Una strage nelle RSA
Non solo negli ospedali si muore … di più !
Fino ad oggi, l’attenzione generale è stata catalizzata sugli ospedali, definiti come la prima linea, per contagio e numero di morti per la pandemia.
Diverso è stato il giudizio dei rischi per la salute dei lavoratori ancora costretti a recarsi sui posti di lavoro non essenziali, poiché le Organizzazioni Padronali, caparbiamente per esclusivo proprio interesse si ostinano a non chiudere o a far riaprire le attività industriali attualmente sospese per effetto dei Decreti, in risposta alle mobilitazioni che abbiamo visto e partecipato.
Ma ancor peggio è stato nella considerazione e nell’interesse sociale rivolta agli anziani, i pensionati, gli invalidi ed più in generale, verso i ceti sociali già ampiamente emarginati, con evidente e completo disprezzo per le nostre e loro sorti.
Disgraziatamente per questi mandanti politici e lobbisti, che hanno considerato la salute collettiva solo come possibile e lucroso affare, non è stato più possibile nascondere questo crimine sociale!
Gli anziani, come mosche muoiono nelle case di cura, le RSA, nelle private come nelle convenzionate o totalmente soli, nelle loro abitazioni.
Per questo ai mandanti e responsabili di questo scempio non è più possibile “ nascondere sotto il tappeto la polvere di queste ceneri”. Le spoglie di questi miseri resti, spesso senza nome deprivanti anche della loro dignità!
I dati messi a disposizione ed in continuo aggiornamento non hanno bisogno di commenti ed ovviamente sottostimano quanto sia incidenza reale di questi eventi.
Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia, sono solo la punta visibile di un Iceberg.
Le tabelle prodotte dal Ministero della Salute, in data 01/04/2020 ore 17.00 ( PCM-DPC) e diversi studi condotti da centri di Ricerca Scientifica sono estremamente significativi per una parziale valutazione della diffusione della pandemia calcolata solo sui ricoverati in tutte le Regioni del Territorio Nazionale.
Naturalmente il censimento complessivo dei casi effettivi dei decessi effettivi, dei vari centri di contagio e dell’insieme dei soggetti a rischio sia passivo che attivo di trasmissione del Covid-19, sono ben altra cosa! A titolo di esempio, vale la pena di leggere ciò che pubblica gran parte della stampa locale di uno dei focolai attualmente più attivi in Lombardia (ECO di BERGAMO in data 01/04/2020).
E’ evidente che simili dati non consentono di riprodurre una fotografia nitida di ciò che sta avvenendo.
Come molti studiosi e medici epidemiologi sostengono, occorrerebbe ben altra
mappatura estesa all’insieme delle popolazioni residenti!
Anche in questo caso, occorrerebbe approfondire i motivi ed indagarne le ragioni di tali mancanze, andando ben oltre la facile critica esercitata per “convenienza politica”sulle carenze e ritardi che si sono verificati nella gestione della “ crisi virale”.
Per dare idea di questo è sufficiente considerare alcuni aspetti che vengono trascurati: quale mappatura significativa dei contagi è stata fatta? Se si prescinde dalla somministrazione diffusa dei test,quali i tamponi ecc. ecc., come si possono comprender e i meccanismi del contagio e quale prevenzione efficacie si può utilizzare?
Ci hanno detto che realizzare una somministrazione capillare dei” Test a disposizione” è “oggettivamente impossibile”.
Anche questa è una sonora bugia! Infatti ad alcuni personaggi famosi sono stati fatti tutti gli accertamenti possibili ed immaginabili.
Mentre il “teatrino della politica” si esercita nel giustificare il proprio operato, gli anziani ricoverati nelle RSA continuano a morire ad ammalarsi e a morire .
Allo stesso modo “pagano pegno” con la vita, tutti coloro che presso le proprie abitazioni, senza assistenza domiciliare e cure adeguate, si spengono in triste solitudine.
Vergogna!
In verità queste sono le conseguenze delle scelte di Politica Sanitaria compiute e consolidate negli anni.
La riduzione dei posti letto negli ospedali, accompagnata da una decrescente erogazione di servizi di prevenzione e cura, affidate a strutture intermedie e spesso inesistenti sui territori, identificano parzialmente le ragioni di ciò che sta accadendo.
Il decentramento sanitario, il non rispetto e la mancata esigibilità dei LEA, (livelli minimi di assistenza sanitaria), nonché la prevalenza nell’affidamento a strutture convenzionate – private di tali prestazioni, sono elementi non secondari sui quali occorre fare chiarezza.
Contestualmente si devono dimenticare i motivi e le responsabilità di coloro che per scelta ed interesse hanno omesso di svolgere un reale esercizio di indirizzo e controllo attraverso gli Organi Preposti.
Non è un caso che“per “derubricare le proprie responsabilità e reati” tutelandosi preventivamente, tutte le forze politiche si apprestino in vario modo a proporre emendamenti al “DL Cura Italia”!
Tuttavia ,questo calcolo statistico conosciuto, approssimativo per difetto, risulta essere una cartina di tornasole per tutto in territorio Nazionale.
Uno strumento minimo utile per comprendere almeno due aspetti fondamentali. Il primo e più immediato per affrontare i bisogni degli “utenti” come si usa dire.
Bisogni ignorati o inevasi, a partire dall’assenza completa di ogni forma adeguata di prevenzione delle patologie e di cure sanitarie minime di fatto erogate in tale contesti.
Motivo per il quale si vanificano spesso, anche i migliori sforzi agiti dal personale sanitario dipendente.
Lavoratori delle Rsa che, come abbiamo avuto modo di ricordare estesamente in altro comunicato (leggi qui), si donano con affetto , responsabilità etica e partecipazione umana al proprio servizio, con rischio per la propria vita e pericolo di diventare agenti di contagio anche per la propria famiglia.
A questi lavoratori non servono “lodi e ringraziamenti “ma tutela e diritti, come a noi non servono eroi!
Non è accettabile che su di loro gravino pesanti ricatti di lavoro da parte delle gestioni e delle proprietà di queste strutture, con il fine di soffocare ogni possibile denuncia e azione sindacale contro i soprusi che in questi luoghi si consumano con frequenza.
Contestualmente emergono con maggior chiarezza le contraddizione di un modello Sanitario Nazionale.
Sistema funzionale alla crescita del peso e della presenza di soggetti privati, ai quali viene affidata una risorsa primaria irrinunciabile, tuttora prevista dalla Carta Costituzionale : il diritto universale alla salute! Ancora previsto in termini adeguati e forniti dallo Stato in modo indifferenziato, ovvero non delegato.
Per questo preoccupano ed indignano i richiami di Sala,Fontana, Zaia e, in modo “felpato” del Governatore dell’Emilia, che cavalcano i limiti e la capacità di reazione degli Organi centrali dello Stato di fronte a questa emergenza, rivendicando con forza una “ Nuova Costituente”.
Peccato che questi personaggi non siano animati dallo stesso spirito dei Padri Costituenti, ancora una volta premuti dalla grande spinta all’innovazione e al cambiamento, messi in campo dai protagonisti della Resistenza!
IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA CONTINUEREMO A BATTERCI CON TUTTE LE NOSTRE FORZE CONTRO OGNI DERIVA REAZIONARIA, PER L’AFFERMAZIONE DEI DIRITTI ALLA VITA!
Area Programmatica nello Spi-Cgil “riconquistiamo tutto”
Rispondi