RIbelle ciao!

verso un 8 marzo di lotta!

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L’8 marzo nasce dai movimenti di rivendicazione dei diritti delle donne di inizio 900 come giornata di lotta. Anche quest’anno, sarà una giornata di sciopero femminista in tantissimi paesi del mondo. Lo sciopero, lanciato dal movimento argentino NI UNA MENOS nel 2017 contro la violenza maschile sulle donne, attraversa tutte le discriminazioni delle donne, compreso il doppio sfruttamento del loro lavoro: nei posti di lavoro e in casa.

In questi anni, la condizione delle lavoratrici italiane è peggiorata, anche per la riforma Fornero che ha reso uguale l’età di vecchiaia di uomini e donne, portandola a 67 anni. L’ultima riforma ha poi reintrodotto opzione-donna, con il quale le donne possono andare in pensione prima ma con una forte penalizzazione che abbassa così gli importi medi, già bassi, delle loro pensioni.
Come se non bastasse, l’ultima finanziaria, oltre a ulteriori tagli alla spesa sociale, ‘permette’ di restare al lavoro fino al 9° mese di gravidanza, esponendo le donne a un odioso ricatto da parte dei datori di lavoro.

L’8 marzo non può essere soltanto una giornata di festa o di commemorazione. Deve essere una giornata di lotta e di sfida: cosa accade al mondo se si fermano le donne? Ecco perché l’8 marzo sciopereremo. Da tutto: dal lavoro produttivo nei posti di lavoro, da quello riproduttivo dentro casa, da ogni stereotipo e pregiudizio che pretende di dirci come dobbiamo o non dobbiamo essere. Quest’anno, è tanto più importante scioperare, contro un governo razzista, sessista e omofobo, in mano a esponenti antiabortisti del family day e a inquisitori medioevali come Fontana e Pillon.

Pensiamo che la Cgil abbia sbagliato a non aderire allo sciopero e abbia perso una grande occasione di mobilitazione. Le iniziative di discussione e di confronto non bastano. Bisogna lottare. Tante delegate/i della Cgil aderiranno lo stesso, costruendo lo sciopero con assemblee nei posti di lavoro e iniziative, informando le lavoratrici e i lavoratori e, laddove possibile, proclamandolo anche come RSU/RSA.

Invitiamo tutte le delegate/i a sostenere questo percorso, perché scioperare è urgente e necessario, contro la violenza contro le donne ma anche contro le discriminazioni nel lavoro e nella società:

– contro l’attacco continuo e feroce ai diritti, compresi quelli elementari e intoccabili della tutela della maternità;
– per una reale pari dignità e parità di salario nel mondo del lavoro;
– contro turni massacranti, flessibili e ingestibili per la propria vita, compresi i part time involontari di tanta parte del settore dei servizi e il lavoro domenicale e festivo;
– per contrastare i tagli al welfare universale e gratuito, contro ogni autonomia differenziata e contro le pratiche di welfare aziendale;
– perché vengano abolite tutte le leggi che hanno istituzionalizzato la precarietà i cui effetti continuano a produrre discriminazioni, ricatti, violenze e molestie sul luogo di lavoro, tanto più per le donne migranti;
– per sostenere la redistribuzione del lavoro con la riduzione dell’orario a parità di salario e l’abrogazione della Fornero;
– per liberarsi dalle relazioni patriarcali, dai ruoli imposti, dai pregiudizi e dagli stereotipi;
– per difendere e finalmente applicare la legge 194, contro l’obiezione di coscienza;
– per contrastare le politiche sessiste e omofobe del governo, a cominciare dal ddl Pillon.

Per queste e molte altre ragioni, saremo in piazza l’8 marzo! Aderisci anche tu allo sciopero femminista globale e partecipa ai vari cortei cittadini organizzati dal movimento.

#Riconquistiamotutto!

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