Coronavirus: quale il ruolo della CGIL?
Un contributo di alcuni/e compagni/e di RT! nella FLC di Torino.
Presentiamo un documento di riflessione sulla politica della Cgil al quale hanno lavorato alcuni compagni di RiconquistiamoTutto, a partire da un’idea sorta in un primo momento dal gruppo scuola dell’area di Torino. Qui allegato trovate il documento che vorremmo far circolare in Cgil proprio come elemento di dibattito. Pertanto adesioni, contributi e riflessioni sono ben accetti.
Coronavirus: quale il ruolo della CGIL?
Militanti, delegate e delegati sindacali della CGIL siamo coinvolti, come tutti, nella situazione drammatica che si è determinata con l’epidemia del Coronavirus. Tutti abbiamo sotto gli occhi le immagini terribili che ci arrivano da Bergamo dove le bare sono ormai trasportate dall’esercito, dagli ospedali dove medici, infermieri e operatori sanitari lanciano richieste di aiuto disperate perché le strutture sono al collasso. Il numero dei decessi continua a salire e l’Italia ha ormai il triste primato del numero di morti più alto nel mondo. Muoiono medici, operatori del 118, operai, postini, consiglieri comunali e il contagio si diffonde nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche, in tutto il paese.
In questa situazione gravissima pensiamo che il sindacato abbia un ruolo fondamentale e per questo sottoponiamo a tutti le seguenti riflessioni.
Non c’è alcun dubbio: ciò che oggi ci può salvare, cioè che costituisce un punto d’appoggio per il quale possiamo sperare di evitare il disastro, è prima di tutto ciò che resta della sanità pubblica nazionale uguale per tutti e di tutte le istituzioni pubbliche e le conquiste sociali.
Quello che resta non è poco, ma non si può tacere come i limiti, i problemi drammatici, le carenze riscontrate in queste settimane derivino proprio dall’attacco a queste conquiste, alla sanità pubblica e alle politiche sociali, dai tagli ai bilanci, dalla rimessa in causa della ricerca pubblica. Nondimeno, le problematiche sociali ed economiche che già si vedono (licenziamenti di migliaia e migliaia di lavoratori, precari e non) o che si annunciano sono il prodotto delle leggi distruttive di deregolamentazione approvate da tutti i governi.
Il fatto che non ci siano dispositivi di protezione, tamponi, posti letto, che manchino medici e personale sanitario, che si paventi l’idea di dover scegliere chi curare perché le cure non bastano per tutti, condannando di fatto molte persone, sono una barbarie che è frutto di questi attacchi.
Attacchi che sono stati portati avanti con un solo scopo: sottrarre somme gigantesche dalle tasche delle lavoratrici, dei lavoratori e della stragrande maggioranza della popolazione per consegnarle in quelle dei capitalisti, degli speculatori e dei banchieri che detengono il 90 % del cosiddetto “debito”, attraverso il quale guadagnano somme stratosferiche e ricattano i popoli. D’altra parte, la distruzione dei diritti e la precarizzazione sono andati avanti in nome dell’abbassamento del costo del lavoro per aumentare i margini di profitto degli stessi capitalisti.
Da questo punto di vista, la vicenda del Coronavirus ci pone di fronte ad una realtà inconfutabile: nella nostra società esistono due interessi contrapposti e inconciliabili. Quelli di chi, in nome del profitto, ci conduce al disastro e quelli di chi, difendendo le conquiste dei lavoratori e della civiltà, ci preserva da questo disastro.
La difesa della CGIL è per noi fondamentale, perché i lavoratori hanno più che mai bisogno del loro sindacato per questa battaglia vitale.
Proprio per questo pensiamo che sia necessario aprire una discussione.
Di fronte agli scioperi spontanei di decine di fabbriche nelle quali gli operai lanciavano il grido disperato delle condizioni di sicurezza, il governo ha convocato i sindacati che infine hanno siglato un Protocollo. Ma nei giorni successivi molti capitalisti hanno rifiutato le misure previste e/o la chiusura con il solo obiettivo di mantenere i loro profitti sulla pelle dei lavoratori.
Da parte sua, Landini aveva giustificato la firma del Protocollo dicendo che “deve esserci un livello di unità e concordia generale: per questo abbiamo fatto una cosa importante”.
Ma può esserci unità e concordia con chi manda al massacro migliaia di lavoratori ed espone l’intera popolazione al pericolo solo per l’interesse del suo profitto?
Solo nuovi scioperi e un appello di 300 sindaci, con la giusta adesione della CGIL Lombardia (metalmeccanici, chimici, tessili, energia), hanno portato alla chiusura, ma ancora limitata a certe zone.
In effetti, ancora oggi migliaia e migliaia sono ancora oggi esposti, altri muoiono in condizioni drammatiche per ciò che non è stato fatto, per i tagli alla sanità. Per altri è la mancanza di lavoro, di stipendio o la sua riduzione a porre subito condizioni drammatiche di vita.
Il nostro sindacato deve battersi in modo indipendente, dicendo al governo che è sua responsabilità centralizzare la produzione, convertirla per garantire tamponi, mascherine, dispositivi di sicurezza, macchinari e strumenti per curare, chiudere tutte le fabbriche che non producono beni essenziali, assicurare tutti gli stipendi e i posti di lavoro al rientro.
I soldi ci sono, sono i nostri miliardi che giacciono nei profitti giganteschi annunciati da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Fca …
Ma per fare questo è necessario affermare chiaramente che non esistono “interessi comuni”.
In questo senso, pensiamo che sia necessario un cambiamento rispetto alle posizioni affermate negli ultimi anni.
Troppe volte, infatti, la Cgil ha accettato il terreno degli emendamenti alle leggi distruttive come se si potessero contrattare gli attacchi micidiali.
Troppe volte pur portando delle critiche ai provvedimenti, il nostro sindacato non ne ha chiesto in modo chiaro il ritiro e non ha mobilitato con tutte le sue forze su questa parola d’ordine
Basti pensare alle posizioni sul Jobs Act, sulla cosiddetta “buona scuola”, sulle Leggi di stabilità che hanno determinato il taglio di 70.000 posti letto, 3.000 di terapia intensiva, la chiusura di interi ospedali e di punti nascita. Non ultima, la vicenda dell’Autonomia differenziata, per la quale, pur esprimendo critiche e riserve, non si è detto chiaramente “ritiro di qualunque autonomia differenziata” e non si sono prese iniziative con queste parole d’ordine.
L’Unione Europea ha annunciato che ora si potrà sforare il deficit, ma precisando che, appena finita la crisi, tutto andrà pagato. E’ rivoltante sentire Mario Monti, uno dei massimi responsabili di questo disastro, indicare, dietro un finto buonismo “solidale” che la ricetta consisterebbe nell’acquistare bond per la sanità e le assicurazioni per la salute!
Più che mai abbiamo bisogno di un sindacato che tragga la lezione di ciò che è successo e si batta in modo totalmente indipendente: oggi per salvarci, domani per imporre un’altra politica.
Apriamo una vera discussione nel nostro sindacato!
Monica Grilli – Alberto Pian -Loretta De Luca – Alessandra Cigna – Angela Fenocchio – Salvatore Cicciotti
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