Report assemblea pensionati RIconquistiamotutto – Roma 16 aprile 2019
Introduzione di Achille Zasso, conclusioni di Eliana Como. Dei presenti sono intervenuti 12 compagni/e. Si è ricordato anche il compagno Claudio Gentili recentemente scomparso
SULL’ASSEMBLEA
Scopo dell’incontro era fare un programma nazionale di iniziativa attraverso il quale impostare alcune vertenze anch’esse nazionali che portino l’area ad un maggiore radicamento e ad un forte lavoro di controinformazione, in particolare sul reddito di cittadinanza rispetto al quale la Cgil è restia a d esprimersi. Un programma anche di iniziativa nei territori. E’ in programma anche la costruzione di una nostra assemblea nazionale sulla sanità . Per le pensioni vogliamo tornare al sistema retributivo. 40 anni di lavoro sono sufficienti. E’ necessario costituire coordinamenti regionali Spi di area, oppure avere un nostro riferimento in ogni regione. E’ necessario costituire un nostro Esecutivo nazionale e un nostro Coordinamento nazionale. Le scadenze previste dallo Spi Cgil nazionale (assemblee 9 maggio e manifestazione nazionale 1° giugno) ci pongono un problema di elaborazione e visibilità (spezzoni e striscioni). E’ da conquistare una maggiore informativa da parte delle strutture Cgil e il rispetto delle agibilità sindacali.
SUL CONGRESSO
Molto bassa è stata la partecipazione. E’ stato un congresso di transizione e di compromesso sulle persone. Nessuna svolta a sinistra. Un congresso che ha visto la nostra opposizione. Al congresso siamo arrivati con un buon documento, ma nell’assemblea nazionale dell’area tenuta a Roma il 15 marzo ’19 alcuni compagni ritenevano più opportuno – posizione respinta dalla maggioranza dei compagni presenti all’assemblea – che sarebbe stato necessario anche evidenziare maggiormente i brogli che ci sono stati e sarebbe stato meglio uscire al Congresso nazionale di Bari con un nuovo documento o magari presentare un Odg alternativo. Questo è solo il legittimo giudizio di alcuni compagni. Occorrono da parte nostra forti segnali politici e rispetto a questa esigenza, insufficiente è stato – secondo una minoranza di compagni – il voto di astensione al Direttivo e all’Assemblea Generale Cgil conclusiva. Occorreva una battaglia preventiva più forte sulle regole del congresso dimostratesi fortemente insufficienti e una maggiore presenza ai seggi, ma questo dipendeva anche dalle forze in campo. Addirittura le assemblee precongressuali sono state realizzate senza la presenza del nostro documento. Nel congresso apprezzabile è risultato l’impegno da parte dello Spi di rilanciare l’iniziativa sindacale nelle leghe. Un fatto contraddetto però dalla lentezza nel tempo con cui vengono convocati i direttivi recentemente rinnovati.
SULLA CGIL
La Cgil è la piu’ grande organizzazione di massa rimasta alla sinistra e entrare in questa sua organizzazione ci permette di provare a condizionarla nonostante le continue delusioni. Quello dell’unità sindacale con Cisl e Uil risulta un tema di scontro e nello stesso tempo un freno all’iniziativa e al desiderio di mobilitazione che comunque c’è. E’ in atto la costruzione di un pericoloso “patto dei produttori” anche attraverso la condivisione di obiettivi come il sostegno alle grandi opere e alla Tav. Una decisione presa senza alcuna discussione interna. Un emblema dello sfruttamento dell’ambiente e del neoliberismo. Un grave segnale in questo senso è rappresentato anche dall’appello che Cgil Cisl e Uil hanno siglato insieme a Confindustria per le elezioni europee. Un appello basato sulla competitività e non su salario, pensioni e riduzione dell’orario di lavoro. La destra si combatte su questi livelli. I contratti nazionali marcano pesanti ritardi e nel pubblico impiego si registra la mancanza di iniziativa. La manifestazione di febbraio è stata convocata in ritardo e ha prodotto l’illusione di una cgil che si mobilita. Di rilievo sono state invece le manifestazioni di Verona e Torino, come altre manifestazioni sul tema dell’antifascismo e del razzismo (Milano, Prato…) . Un razzismo che si sta diffondendo anche al sud. Ma uguale attenzione dovrebbe essere rivolta al tema dell’integrazione di Sinti e Rom. Lo sciopero mondiale delle donne per l’8 marzo testimonia una diffuso desiderio di mobilitazione che la cgil non ha saputo e non sa cogliere. Anche le iniziative degli studenti in tema di ambiente, pur queste di livello mondiale, hanno sostanzialmente visto l’assenza della Cgil. Contraddizioni che vanno smascherate. Carente è anche l’iniziativa della Cgil in tema di prevenzione degli infortuni e delle morti sul lavoro, anche in casi di gravissimi infortuni. Insufficienti sono gli ispettori e inadeguata la formazione. Addirittura i padroni pagano minori contributi all’Inail. Sulla prevenzione degli infortuni avrà gravi conseguenze l’autonomia differenziata regionale. Grave è anche la lentezza della Cgil nel porre un freno alla realtà contrattuali in atto di stato sociale aziendale. Il primo documento non era contrario allo stato sociale aziendale. Anche l’estensione delle telecomunicazioni con il 5G dovrebbe portare la Cgil ad una richiesta di maggiore attenzione alla cautela e alla prevenzione dei tumori. Sulla questione molto grave delle regionalizzazioni la Cgil lascia sostanzialmente sola la Flc allo sciopero. Occorrerebbe anche una grande mobilitazione contro la privatizzazione e la regionalizzazione della sanità. Sarebbe necessario un profondo e diffuso lavoro di indagine sui bisogni degli anziani come dei migranti, dei sinti e dei rom. Ma chi deve pagare il soddisfacimento di questi bisogni? In sostanza si rileva un deficit di confederalità testimoniato dal sostanziale dumping che le varie categorie fanno dal punto di vista sindacale.
SULLA SITUAZIONE
600 multinazionali governano il mondo e la globalizzazione non vuole la democrazia. La Cina sta diventando la prima potenza mondiale. In Italia si stanno facendo esperimenti con modelli autoritari comprimendo parlamenti e diritto allo sciopero. In questa situazione si evidenzia una perdita di identità della classe operaia. A partire dall’inizio della crisi si registra una forte perdita del potere di acquisto dei salari e delle pensioni. Le controriforme messe in atto hanno peggiorato la situazione. Forte è stato l’attacco alle pensioni da parte anche di questo governo. Tutto si sta traducendo in minori consumi. Nonostante la penalizzazione di lavoratori/trici e pensionati/e la spesa pubblica continua ad aumentare. Il 70% delle pensioni è sotto i 1000 euro. La legge Fornero è stata finanziata internamente al sistema pensionistico. Anche con l’Opzione Donna si ha una forte penalizzazione dato il calcolo tutto contributivo. La revisione della questione delle aspettative di vita è solo sospesa. E si dovrebbe invece parlare di aspettativa di VITA SANA. C’è anche un forte problema sanità in generale per tutti/e (vedi le liste di attesa) in particolare per gli anziani. Oltre al pericolo delle regionalizzazioni è in atto in ogni regione un intervento di accentramento e riduzione delle risorse. La parola popolo, attraverso il populismo, ci è stata alla fine scippata dalla destra. La crisi e l’incertezza sul futuro dell’Ilva a Taranto (8600 lavoratoti/trici) stanno causando un grave clima di sfiducia e disorientamento generale nei lavoratori, sia in quelli messi fuori sia in quelli rimasti in produzione. A Taranto il sindacato non si sta interessando dei temi ambientali e anche la città è complessivamente indifferente. Ma sia le iniziative di livello mondiale delle donne che quella degli studenti testimoniano un desiderio di mobilitarsi che è necessario alimentare ma con cui la Cgil fatica a rapportarsi.
SU DI NOI
Al congresso il nostro comportamento soprattutto dal punto di vista etico è stato riconosciuto come costruttivo dalla stessa maggioranza. Ma abbiamo anche noi avuto problemi di democrazia che vanno superati. Tutte le organizzazioni ne hanno e si parte da una attenzione alla circolazione delle informazioni. Posizioni diverse devono avere agio di confrontarsi pienamente anche allo scopo di salvaguardare la necessaria unità della nostra area. Verso lo Spi anche nella mostra area si è manifestato un certo atteggiamento di sufficienza. Invece il contributo dei/lle pensionati/e e della loro esperienza anche di politica sindacale è importante in una stagione di incertezza, smarrimento e regressione. E di confederalità in difficoltà. Maggiore visibilità dovremmo raggiungere sulla stampa nazionale e locale
CONCLUSIONI
E’ stato riconfermato Achille Zasso quale coordinatore nazionale ed è stato costituito un Esecutivo di 5 persone: Achille Zasso; Giancarlo Girardi; Ugo Lucignano; Patrizia Tardivello; Giuseppe Vassallo (Giosino). Per quanto riguarda il Coordinamento Nazionale ogni regione individuerà entro una ventina di gg. i nominativi. I numeri saranno definiti in base ai voti al congresso facendo in modo però che ogni regione sia rappresentata. Verrà organizzata intorno al 20 giugno la festa della nostra area a Torino.
20.4.2019
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