Ilva. Sciopero a oltranza
L’incontro al MISE di lunedì tra azienda, sindacati e governo, come era prevedibile, ha portato a un elenco di buoni propositi, che rischiano però di non avere nessuna concretezza e efficacia reale in materia di sicurezza sul lavoro. Questo nel giorno in cui un alto gravissimo incidente accaduto nello stabilimento solo per una fortuita e fortunata coincidenza non ha portato a nuovi lutti tra i lavoratori.
D’altra parte, la cassa integrazione non è stata ritirata, confermando quindi le prospettive fosche per lo stabilimento. Le uniche vere preoccupazioni dei vertici aziendale sono legate alla revoca dell’immunità, allo spegnimento forzato imposto dalla procura dell’altoforno 2 e a far cessare lo sciopero il prima possibile.
Il fatto che l’azienda, come dichiarato anche dalla Fiom, abbia assunto un “atteggiamento al di sotto delle disponibilità e responsabilità che il momento richiede” e abbia lanciato di fatto un ultimatum ricattatorio sul futuro del sito, dimostra quanto, al di là delle chiacchiere, essa non abbia nessuna intenzione di investire davvero sulla sicurezza e sulle condizioni di lavoro.
Lo hanno capito bene anche i lavoratori che, dopo l’incidente mortale, si sono messi in malattia in massa (ben 400). Giustamente, gli operai non sono più disposti a lavorare a queste condizioni, rischiando ogni giorno la vita. Per questo crediamo che sia assolutamente necessario riprendere lo sciopero fino a che davvero non saranno costruite condizioni tali da permettere ai lavoratori di poter andare in fabbrica senza il timore di non far più ritorno a casa!
#RiconquistiamoTutto, l’opposizione Cgil in Fiom
Rispondi