POSTE. Chiudere a Bergamo e dove il rischio è maggiore
Dopo la morte di due lavoratori postali in servizio, quindi non “anziani” a Bergamo, la segreteria della SLC della città aveva prodotto un comunicato in cui chiedeva la sospensione del servizio postale, annuncio che la SLC nazionale ha severamente smentito, affermando che: “ NON ABBIAMO MAI CHIESTO E NON CHIEDIAMO LA CHIUSURA DEI SERVIZI POSTALI”.
Premesso che la chiusura dei servizi essenziali NON spetta alle organizzazioni sindacali, ma agli organi competenti (governo, regioni …), le organizzazioni sindacali possono però e dovrebbero esprimere un giudizio di fattibilità del proseguimento del servizio, per quella che è la loro missione e funzione: tutelare la salute dei lavoratori e delle comunità civili.
La chiusura di tutto il servizio sull’intero territorio nazionale potrebbe essere in questo momento una proposta ridondante, non lo è chiedere la chiusura in alcune provincie, che stanno pagando un prezzo altissimo in vite, e che hanno i servizi sanitari allo stremo.
Ricordiamoci che per il contenimento del contagio, nella città di Wuhan il servizio postale è stato sospeso per settimane senza che questo comportasse alcun decesso per questa specifica misura, e che la regione Lombardia tra poco avrà lo stesso numero di decessi di una regione cinese di sessanta milioni di abitanti.
Non dovrebbe essere la principale preoccupazione per delle organizzazioni sindacali, ma anche per le aziende probabilmente è più gestibile, dal punto di vista organizzativo, economico e di reputazione, programmare delle chiusure piuttosto che esserne costretti per quarantena.
Dovrebbero invece essere una preoccupazione e un impegno delle organizzazioni sindacali, trovare soluzioni per difendere la salute dei lavoratori, anche fuori da schemi validi per un periodo ordinario, ma adesso inadeguati. I lavoratori postali, soprattutto i settori a contatto con la clientela, sono una delle categorie che sono catalogati come SUPER DIFFUSORI, allora bisognerebbe urgentemente valutare, chiedendo a tecnici della sicurezza ed epidemiologi, quali sono le misure immediate da adottare per ridurre il rischio, per i lavoratori, ma anche per la comunità in cui prestano servizio.
Infine andrebbe capito perché le organizzazioni sindacali dei bancari chiedano la chiusura temporanea delle banche, per i gravi rischi per i dipendenti e questo non valga per i settori postali ancora più esposti. Se in CGIL è necessario in questa difficile fase “concordare preventivamente ogni iniziativa”, come richiesto dalla segreteria nazionale della SLC, forse bisognerebbe iniziare tra le varie categorie.
Delia Fratucelli, rsu POSTE, #RiconquistiamoTutto SLC
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