Sanità Privata: lo sciopero è “sospeso” ma il contratto ancora non c’è!
Sulla mobilitazione per il rinnovo del ccnl (bloccato da 13 anni) interrotta da CGIL CISL UIL.
Lo sciopero nazionale del comparto sanità privata proclamato, per la prima volta, dopo quasi 13 anni di blocco del contratto nazionale, per il 20 Settembre è stato “sospeso”. Le virgolette sono necessarie, non esiste uno sciopero sospeso, lo sciopero o c’è o non c’è. In particolare, in un comparto sottoposto alla legge che impone la garanzia dei servizi minimi, proclamare lo sciopero o riproclamarlo dopo averlo sospeso, non cambia assolutamente nulla in termini di procedure, modalità e tempistiche.
Una trattativa estenuante per il rinnovo del Contratto Nazionale della Sanità Privata che comprende circa 300mila lavoratori e lavoratrici, un anno e mezzo di trattative interrotte dall’arroganza di Aiop (Confindustria) e Aris (case di cura cattoliche) che non ne vogliono sentir parlare di aumentare i salari dei lavoratori, se non attraverso un aumento delle tariffe da parte delle Regioni, per quanto riguarda le strutture che rientrano nei sistemi regionali di accreditamento al Ssn. In altre parole i padroni della sanità privata vogliono che gli adeguamenti retributivi siano pagati dal pubblico!
La mobilitazione è necessaria, anzi, sarebbe stata necessaria ben 13 anni fa! Eppure è bastato l’impegno a riaprire i tavoli per far saltare lo sciopero del 20/09. Dopo la convocazione di un tavolo del ministro della salute Speranza la contrattazione è ripartita, ma con essa è saltata l’occasione affinché le lavoratrici e i lavoratori incrociassero le braccia e dimostrassero una sacrosanta verità: se gli operatori e i professionisti della sanità scioperano, si fermano i servizi e con essi il Diritto alla Salute dei cittadini. Un’occasione mancata per rafforzare il potere contrattuale del sindacato, rappresentanti dei lavoratori, per portare a casa un contratto, un buon contratto, prima che passi ulteriore tempo.
Il contratto è un diritto, 13 anni senza contratto sono un diritto calpestato. Un periodo lunghissimo senza una lotta degna di questo nome. Quanto prima il contratto deve essere rinnovato, un contratto che faccia avanzare i diritti e rimetta nelle tasche dei lavoratori tutto quanto è stato perso in questi anni. Che questa necessità non si perda nella pia illusione che ci possa essere un governo amico che rimetta tutto a posto!
RiconquistiamoTutto! In FP CGIL
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