Multiservizi. La lotta necessaria!

31 maggio, sciopero multiservizi

Lo sciopero per il rinnovo del contratto nazionale del settore Pulizie e servizi integrati/multiservizi coinvolge circa 600.000 lavoratrici e lavoratori, in maggioranza occupati negli appalti dei diversi servizi – sanitari, scolastici e culturali -. Un settore caratterizzato da bassi salari, frequenti part time involontari (con orari di lavoro estremamente flessibili) e condizioni di lavoro estremamente precarie. Il contratto del settore è scaduto dal 30 aprile 2013 e la lunga vertenza per il rinnovo ha già visto dispiegarsi negli anni una serie di scioperi. Gli ultimi nella primavera/estate del 2017, quando venne scelta una mobilitazione unitaria con i settori della Ristorazione collettiva e commerciale, delle agenzie di viaggio e dei Pubblici esercizi, per il rinnovo dei rispettivi contratti nazionali. Dunque oggi stiamo facendo nella strategia passi indietro, segnati dalla frammentazione delle lotte- all’interno della stessa categoria, ma anche di specifici settori (vedi i rinnovi contrattuali e le vertenze della Grande Distribuzione Organizzata, del Commercio e della Distribuzione Cooperativa) – e dalla chiusura di diversi contratti che hanno restituito al padronato salario e diritti.

La trattativa per il rinnovo del contratto è in stallo per il mantenimento di una serie di pretese irricevibili delle controparti padronali (Legacoop, Confcooperative, Anip Confindustria,Confapi, Agci): la cancellazione del trattamento economico dei primi tre giorni di assenza per malattia; l’attacco al salario, con il rifiuto di erogare aumenti retributivi adeguati; l’attacco alle tutele in cambio di appalto, con l’applicazione del Job Act e la perdita dei diritti acquisiti; l’attacco alle condizioni dei nuovi assunti, con il sottoinquadramento.

Non basta però la riapertura delle trattative. Bisogna chiudere con le concessioni al padronato e mettere in campo una strategia per difendere il contratto nazionale come strumento universale, solidaristico di crescita del salario e di tutela dei diritti; per contrastare il welfare contrattuale che indebolisce il sistema pubblico; per rivendicare il blocco delle esternalizzazioni e la cancellazione degli appalti. Bisogna chiudere con gli enti bilaterali che segnano il consociativismo tra sindacato e padronato.

È necessario unificare le vertenze e ricomporre i lavoratori e le lavoratrici su un unico fronte di lotta, legando le lotte per i rinnovi contrattuali a una mobilitazione generale contro governo e padronato, per la cancellazione del Job Act – con il ripristino dell’art. 18 e la sua estensione – e di tutte le leggi che hanno precarizzato il lavoro, per l’annullamento delle controriforme pensionistiche, per il blocco dei licenziamenti, per la ripartizione del lavoro esistente tra tutte e tutti con la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga (bilanciando chi ne ha troppo e chi poco), per un salario garantito a chi è in cerca di occupazione.

Ma serve anche un altro metodo di costruzione delle lotte e degli scioperi e di direzione delle vertenze. Bisogna promuovere coordinamenti e comitati di lotta, lanciare campagne di assemblee nei luoghi di lavoro, arrivare a costruire un’assemblea nazionale di delegati e delegate eletti/e nei luoghi di lavoro, che elabori la piattaforma e il programma necessari.

#contratto nazionale
#sciopero generale

#RiconquistiamoTutto! l’opposizione in Filcams-Cgil

http://www.sindacatounaltracosa.org

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