Che 100 fiori fioriscano pure. Ma con coerenza!

AC Cgil 4 marzo 2019. Intervento di Eliana Como

Qui il video dell’intervento.

Aldilà delle diverse opinioni che abbiamo avuto sulla manifestazione del 9 febbraio (e sapete quanto io sia allergica all’unità sindacale con i vertici di Cisl e Uil e tanto più alle delegazioni di Confindustria…), credo sia giusto, in ogni caso, che si provi a dare continuità a un percorso di mobilitazione, sui tanti temi che sono stati proposti dalla relazione introduttiva del segretario generale. Tanto più se, come lui ha detto, lo facciamo con una larga campagna di assemblee, perché mai come in questo momento abbiamo esattamente bisogno di questo. Anzi, avremmo dovuto farla ben prima, soprattutto prima della manifestazione del 9. Mi auguro però che si faccia davvero, perché tante volte in questi anni ci siamo detti di fare campagne di assemblee, poi mai realizzate.

Quindi bene che si propongano tanti temi di mobilitazione, importanti senza ombra di dubbio. E capisco che sia una fase di avvio, quindi sono d’accordo di darci il tempo di verificare le nostre proposte. Che 100 fiori fioriscano pure!
Però, permettetemi, a me pare francamente che manchi un baricentro alla nostra iniziativa, una direzione chiara che non sia la sola risposta – giusta ma generica – a un clima di aspettitativa e di cambiamento che pure c’è nel paese. E su tanti punti, c’è poca chiarezza.

 

1. Credo che a questa campagna di mobilitazione manchi il tema della sicurezza sui posti di lavoro. Ci diciamo che dobbiamo insistere sull’accordo interconfederale appena firmato con Confidustria perché se ne dia applicazione. Bene, ma non basta. L’anno scorso sono morte sul posto di lavoro 700 persone (circa 1500 contando quelli morti in itinere). E, come vedete, già dai primi mesi dell’anno questo trend continua senza tregua, come ovvio. Allora non bastano gli accordi. Serve una mobilitazione ben più forte.

 

2. Si è parlato nell’introduzione del rapporto con i soggetti politici e sociali, in riferimento alle primarie di ieri del PD. A me, devo dire, interessa proprio poco cosa fa il PD. Sono molto più interessata ad altri soggetti sociali. A cominciare dallo sciopero dell’8 marzo contro la violenza sulle donne e contro le discriminazioni sui posti di lavoro.
Non ci torno sulla scelta della Cgil di non aderire allo sciopero. L’ho fatto per tutto il Congresso, prendo atto che l’organizzazione non ha voluto farlo. Per me, però, continua a essere un errore. Tanto più sarebbe stato importante quest’anno, anche per la nostra iniziativa. Spesso quando parliamo della legge di stabilità, ci dimentichiamo di dire che, a parte quota 100, il governo ha reintrodotto opzione-donna, che consente sì alle donne di andare in pensione prima, ma con una fortissima penalizzazione, che assai frequentemente le donne sono costrette ad accettare comunque per ricatto, tanto delle aziende, quanto delle famiglie (che a 58 anni, si sa, ci sono i nipoti da tenere e gli anziani da accudire…). Per non parlare della norma con la quale ci “permettono” di stare al lavoro fino al 9° mese di gravidanza. E il ddl Pillon, sul quale siamo tutte mobilitate. Piuttosto che l’iniziativa a Verona, dove la peggiore lobby omofoba e anti-abortista si ritroverà a fine marzo, con il patrocinio del governo. Questa schifezza ci riguarda pienamente, perché si ritrovano per affermare le loro idee medioevali: non soltanto quelle per cui la famiglia è unicamente quella che il loro miserabile punto di vista arriva a concepire, ma anche quella secondo la quale la colpa del calo della fertilità in Italia è delle lavoratrici, perché vanno a lavorare invece che stare a casa a sfornare bambini.
Allora, sarebbe stato tanto più importante aderire allo sciopero quest’anno. Anche perché tante nostre delegate, tante nostre lavoratrici, lo faranno lo stesso. Pezzi interi di nostre strutture, in realtà. Già perché non sto mica parlando soltanto per l’area. L’attenzione verso questo sciopero va ben oltre! È proprio un errore non capirlo.
Così come è un errore non capire quanto sia importante costruire un rapporto e una interlocuzione positiva con il movimento di NUDM, con i nostri reciproci linguaggi, certo, che a volte sono diversi, e con le nostre reciproche autonomie. Lo so che non è facile, come sempre quando ci si rapporta a un movimento. A volte non è semplice nemmeno per me. Ma come si fa a non capire quanto sia importante stabilire un contatto reale con un movimento che da 3 anni è in campo con iniziative sempre partecipatissime e in cui, peraltro, sono coinvolte tante giovani e giovanissime ragazze. Ci diciamo, a proposito dei riders come veniva detto nell’introduzione, che spesso facciamo fatica a intercettare quel mondo. Ecco, quelle giovanissime spesso fanno quei lavori. E noi avremmo tanto da insegnare loro, quanto, non ho dubbi, loro avrebbero da insegnare a noi.
Nell’introduzione ci si diceva che ci sorprendiamo della grande partecipazione alle iniziative di queste ultime settimane. Lo dico subito: io non mi stupirò se in piazza l’8 marzo saremo tantissime e tantissimi. Il problema sarà più di chi non ci sarà. E noi avremmo dovuto esserci, anche partecipando allo sciopero, così come, giustamente siamo stati in piazza sabato per i migranti (a proposito, in questa AG la presenza dei migranti è davvero bassa. Per me questo è un problema, che mi auguro cercheremo di risolvere).

 

3. Sempre a proposito di soggetti sociali, il 15 marzo è sciopero internazionale per il clima, lanciato dalla ragazza svedese, Greta Thunberg.
Anche in questo caso, per me è un errore che la Cgil non vi abbia aderito. Certo, il 15 ci sarà lo sciopero degli edili… che, però, ha come prima rivendicazione lo sblocco dei cantieri delle grandi opere. Non esattamente un esempio brillante di difesa dell’ambiente! Tutte, TAV TAP 3° valico… ora i padroni e una parte della politica sono tornati a chiedere persino il ponte sullo stretto di Messina! Il problema non è soltanto quello che correttamente veniva citato nell’introduzione, quello degli appalti e subappalti. Il problema è che le grandi opere, con il loro corollario immancabile di corruzione, rispondono a interessi che sono diversi dai nostri e da quelli delle popolazioni su cui ricadono, che non a caso in questi anni si sono sempre mobilitate contro. Sono interessi diversi anche dalla nostra legittima richiesta di creare occupazione, perché se ne crea molta più con le opere diffuse di messa in sicurezza del territorio, delle case, delle scuole, delle infrastrutture, persino del patrimonio artistico (mi insegnate voi che la Fillea rappresenta anche i lavoratori e le lavoratrici di quel settore). Sì, perchè anche il patrimonio artistico e archeologico crolla un pezzo alla volta a ogni temporale (a proposito della iniziativa sulla cultura che finalmente faremo, a Matera a maggio). Per non parlare del fatto che si potrebbe creare occupazione anche smantellando l’enorme patrimonio industriale abbandonato (non certo quello di archeologia industriale, ovvio). Pensate: creare occupazione con meno cemento! Questa sì sarebbe una rivendicazione per lo sciopero internazionale del 15 marzo. Altro che le grandi opere.

 

4. Bene che l’autonomia differenziata sia uno temi su cui ci mobilitiamo, anche in prospettiva della manifestazione per il sud a giugno. Sono d’accordo con il segretario della FLC quando richiama a una esigenza di mobilitazione e bene se quella categoria andrà allo sciopero. Ma questo tema dovrebbe riguardare tutta la confederazione, non soltanto la scuola o, al limite, i settori di sanità e infrastutture. E attenzione, anche su questo serve essere chiari: non possiamo dire che non va bene l’autonomia differenziata di Veneto e Lombardia e poi fare i distinguo su quella dell’Emilia Romagna.

 

5. Bene anche che ci diciamo di coordinare le vertenze e le lotte contro la precarietà. Ma è chiaro a tutti, penso, che nei posti di lavoro le aziende ci stanno chiedendo deroghe al decreto dignità, sulle causali e sui tempi, perché non vogliono assumere. E spesso fanno ricadere il ricatto della mancata conferma dei precari sui nostri delegati e delegate. Allora, per prima cosa noi dovremmo indicare una linea precisa, chiara e irremovibile per tutti, come strumento che, a ogni livello, aiuti tutti a dire no alle deroghe. Perché altrimenti ognuno fa come può o crede, a cominciare dal ccnl dei somministrati, che allunga a 48 mesi il periodo di utilizzo presso la stessa agenzia, tanto per fare un esempio.

 

Quindi, bene che apriamo una fase di mobilitazione, non sarò io a dire di non farlo. Ma serve chiarezza e la chiederemo a ogni passaggio e sulla costruzione di ogni piattaforma, tanto più se davvero si pensa che la tenuta di queste iniziative passa dalla unità con i vertici di Cisl e Uil (ribadendo queste motivazioni, abbiamo poi dichiarato la nostra astensione sul documento presentato alla AG).

Davvero, facciamo attenzione, perché deludere una aspettiva e persino peggio che ignorarla.

Eliana Como

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