Cgil. Marketing sondaggi e newco

Il progetto per la nuova comunicazione della Cgil non ci piace proprio

Con una lettera inviata via mail il 29 novembre via mail, la segreteria della Cgil informa tutte le strutture che ‘è stato discusso e approvato un progetto di riorganizzazione per la costruzione di un nuovo sistema di comunicazione della Cgil’.

Processo che è stato messo a punto, benché a titolo gratuito (come viene chiarito nella lettera), da una società privata che normalmente fa consulenza di marketing alle aziende private, la Assist Group.

Il nuovo progetto si basa sulla creazione di una nuova azienda (i padroni direbbero ‘newco’), la cui gestione dovrebbe essere ‘affidata congiuntamente all’Area Organizzazione e alla Società che ha previsto il PIANO approvato dalla segreteria e al nuovo direttore della Comunicazione’. A leggere bene, sembrerebbe, quindi, che la nuova gestione è in parte affidata a una società privata, dopo una vera e propria esternalizzazione del settore comunicazione, considerata sempre più a criteri privatistici, più da marketing che da propaganda sindacale. Il tutto, pensato esplicitamente con ‘l’obiettivo di aumentare gli iscritti e le iscritte’.

Come se il tema non fosse il radicamento nei territori e nei posti di lavoro e come se davvero qualcuno pensi che una operazione di marketing possa si aumentare gli iscritti o riempire con meno difficoltà le piazze. Diciamo così: confezionando meglio il prodotto.

Persino attraverso i sondaggi. E molto probabilmente con quella idea della comunicazione che ha il mercato e la politica, con modi e tempi che c’entrano poco o niente con noi. Se una notizia dopo 12 ore diventa obsoleta, i nostri delegati/e non hanno nemmeno il tempo per finire il turno per leggerla o veicolarla, figuriamoci per convocare una assemblea e discuterne con i lavoratori e le lavoratrici.

Al netto della necessità di rendere più efficace il modo in cui è attualmente organizzato il dipartimento organizzazione (anche a fronte di scelte politiche e organizzative nel passato assai poco lungimiranti), la nostra comunicazione non può però essere ispirata a criteri privatistici, ai sondaggi, al marketing. Comunicazione per la Cgil significa anche costruzione di senso e di identità.

Questa operazione rischia di snaturare la funzione che la comunicazione nella nostra organizzazione dovrebbe avere. E tutto questo senza che né il direttivo né l’assemblea generale ne abbiamo mai discusso, facendo di fatto precipitare una scelta politica fondamentale in una discussione che, al massimo, sarà affrontata in sede di bilancio.

Riteniamo che questa scelta sia profondamente sbagliata e meriterebbe ben altra discussione politica.

#RiconquistiamoTutto!

area di opposizione in Cgil 

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