E.Como. Se la lotta paga, facciamola davvero!
Intervento al direttivo CGIL, 4 febbraio 2020. Nessuna discontinuità nel governo. No al taglio dei parlamentari. Il 9 marzo, sciopero femminista.
Qui il video dell’intervento su facebook.
1. Da questo governo nessuna discontinuità.
Francamente, mi pare che sulla legge di Bilancio, ci stiamo ripetendo le stesse cose da mesi. Sono almeno tre direttivi che ce le ripetiamo, anche perché in fondo le cose erano già abbastanza chiare a settembre. L’unica novità di oggi è che si vota un documento, ma di fatto voteremo una posizione che abbiamo già assunto durante tutta la discussione di questi mesi sulla Finanziaria. In ogni caso, credo che, come metodo, non sia corretto che il documento che verrà votato non sia stato ancora distribuito, tanto più quando, come in questo caso, il direttivo è convocato su due giorni. Molto probabilmente voteremo, di nuovo, un documento, che sarà soltanto letto dalla Presidenza (così poi è stato: vedi qui la nostra dichiarazione di voto contrario).
Detto questo, può essere che sia ripetitiva anche io, ma in qualche modo la relazione introduttiva me lo impone. Il cuneo fiscale non è che una rimodulazione degli 80 euro di Renzi, in questo non vedo alcuna discontinuità con le politiche degli anni precedenti. Il bonus Renzi è stato esteso, certo. E i benefici della sua estensione (verso l’alto) andranno indubbiamente a una parte del mondo del lavoro che noi rappresentiamo. Ma ricordiamoci che noi rappresentiamo (o dovremmo rappresentare) anche quella parte di lavoratori e lavoratrici che sono nelle fasce di reddito più basse, a cui già non andavano gli 80 euro di Renzi e a cui, di nuovo, non andrà il cuneo fiscale. Senza considerare tutto l’altro pezzo della nostra rappresentanza, i pensionati e le pensionate, a cui non va né il cuneo fiscale né le rivalutazioni delle pensioni, ancora sostanzialmente bloccate e che invece spetterebbero loro.
Allora, francamente, io penso che sia un errore, tanto politico che strategico, quello di annunciare il cuneo fiscale con tanta enfasi, come abbiamo fatto e come di nuovo propone la relazione introduttiva di questo direttivo. Non c’è bisogno di fare noi la propaganda al governo, sanno benissimo farsela da soli. Tanto più che il cuneo fiscale partirà da luglio, sempre che il governo sia ancora in carica per approvare i decreti attuativi e stanziare le coperture finanziarie.
Il punto non è intestarsi o meno dei risultati, tanto o poco che sia. Più serenamente, avremmo potuto dire: “da settembre siamo seduti al tavolo con il governo Conte, ecco quello che, a quel tavolo, abbiamo ottenuto”.
Invece, abbiamo scomodato slogan come “la lotta paga!” alludendo, nemmeno tanto velatamente a un “aumento dei salari”. Io amo molto lo slogan “la lotta paga!” Ma, vi prego, un po’ di buon senso: confiniamo con un paese, la Francia, che da oltre un mese è in sciopero e noi, con una manifestazione l’anno scorso di sabato, qualche sciopero di categoria (di cui uno, sull’autonomia differenziata, pure revocato) e i presidi di dicembre, cui al massimo ha partecipato il nostro gruppo dirigente, crediamo di convincere qualcuno che il cuneo fiscale è frutto delle lotte!!? Al limite, fosse vero, avremmo almeno potuto continuarle le lotte e provare a dare risposte su tutto il resto: i pensionati, le fasce più basse di reddito, i contratti della scuola e del pubblico impiego, tanto per dire.
E poi, davvero, ma come si fa a parlare di “aumento dei salari”. Il cuneo fiscale è finanziato in deficit e, in mancanza di un aumento del prelievo fiscale dalle fasce più alte di reddito, ce lo troveremo da finanziare il prossimo anno con nuovi tagli alla spesa sociale. Lo spiegavamo così quando Renzi ha approvato gli 80 euro. O sbaglio?! E non è per questo che, giustamente, ad aprile dell’anno scorso tuonavamo dalle pagine dei giornali la richiesta di una legge patrimoniale?! Con i padroni in fibrillazione perché la Cgil tornava a rivendicare di abbassare le tasse ai lavoratori per far pagare di più al capitale e alla rendita. La verità è che siamo passati da “vogliamo la patrimoniale” a “va bene il cuneo fiscale”. Altro che, “la lotta paga!”
Senza considerare che, anche, ammesso e non concesso, avessimo la stessa opinione sul cuneo fiscale, ma dove vediamo, su tutto il resto, la discontinuità di questo governo con i precedenti. Non certo sulle crisi aziendali. Ma tanto meno sulla gestione dell’ordine pubblico, sui decreti sicurezza, sulle politiche di accoglienza dei migranti. Nemmeno sul rinnovo dei trattati con la Libia c’è stata discontinuità! E dieci giorni fa, è morto un ragazzo di 38 anni nel CIE di Gradisca!
Nemmeno sulle politiche agricole e sull’ambiente c’è discontinuità, basta vedere la riapertura della Bellanova agli USA sui TIPP. A proposito della Bellanova. Io non dico niente sulle elezioni in Emilia Romagna, si è gia detto quello che c’era da dire: molti di voi hanno detto che abbiamo “scampato un pericolo”. Bene! Ma un conto è “scampare un pericolo” una volta, un altro è “sfidare la sorte” tutte le volte! Ho letto oggi (spero che venga smentito) che si pensa alla Bellanova come candidata del centro-sinistra per le regionali in Puglia! Credevo, passatemi la battuta, che dopo Callipo, il “padrone del tonno”, candidato del centro-sinistra in Calabria, avessimo davvero visto tutto. Invece al peggio non c’è proprio fine. Se fosse davvero la Bellanova come crediamo di andare a spiegare ai lavoratori e alle lavoratrici che, per scongiurare il pericolo leghista, si sostiene una delle più accorate sostenitrici del Jobs Act, oltre a tutto il resto (TIPP e Xilella compresa).
2. Il 29 marzo, votiamo NO al taglio dei parlamentari
Altro tema. Sono sorpresa che la relazione introduttiva e il successivo dibattito non abbia nemmeno sfiorato il tema del referendum costituzionale che si terrà a breve, il 29 marzo, sul taglio dei parlamentari. Io penso che sia un errore grave quello di pensare che sprechi e corruzione passino dalla riduzione del numero dei parlamentari. È un tema populista, certo. Ma non è così difficile sfidare il populismo con argomenti ben più efficaci. Si riducano piuttosto gli stipendi dei parlamentare e i privilegi della politica. Si riducano le spese militari, che nel nostro paese sono incredibilmente esagerate: abbiamo due portaerei, senza nemmeno essere in guerra. Neanche la Cina e la Russia ne hanno due. Ridurre il numero dei parlamentari non riduce gli sprechi, la corruzione o la mala politica, anzi. Così si riduce solo la democrazia e la rappresentanza, territoriale, di genere, di professione. Sarà sempre più difficile, per capirci, che entri in Parlamento qualcuno che rappresenti il mondo del lavoro e non provenga invece dalle lobby di potere o non sia avvocato, notaio piuttosto che professore universitario (sorvolo sugli ex sindacalista, che, come detto prima, non ci facciamo quasi mai una bella figura). Io credo che su questo la Cgil debba esprimersi e mi auguro che lo si faccia al più presto (su questo presento al direttivo un Ordine del Giorno).
3. Il 9 marzo è sciopero internazionale contro la violenza contro le donne
Anche, al più presto, va fatta la discussione sulle mobilitazioni femministe contro la violenza contro le donne e sullo sciopero del 9 marzo. Sapete come la penso: sostengo da quattro anni, da quando è stato lanciato, lo sciopero internazionale di NUDM nella giornata dell’8 marzo (quest’anno è il 9 perché l’8 cade di domenica). Lo farò anche quest’anno. Ma soprattutto chiedo che si faccia tra di noi, possibilimente prima tra le donne dell’organizzazione, una discussione e si prenda una posizione collettiva. Chiedo che questo direttivo, la segreteria o chi per essa, prenda oggi l’impegno a affrontare questa discussione il prima possibile. Mi pare che siamo già in forte ritardo.
Eliana Como
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