“Riconquistiamo tutto!” al congresso dello SPI

Il report della partecipazione del secondo documento al XX congresso dello SPI, tenuto a Torino dal 9 al 11 gennaio 2019.

Portiamo a conoscenza il testo del report – scritto dal compagno Giuseppe Vassallo (detto Giosino) di Genova delegato del documento “Riconquistiamo tutto!”-  per il congresso nazionale SPI Cgil svoltosi a Torino nei giorni l 9, 10 e 11 gennaio 2019.

Rivolgiamo un ringraziamento ai compagni e alle compagne per il lavoro svolto e per aver mantenuto alto il profilo politico delle posizioni espresse dal nostro documento congressuale, anche attraverso una pratica di lavoro collettivo che ci distingue.

Si tratta di un valore aggiunto che è testimonianza di merito prima che di forma e che si è reso maggiormente visibile in un congresso nazionale come quello dello SPI Cgil.

E’ stato un congresso blindato e difficile, in cui le contraddizioni interne alla maggioranza si sono palesate nella contrapposizione tra candidature interne allo stesso documento “Il lavoro E’”e si sono concluse con una pace armata che rinvia il conflitto al congresso di Bari, alla faccia del documento unitario della maggioranza.

Il nostro gruppo di nove delegati ha votato ovviamente contro il documento conclusivo del congresso nazionale SPI di Torino del 9, 10 e 11 gennaio 2019 e contro la proposta di eleggere segretario generale nazionale dello SPI Cgil Ivan Pedretti.

I nostri risultati sono stati superiori rispetto alle nostre stesse attese, come risulta innanzitutto dai voti favorevoli ottenuti nei tre “ordini del giorno” da noi presentati e, inoltre, dal totale dei voti contrari, degli astenuti, delle schede bianche e nulle espressi dall’assemblea congressuale nei confronti del nuovo Direttivo nazionale ( 39 contrari, 7 astenuti e 1 scheda nulla su 296 votanti) e nei confronti della nuova Assemblea nazionale (37 contrari, 10 astenuti, 1 scheda bianca ed 1 scheda nulla su 296 votanti).

Gli ordini del giorno da noi presentati al congresso avevano come titolo: NO ALLA TAV Torino –Lione (che ha riportato il maggior numero di voti, presentatore Ugo Lucignano), Ordine del giorno sulla SANITA’ (che riproduciamo integralmente, presentatore Alberto Giorgi) e Contro il decreto SICUREZZA (presentatore Achille Zasso).

In particolare quello sulla “NO ALLA TAV Torino-Lione” (preparato e presentato al congresso dal compagno Ugo Lucignano ha riportato 30 voti favorevoli e 13 astenuti su una platea di 296 votanti).

Al di là dei numeri che complessivamente risultano esigui, ciò che risulta come dato positivo è la nostra maggior credibilità e ascolto.

Basti pensare ad alcune ufficiose, ma significative affermazioni di esponenti di rilievo del tipo: “gli unici ad avere una linea chiara siete voi”.

Andremo a Bari con questo portato, continuando con determinazione in direzione ostinata e contraria per riaffermare i diritti del lavoro e per un sindacato dei lavoratori.

Riproduciamo inoltre integralmente l’ordine del giorno sulla sanità presentato da Alberto Giorgi.

Il Sistema Sanitario PUBBLICO E NAZIONALE rappresenta una delle conquiste di civiltà del nostro paese. Una conquista frutto dei Principi Fondamentali espressi nella Costituzione e delle lotte del biennio 68/69.

Oggi però questa conquista è messa in discussione in profondità sia da processi di regionalizzazione estrema, sia da privatizzazioni e tagli allo Stato Sociale che, praticati da tutti i governi a partire dagli anni 90, non hanno trovato adeguata resistenza. Privatizzazioni che non hanno interessato solo la proprietà di strutture e sistemi, ma la stessa gestione sempre più verticistica e autoritaria dei servizi, una gestione nei fatti di stampo aziendalistico.

Da tali processi i/le lavoratori/lavoratrici e i /le pensionati/pensionate stanno subendo un danno di forte entità, in particolare nella regione Lombardia. Una regione che vanta sì eccellenze proprio in ambito sanitario complessivo, ma nella quale invece, proprio nelle strutture pubbliche, lavoratori/lavoratrici e pensionati/pensionate denunciano gravi carenze e vergognosi allungamenti delle liste di attesa, pur continuando a sostenere il costo elevato dei ticket.

Da parte di Cgil, Cisl, Uil e da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, in Lombardia, è stato firmato un protocollo e sono stati sottoscritti accordi nei quali i sindacati hanno condiviso le scelte della Giunta Regionale per un progetto di assunzione in carico dei malati e dei pazienti cronici. Sono state così introdotte le figure dei “gestori” e dei “co-gestori”, soprattutto privati, della salute, con il compito di far predisporre da loro i “piani di assistenza individuale” in carico non più al medico di medicina generale o di famiglia, ma ad un “soggetto terzo”, di fatto estraneo all’indispensabile rapporto di fiducia tra medico e paziente. Sarà così ridotto fortemente, o addirittura soppresso, l’intervento e il compito del medico di famiglia, con evidente grave pregiudizio alla qualità delle prestazioni sanitarie e alla salute dei/delle cittadini/e. Questi accordi e protocolli finiscono così per colpire a fondo la sanità pubblica, costituendo un ulteriore passo verso la sua privatizzazione.

In tutte le regioni poi la carenza di strutture diffuse sul territorio, in ossequio a tagli spesso mascherati da razionalizzazioni (consultori, case della salute …) ha di fatto svuotato di ogni significato una parola centrale come quella di “prevenzione”, sulla quale si basava la stessa idea di sistema sanitario pubblico e nazionale.

Per non parlare poi di grave insufficienza di quel che c’è in fatto di salute mentale e di assistenza sociale, in particolare per fasce di popolazione di una società in progressivo invecchiamento.

Si delinea così un sistema inevitabilmente sempre più lontano dai bisogni reali dei ceti popolari. Infatti, a fronte delle progressive disfunzioni del sistema pubblico provocate da quella intenzionale disattenzione politica e dalla riduzione degli stanziamenti (allungamento abnorme delle liste di attesa, aumento spropositato dei ticket, carenza di personale sanitario, addirittura casi di non salubrità degli stessi spazi ospedalieri per l’appalto esterno di servizi di igiene e pulizia…), chi ha potuto permetterselo, si è rivolto alla sanità privata. Tutti/e gli/le altri/altre sono stati costretti a rinunciare a curarsi. Da qui un malessere diffuso che spesso ha finito per scaricarsi sugli stessi incolpevoli operatori sanitari.

Infine nuovi ospedali sono stati costruiti proprio attraverso strumenti finanziari privatistici, a vantaggio di profitti particolari.

Adesso anche i Contratti di Lavoro Nazionali, attraverso una sanità integrativa a carico della fiscalità generale, convalidano nei fatti uno stato regressivo di cose che sembra riportarci agli anni delle mutue che si pensavano ormai lontani.

Di fronte a tale grave situazione complessiva un sindacato veramente GENERALE E CONFEDERALE non può non mobilitarsi localmente e nazionalmente, da subito, con iniziative anche di contro informazione e sensibilizzazione, per cercare di frenare una deriva in atto che può destabilizzare gli stessi fondamenti della convivenza civile.

Una azione che non potrà non coinvolgere da subito le leghe dello Spi e lo Spi tutto, “una categoria particolare” che, per la sua struttura naturalmente confederale e appunto con le sue leghe, di fatto “è” la presenza capillare della Cgil sul territorio.

Per provare così a far riconquistare al paese quel traguardo di civiltà tanto faticosamente raggiunto con lotte e che oggi sta così decisamente perdendo.

Con il presente ordine del giorno si chiede anche di ritirare la firma dagli accordi e protocolli firmati in Lombardia, proprio per evitare che tali sbagliati e pessimi progetti si estendano dalla Lombardia alle altre regioni italiane.

Il documento congressuale “Riconquistiamo tutto!”

Il Sindacato è un’altra cosa-opposizione Cgil Pensionati

 

 

  

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