Cassa Integrazione Covid 19: cosa c’è da sapere?
Un comunicato di RiconquistiamoTutto nella Filcams
Accordo/ convenzione del 30 marzo 2020 tra Sindacati, Imprese e banche per l’anticipo della Cassa Integrazione Covid 19: cosa c’è da sapere…
Lo scopo
L’accordo riprende il precedente del 2009 di anticipazione dei trattamenti di integrazione salariale (CIGO, GIGD, FIS) soggetti a pagamento diretto da parte dell’Inps, per evitare che i ritardi di liquidazione dell’Inps, anche di tre- quattro mesi dall’inizio dell’ammortizzatore, impattino negativamente sul salario mensile delle lavoratrici e dei lavoratori e sulle loro condizioni.
Insomma che fare per non restare senza stipendio per mesi aspettando l’Inps e la cassa e senza lavorare?
Come
Secondo l’accordo tutti i lavoratori in cassa integrazione per la crisi Covid che non ricevono altre forme di anticipazione dalle aziende possono aprire un conto corrente presso gli istituti bancari che aderiranno alla convenzione sottoscritta da ABI (Associazione Bancaria Italiana) e parti sociali, per ottenere un prestito a cadenza mensile pari al valore della cassa integrazione stessa, somma che dovranno poi restituire.
Cosa non va
- I lavoratori potrebbero essere costretti ad aprire un nuovo conto corrente a proprie spese, ma a tutto vantaggio delle banche, e a dover gestire singolarmente la pratica di anticipo in questo momento di blocco totale: 15 milioni di lavoratori e lavoratrici?!
- L’accordo prevede che le banche possano accettare o negare l’anticipo in base alla situazione creditizia del lavoratore e alle sue credenziali: ma l’anticipo non era per tutti i lavoratori in cassa integrazione?
- La clausola sul termine dice esplicitamente che in caso di mancato accoglimento della richiesta di integrazione salariale o allo scadere del termine dei sette mesi, qualora non sia intervenuto il pagamento dell’INPS, la banca potrà richiedere l’importo dell’intero debito relativo all’anticipazione al lavoratore che dovrà pagare entro trenta giorni!
Dov’è finito il Governo? Non doveva farsi garante per i lavoratori con le banche? A noi sembra solo che le persone siano state abbandonate a un ulteriore problema e a un debito che non hanno contratto loro, ma l’Inps! Altro che riparare ai ritardi…
Cosa ci saremmo aspettati e cosa vorremmo
La platea della Filcams, quasi completamente esclusa da ammortizzatori ordinari, viene completamente investita dal tema dell’impoverimento e dell’attesa del salario, ecco perché ci saremmo aspettati decisamente qualcos’altro per affrontare questa crisi economica e sociale così grave… Per esempio, che il Governo non scaricasse i lavoratori più deboli in mano al sistema bancario, senza che lo Stato si fosse fatto garante dei contraccolpi sociali che inevitabilmente un accordo di questo tipo scatenerà tra i lavoratori.
Sul piano sindacale reputiamo assolutamente grave aver sottoscritto un accordo che tutela solo ed esclusivamente il sistema bancario ed espone i lavoratori alla ritorsione delle banche senza garantire procedure certe di accesso all’anticipo.
A nostro avviso, la CGIL avrebbe dovuto esigere da imprese e ABI forme di anticipazione senza aggravi di spese e responsabilità per i lavoratori e accesso certo al credito, il quale avrebbe invece dovuto essere interamente garantito dallo Stato attraverso i suoi istituti e dietro la garanzia del Governo.
Al pari del protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del 14 marzo, anche questo accordo scarica tutte le responsabilità sulle spalle dei lavoratori, protegge il sistema bancario garantendo ogni protezione sul credito (parliamo di cassa integrazione, capite? Oltre il danno la beffa!) e non tutela proprio chi in questa fase rappresenta l’anello più debole della crisi: le lavoratrici e i lavoratori!
Chiediamo quindi alla CGIL di ritirare la firma dall’accordo e di riaprire il tavolo di trattativa con Governo, imprese e ABI per trovare soluzioni differenti rispetto a quelle individuate che consideriamo gravi e lesive dei diritti dei lavoratori.
RT! Filcams
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