Insieme ai portuali contro la guerra!

A Genova, come in qualunque altro porto, sosteniamo lo sciopero!

Per il prossimo 17 febbraio (ma la data potrebbe ancora cambiare ed essere posticipata) è atteso nel porto di Genova l’arrivo della nave saudita Bahri Yanbu, un ro-ro cargo adibito al trasporto di armi, mezzi e attrezzature militari verso l’Arabia Saudita e il Medio Oriente. La Bahri Yanbu torna da un viaggio transatlantico, durante il quale si è rifornita di strumentazioni di vario tipo negli USA e in Canada, e sta toccando alcuni porti europei, in diversi dei quali, come ad Anversa e Tilbury, le è stato impedito di attraccare con mobilitazioni e manifestazioni di lavoratori portuali e/o cittadini che sono riuscite a convincere le autorità a non consentirne l’attracco.

A Genova è stata lanciata una mobilitazione da parte del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (CALP), un collettivo di movimento di lavoratori del porto, come già avvenuto in occasione di un precedente scalo della nave nel maggio scorso. RSU e RSA di diverse aziende che operano nel porto ma non solo hanno sottoscritto un appello per esprimere la contrarietà ai traffici di armi nel porto, la loro volontà di non essere complici di tali traffici, la richiesta che venga rispettata la legge 185/90 che vieterebbe l’esportazione e il transito di armamenti verso Paesi in stato di conflitto armato.

L’Arabia Saudita è certamente uno di tali Paesi, coinvolto da 5 anni nella guerra nello Yemen, dove è in corso, secondo l’Agenzia per gli affari umanitari dell’ONU, la peggior crisi umanitaria al mondo, 24 milioni di abitanti, sui trenta complessivi, si trovano in condizioni di emergenza e bisognosi di aiuti umanitari. Si tratta della più grande emergenza alimentare mondiale, mentre la peggiore crisi di colera della storia moderna ha colpito oltre un milione di persone. Così come la Turchia, dove due settimane fa un’altra nave della stessa compagnia, la Bahri Hofuf, aveva fatto uno scalo inaspettato a Iskenderun, dove c’è una base militare a cento km. dal confine siriano, molto probabilmente per rifornimenti per la sporca guerra di Erdogan nella Siria del nord e nel Rojava.

L’Area “Riconquistiamo tutto!” – Opposizione CGIL è impegnata nella mobilitazione a Genova e sostiene questa importante battaglia contro la guerra condotta da lavoratori portuali e non solo, una battaglia che ha un importante valore per la classe lavoratrice e ha un respiro internazionale e internazionalista.

Riteniamo pertanto naturale che la CGIL e la FILT, come già fecero per un precedente scalo della Bahri Yanbu nel maggio scorso, partecipino attivamente a questa mobilitazione, proclamando lo sciopero quando la nave attraccasse nel porto e rispondendo così positivamente alle sollecitazioni che stanno pervenendo in tal senso da parte di RSU, RSA, lavoratori/trici e tante associazioni. E riterremmo particolarmente negativo, se non ingiustificabile, un’eventuale rinuncia a sostenere questa iniziativa e questa lotta: proprio nel momento in cui dal Medioriente alla Libia spirano con sempre maggior intensità i venti di guerra, proprio nel momento in cui il governo italiano fatica a sottrarsi a queste nuove stagioni di conflitto (a partire dal rinnovo dei trattati con la Libia), diventa tanto più necessario proseguire e perseguire l’iniziativa del mondo del lavoro contro ogni logica di guerra.

In ogni caso, i/le compagni/e dell’Area “Riconquistiamo tutto!” – Opposizione CGIL parteciperanno e invitano tutti/e a partecipare al presidio promosso dal CALP per la mattina di martedì 18 febbraio, alle ore 7.00, al varco Etiopia (ma data e orario potrebbero ancora cambiare, in relazione all’arrivo della nave).

Basta traffici di armi nel porto di Genova e in tutti i porti!

No alla guerra! Stop war for profit!

Area “Riconquistiamo tutto!” – Opposizione CGIL / nazionale
Area “Riconquistiamo tutto!” – Opposizione CGIL / Genova e Liguria

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