Una lettera dai compagni dello SPI Lazio

Stiamo vivendo una crisi economica e sociale che trova pochissimi confronti, l’emergenza  determinata dal Coronavirus sta mettendo in ginocchio il mondo ed a oggi non esistono rimedi da un punto di vista sanitario ( per un vaccino, serviranno diversi mesi) che possano inizialmente frenare e poi debellare questo potente virus. Nel nostro paese la situazione si sta complicando giorno dopo giorno e sta mettendo in evidenza inconfutabile che le politiche adottate dai governi che si sono susseguiti, vuoi di centro sinistra e ancor peggio di centro destra,  con le scelte  dettate dal neoliberismo,  hanno portato alla privatizzazione dello Stato Sociale, Sanità, Scuola e Trasporti: entrando nel merito della Sanità si vuole ricordare che un sistema sanitario come quello italiano fra i migliori  al mondo fino a un decennio fa  è stato totalmente sgretolato: tagli da 37 miliardi complessivi ,un consistente taglio del personale meno   46500 fra medici ed infermieri con l’inaccettabile risultato che ha determinato la perdita di più di 70000 posti letto e per quanto attiene la terapia intensiva purtroppo di drammatica attualità che vuol dire essere passati da 922 posti letto ogni 100000 abitanti ai 275 del 2015; quanto è avvenuto nella Sanità, con i dovuti paragoni , lo possiamo comodamente riscontrare nella Scuola e nei Trasporti.  Le tematiche sopra esposte connesse   al Fiscal Compact ed al pareggio di bilancio, trovano la fonte politica ed economica ispiratrice nel trattato di Maastricht, che ha fatto pagare un pesantissimo conto ai soliti noti:  lavoratori, pensionati, precari e disoccupati.  L’emergenza in corso ci sta costringendo a richiedere all’Europa dei finanziamenti per poter affrontare la delicata e difficile situazione economica. Non vorremmo che subito dopo l’emergenza ( si auspica presto),tutti gli inevitabili debiti richiesti all’ UE venissero per l’ennesima volta scaricati sulle classi meno abbienti, invece di percorrere la strada più coerente e fisiologica che è quella di far pagare le tasse agli evasori,  in ottemperanza a quanto stabilito dalla Costituzione ( considerato che le stime si attestano intorno ai 200 duecento miliardi di euro ), tassare nel modo giusto i capitali portati nei paradisi fiscali evitando i classici condoni  , una patrimoniale sui grandi capitali , la Web tax sulle multinazionali, ma anche con scelte diverse di bilancio tagliando le spese militari, privilegiando la Sanità Pubblica, la Scuola Pubblica e il Trasporto Pubblico  mediante dei finanziamenti più cospicui, ed infine cancellare qualsiasi ipotesi di autonomia differenziata come richiesto da alcune Regioni. In  questi giorni si sente continuamente parlare, sia sul fronte politico che su quello sindacale, di rimettere in discussione il pareggio di bilancio per poter affrontare economicamente queste crisi epocale, si concorda su questa impostazione che però deve trovare una giusta risoluzione, per questo se ne avanza una per uscire dalla teoria: rimettere in discussione il pareggio di bilancio riconvertendo l’articolo 81 della Costituzione al “vecchio “ articolo 81 e proprio su quest’ultima proposta e su quelle precedentemente elencate, si chiede allo SPI e alla CGIL, per addivenire ad un risultato, di impegnarsi concretamente mettendo in pratica tutte le prerogative che rientrano nell’ordinaria attività  politica di un’ organizzazione sindacale.

Roberto Bossi
Massimo Carlini
Massimo Cecchini
Domenico Mingarelli
Gennaro Spigola
Carlo Tempestini

 

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