No paura e sfruttamento. Sì salute e diritti

Con la scusa dell’emergenza da coronavirus stiamo assistendo all’ennesimo abbassamento dei diritti dei lavoratori delle cooperative e all’attacco alla salute pubblica. Il solo comparto educativo, il più attaccato dai provvedimenti “eccezionali”, conta circa 20000 operatori che, al momento, non vedranno riconosciuta alcuna tutela salariale nè sanitaria. Tutto questo è inaccettabile per due motivi: il primo è che lo Stato ha già dichiarato di farsi carico del personale scolastico pubblico garantendo loro il pieno stipendio e il secondo è che le cooperative hanno già vinto bandi pubblici, per cui i fondi sono stati stanziati. Non nomiamo per bontà il nulla che viene fatto per garantire la salute degli operatori domiciliari, delle case di cura, dei centri pomeridiani lasciati aperti dal decreto. Altra assurdità è che se la Scuola viene garantita nel salario e nella salute, viene lasciata agli Enti Locali la facoltà di decidere sul proprio personale per cui ogni Ente può decidere se chiudere o no, se pagare o no, se dotare o no di guanti i lavoratori ecc. Ciò che è giustamente riconosciuto per i lavoratori della scuola pubblica deve essere un diritto per tutti i lavoratori, pubblici e privati.

Crediamo che, senza indugi, la CGIL dovrebbe rivendicare la piena retribuzione (100% del salario, non CIG o FIS) a tutti questi lavoratori con lo slogan “a parità di lavoro, parità di salario e di trattamento” e la dotazione di protezioni sanitarie e, dato che non crediamo che queste banali e ovvie richieste verrano ascoltate, organizzare i lavoratori per mettere in campo una mobilitazione. La CGIL dovrebbe disobbedire all’assurdo divieto di manifestazioni e riunioni invece che avvallare il provvedimento del governo che tutto sta dimostrando tranne che essere amico dei lavoratori: se infatti in nome della salute chiude le scuole e alcuni servizi, tiene aperti centri commerciali, fabbriche e attività economiche. La natura di classe di questo provvedimento è evidente e un sindacato degno di questo nome deve rompere la logica del “fidiamoci delle istituzioni”. Evidentemente c’è bisogno di uno sciopero generale, altrimenti con la scusa dell’emergenza altre misure filopadronali potranno passare senza colpo ferire.

Invitiamo intanto tutti i lavoratori a non farsi piegare dalle pressioni padronali che invitano a mettersi in ferie, prendere permessi o segnare nella Banca Ore le assenze. Invitiamo i lavoratori a diffondere questo comunicato, a discutere fra di loro e a fare pressioni sui funzionari sindacali affinchè indicano riunioni sindacali, presidi e picchetti in vista di una manifestazione che rivendichi, invece che a perdersi in riunioni a porte chiuse coi politici per poi spacciare per vittorie accordi indegni come quello firmato con il Comune di Bologna (“recupereremo le ore perse a fine anno”).

Mai come ora crediamo che il sindacato debba essere un’altra cosa da quello che vediamo. Organizziamoci e lottiamo.

#RiconquistiamoTutto FP 

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