Sulla manifestazione dei pensionati al Circo Massimo
La manifestazione nazionale del 9 novembre indetta da spi-cgil fnp-cisl e uilp-uil è stata l’ulteriore conferma di quanto stiamo analizzando e dicendo da tempo. Forse anche più demoralizzante di quanto pensavamo. Intanto un’organizzazione pressappochista della stessa manifestazione che sembrava fatta apposta perché non funzionasse. Convocata in un luogo quale il Circo Massimo che è di una vastità tale che, per avere un po’ di impatto e visibilità, occorre una presenza ben più massiccia di quella convenuta.
Ma probabilmente, la scelta di tale piazza, era funzionale al fatto di “non rompere le scatole ai romani”. In pratica prendi la metro da Termini e con poche fermate e sei al Circo Massimo senza che nessuno se ne accorga, tranne forse qualche passeggero della metro stessa. Poi va anche detto che è finito tutto prestissimo, e chi come il sottoscritto ad esempio arrivava da Torino ,non ha avuto la possibilità di sentire la maggior parte degli interventi, poiché all’arrivo era già tutto finito. Sicuramente prendere una piazza magari come Piazza del Popolo e aspettare l’arrivo dei/delle compagni/e che giungevano dai posti più lontani, diciamo,sarebbe stato diciamo almeno saggio considerando anche gli enormi costi che un simile raduno comporta.
Questo come critica per la parte organizzativa. Invece,per quello che riguarda l’aspetto propriamente politico, siamo alle classiche considerazioni in cui da una parte si denuncia la pochezza anzi la presa d’atto che non vi è nulla sulle pensioni, nulla sulla sanità e nulla sulla non autosufficienza, dall’altra vi è però un’apertura di credito al governo accontentandoci di chiedere più rispetto .Per questo, consapevoli della situazione critica, di una legge di bilancio difficile , ancora una volta, viene data disponibilità ad una “dilazione temporale” delle richieste .
Sembra che si individuino i problemi e le mancanze poi si faccia la lista della spesa e alla fine però resta il vago!
Manca completamente la capacità o la volontà di progettare un terreno di lotta che ovviamente va ricercata con le categorie dei lavoratori attivi che, come avevamo detto nel nostro volantino (tra l’altro circa 1000 distribuiti e per lo più ben accetti) è assolutamente indispensabile per i congiungere i problemi nostri e di coloro che in pensione devono ancora andare e che avranno assegni assolutamente insufficienti . Quindi ,diciamo noi , la necessità di far fronte comune è una priorità per la costruzione di uno sciopero generale contro le politiche economiche e sociali fino ad oggi seguite.
Altro che continuare a firmare “ cambiali in bianco”!!!
Ma intanto bisognerebbe che anche la maggioranza dello spi ,almeno fosse coerente con le cose che anche Pedretti dice, dando realmente battaglia all’interno della Cgil, affinché si smetta di inserire e potenziare nei contratti di lavoro, la previdenza integrativa, in luogo e sostituzione di rivendicazioni salariali adeguate.(in Italia abbiamo i salari più bassi….)
IL welfare aziendale è chiaramente in modo oggettivo, un elemento determinante per favorire la progressiva privatizzazione della sanità Pubblica! E poi: non si può balbettare sull’autonomia differenziata , bisogna assolutamente lottare per non farla. Non c’è una autonomia buona (magari emiliana) e una cattiva(magari lombarda) fanno ribrezzo entrambe!!!
Alla fine , pare di capire che come spesso è già successo , si fanno delle grandi mobilitazioni ma senza che vi sia dietro una reale volontà di provare realmente a cambiare l’agenda scritta sicuramente da altri.
Noi sappiamo benissimo che se si cede definitivamente sulla sanità pubblica , andiamo veramente verso un punto di non ritorno.
Allo stesso tempo, bisogna lavorare per un quadro legislativo sulla non autosufficienza, nella consapevolezza però che non serviranno tanto le firme raccolte (Ricordiamo la Carta dei Diritti e gli esiti conseguenti), quanto le capacità di mettere in moto azioni e lotte adeguate, su obiettivi unificanti.
Detto questo se ci chiedono di andare a raccogliere le firme andiamoci pure, non vi è nessun motivo di boicottare.
Il nostro compito come area è veramente difficile poiché ci troviamo in una situazione di esiguità numerica, ma nonostante ciò stiamo dimostrando a testa alta che individuare i terreni di lotta è possibile e non più differibile e lo abbiamo evidenziato anche al Circo Massimo, attraverso i nostri striscioni a tema(grazie ai compagni toscani) , al nostro striscione “storico”(grazie ad Achille), ai volantini che abbiamo distribuito, ma soprattutto grazie alla nostra ostinazione ed alla nostra tenacia.
Ugo Lucignano – SpidiArea
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