Continuare la mobilitazione!
Gli scioperi di questi giorni hanno portato il governo a rivedere e restringere la lista delle produzioni essenziali che potranno continuare. Anche se arriva in colpevole ritardo, lo stop delle produzioni non essenziali è un primo risultato, che valuteremo in dettaglio dopo aver visto la nuova lista, che dovrebbe arrivare in serata.
Ora non va abbassata la tensione e bisogna continuare la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori!
Rimane il ruolo discrezionale dei prefetti nel decidere quali aziende possano continuare e quindi rimane l’esigenza di controllo sindacale sul loro operato. Già oggi sono arrivate una valanga di richieste delle aziende. Non essendo chiaro quanto sia esigibile ed eventualmente efficace la “consultazione” con i sindacati territoriali, l’unico vero strumento di controllo e di autotutela rimangono le mobilitazioni e gli scioperi.
Resta il tema tutt’altro che secondario di poste assicurazioni e banche, in cui nel frattempo le persone continuano a lavorare. In particolare nelle poste, rischiano, oltre che di ammalarsi, anche di essere veicolo incredibile di contagio.
Quindi dobbiamo comunque tenere alto il livello di mobilitazione, continuando a parlare di sciopero se nei prossimi giorni fosse chiaro che l’interpretazione del decreto lascia margini di libertà a troppe imprese di tenere aperto.
Altrettanto va tenuta alta la tensione e la mobilitazione, anche con lo sciopero, rispetto alle condizioni di sicurezza dei settori che lavorano. Il protocollo sicurezza non è sufficiente.
In alcuni settori come gli appalti delle pulizie industriali e degli ospedali e della distribuzione alimentare, va dichiarata una mobilitazione generale forte, non soltanto per il rispetto delle norme di sicurezza alle aziende, ma anche nei confronti del governo affinché stabilisca delle limitazioni all’accesso ai supermercati (tuttora aperti di domenica in molte regioni), in modo da ridurre veramente il livello di assembramento. Senza questo, dubitiamo che ci sia DPI o norma di sicurezza che tenga. Peraltro, in questo settore, quello della GDM (le grandi catene di abbigliamento) c’è anche il tema della difficoltà reale di avere accesso alla Cig, perché quella per Covid non è prevista per loro. Si rischia o che si utilizzino le ferie dei lavoratori o che facciano richieste di cassa in deroga, quindi con il pagamento diretto dell’Inps, peraltro consumando anche i fondi regionali.
#RiconquistiamoTutto
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