Come mobilitarsi senza mobilitarsi

Sulla proposta delle segreterie di Cgil Cisl Uil

I segretari di Cgil Cisl Uil hanno deciso una settimana di mobilitazione per il lavoro con iniziative da definire nei territori e 3 assemblee/manifestazioni aperte, a Roma in piazza Santi Apostoli. Iniziative che dovrebbero, secondo le intenzioni, parlare al governo, alle imprese e al paese. L’appuntamento è per il 10, 12 e 17 dicembre e i temi vanno da licenziamenti, crisi, appalti fino a rinnovo dei contratti pubblici e privati e loro defiscalizzazione, per arrivare a stato sociale, pensioni e fisco. Più varie e eventuali, probabilmente.

Insomma, 3 iniziative in una settimana, in giorni feriali e senza sciopero, senza un preciso obiettivo. Decise e comunicate dall’alto, senza alcun coinvolgimento reale dei delegati, ma nemmeno delle strutture. Perdipiù con solo due settimane di tempo per prepararne la riuscita. Anche dal punto di vista organizzativo, sembra francamente il modo migliore per NON farle riuscire.

D’altra parte, il nodo è politico. I vertici di Cgil Cisl Uil hanno deciso che questa finanziaria ce la dobbiamo far andare bene a tutti i costi. Anche se non ci sono risorse, né per sulle pensioni, né per i ccnl pubblici, né sugli investimenti. E quelle disponibili sul cuneo fiscale sono poco più che un palliativo. È poco (per alcune fasce sociali proprio niente), ma guai a mobilitarsi perché è sempre meglio che tornare alla precedente maggioranza di governo. Tanto più che, sul piano formale, questo governo chiama al tavolo i tre sindacati confederali. Questo è più o meno il senso della posizione dei vertici di Cgil Cisl Uil, che assicurano pace sociale oggi, in cambio di promesse su un futuro prossimo non ben precisato (ammesso e non concesso che questo governo resti in piedi).

Questa posizione è davvero debole. Tanto più debole, quanto più questo governo dimostra di essere fragile nella sua maggioranza e privo di una proposta politica per il paese. Anche di fronte ai grandi temi, come l’assetto industriale del paese (vedi Ilva, FCA e le centinaia di altri tavoli di crisi), la messa in sicurezza del paese (che fa letteralmente ‘acqua’ da tutte le parti), nonché sul modello di accoglienza ai migranti e gestione dell’ordine pubblico (visto che ad oggi, la cancellazione o anche solo revisione dei DL sicurezza non è nemmeno all’ordine del giorno).

Tre iniziative di piazza, organizzate senza tanta convinzione e senza precise parole d’ordine. Tanto per dire che il sindacato si mobilita senza però mobilitarsi. In un quadro di vera e propria subalternità a un governo, forse meno impresentabile del precedente ma in totale continuità con la linea politica e economica che in questi anni, non rispondendo ai bisogni del mondo che noi rappresentiamo, ha dato il via libera a quel consenso di massa che Salvini e il sovranismo reazionario e di destra ha raccolto e continua a raccogliere nel paese.

Così, secondo noi, non si fa che trascinare i problemi di sempre, allontanandoci ancora di più da chi dobbiamo rappresentare e confermando l’incapacità delle segreterie di Cgil Cisl Uil di smarcarci dagli schieramenti politici e dai partiti.

Il ruolo del sindacato dovrebbe piuttosto essere quello di riconquistare contratti dignitosi, salario e diritti, di rimettere al centro della scena politica la sicurezza sul lavoro, costruire un fronte tra il movimento dei lavoratori e quello in difesa dell’ambiente, avendo anche il coraggio di proclamare sciopero in coincidenza del “global strike”. La strada non è quella del ritorno alla concertazione a perdere ma quella di un sano sindacato antagonista, capace di lottare e mobilitare davvero il paese.

#RiconquistiamoTutto – l’area di opposizione in Cgil

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