RICONQUISTIAMO TUTTO!
Esecutivo SPI CGIL naz. di area
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