Contro ogni autonomia differenziata: un presidio a Torino
Qualche giorno fa si è tenuta a Torino un presidio davanti alla Prefettura, organizzato nella settimana di mobilitazione lanciata dal Comitato Nazionale per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e per i diritti uguali per tutti è stato un successo! Più di 40 persone hanno partecipato e sono state raccolte le firme per l’appello per il ritiro della Legge quadro del ministro Boccia. Erano presenti anche due comitati di scopo della provincia di Torino (Canavese e Leinì)
Una delegazione è stata ricevuta in Prefettura dal Capogabinetto, ha consegnato l’Appello, l’analisi della Legge Quadro, il volantino del presidio e le dichiarazioni delle assemblee nazionali di luglio e settembre. Da parte sua, il capo di gabinetto è rimasta colpita dalle nostre considerazioni sui pericoli che tale progetto porta con sé. La rimessa in causa dei diritti uguali per tutti, l’attacco alla sanità pubblica, la regionalizzazione della scuola della Repubblica e la cancellazione dei contratti collettivi nazionale possono avere degli esiti anche sulla tenuta sociale del paese.
Tutto questo dimostra una questione ben precisa e cioè che c’è tutto un un terreno per mobilitare. Una vera mobilitazione può essere costruita e portata avanti! Più che mai una questione si pone: la responsabilità delle direzioni sindacali nell’organizzare questa mobilitazione, prima di tutto per fermare la Legge quadro che incombe e che, se passa, aprirà la strada alla divisione del Paese.
Non è un caso che la prima domanda del capo di gabinetto del prefetto, sentite le argomentazioni della delegazione, sia stata: “E qual è la posizione sindacale?”. Più che mai è attuale ciò che l’assemblea nazionale del 7 luglio scorso scriveva nell’Appello alle organizzazioni sindacali: “I sindacati sono doppiamente coinvolti da questo processo: da un lato, perché è la loro stessa esistenza su un piano nazionale ad essere messa in causa. Dall’altro, perché la forza che possono mettere in campo consegna loro la responsabilità più grande per fermare il processo in corso”.
Per questi motivi abbiamo tutte le intenzioni di proseguire sui territori, nei luoghi di lavoro, con le lavoratrici e i lavoratori, prima di tutto facendo firmare in massa l’Appello ai governo e ai parlamentari per il ritiro della Legge Quadro, ma anche rivolgendoci ai dirigenti sindacali: questa legge non può passare, è vostra responsabilità mobilitare la popolazione per fermarla.
RT! nella FLC di Torino
Rispondi