Acqua pubblica: se 26 milioni vi sembran pochi…
Sulla piattaforma dello sciopero del 17 dicembre 2018 di Filctem Cgil, Femca/Flaei Cisl, Uiltec Uil
Apprendiamo da qualche giorno dell’iniziativa delle direzioni sindacali di Filctem Cgil, Femca/Flaei Cisl, Uiltec Uil circa lo sciopero indetto per il 17 dicembre. Tra le motivazioni, la contrarietà al progetto di legge “Daga” per la Ripubblicizzazione del Servizio Idrico in Italia.
Aldilà delle considerazioni che facciamo sull’operato di questo Governo la cui impronta xenofoba, liberista, insipiente e che alimenta diseguaglianze sociali e salariali, come area programmatica Il Sindacato è un’altra Cosa – OpposizioneCgil pensiamo di stare dalla parte di 26 milioni di cittadini che col referendum di giugno del 2011, non alle primarie e tantomeno alle parlamentarie, si sono espressi chiaramente dando un mandato chiaro e preciso nel mettere l’acqua al riparo dal profitto e di invertire la rotta sull’emergenza ambientale.
Quella proposta di legge è la proposta che nel 2007 ha raccolto 400.000 firme, non da chi la propone ma da tanti uomini e donne, anche nostri delegati/e, a sostegno del percorso tracciato dal Forum dei Movimenti per l’Acqua. Tenuta nel cassetto per anni dai governi del bipartitismo, che hanno tradito, disatteso e attaccato quel referendum, soltanto adesso viene calendarizzata con notevole ritardo.
Pensiamo che la valenza politica di tali temi e le scelte che le categorie prendono a riguardo, debbano trovare invece ampia partecipazione e non essere decise tra pochi eletti. Nei fatti ricordiamo l’esperienza di Napoli che subito dopo il referendum ha messo in pratica tale processo trasformando ARIN Spa in ABC Azienda Speciale. I valori di tale trasformazione li elenchiamo nell’assorbimento di 100 lavoratori dell’ex Consorzio San Giovanni, e altri 80 della controllata net Service stanno per essere assorbiti con contratto Gasacqua, nel completamento sostenibile del Ciclo idrico Integrato, nell’internalizzazione di attività lavorative, nell’organizzazione del lavoro per nulla precarizzata (nessun contratto precario), nell’erogare il servizio idrico ancora a tariffe sostenibili, nella possibilità di reinvestire utili di esercizio nella manutenzione degli impianti e della rete, sottraendoli ai dividendi di azionisti di società quotate in borsa che alimentano quella finanza malata, causa profonda della crisi che stiamo vivendo.
Sull’Art 177 per noi più che scontata la condivisione ma ancor più la preoccupazione degli effetti qualora fosse applicata tale norma; rimarchiamo altresì il ritardo con cui viene sollevato dalle categorie di settore, visto che il decreto “correttivo” è avvenuto per opera del governo Gentiloni. Pensiamo inoltre che siccome il tema delle esternalizzazioni selvagge non riguardi solo il comparto degli elettrici e del gasacqua, debba essere riportato all’interno di una piattaforma rivendicativa di uno sciopero generale di tutto il mondo del lavoro, per recuperare le diseguaglianze che anche questo governo sta praticando.
L’auspicio è che con “coerenza” la difesa delle attività lavorative sia praticata anche nei prossimi rinnovi contrattuali a partire proprio da questi settori rilanciando la mobilitazione generale!!! Vista la mancanza di un vero e necessario dibattito sul tema ci faremo carico di promuovere iniziative tra le maestranze e con le realtà impegnate da anni su questo tema, così come all’interno della stessa Cgil!!!
NO alle speculazioni sui servizi pubblici
SI ai diritti di lavoratori e cittadini
SI ad una riconversione Ambientale per la creazione di nuova e stabile occupazione !!!
11dic18
“Il sindacato è un’altra cosa–Opposizione Cgil” Filctem Cgil – Coordinamento nazionale
Per questo, condividendolo, pubblichiamo qui anche il comunicato stampa del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
FILCTEM CGIL – FEMCA CISL – FLAEI-CISL – UILTEC UIL contro la legge sull’acqua pubblica?
Forum Movimenti per l’acqua: “La proposta di legge restituisce il servizio idrico ai cittadini, garantendo i diritti dei lavoratori”
Abbiamo letto con stupore la nota con cui FILCTEM CGIL, FEMCA CISL, FLAEI-CISL e UILTEC UIL hanno avviato la procedura e poi indetto lo sciopero il 17 dicembre per contrastare la legge per l’acqua pubblica in discussione alla Camera dei Deputati. Provvedimento, come è noto, che nasce dalla legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua col sostegno di oltre 400mila cittadini e poi nuovamente depositato nella scorsa legislatura con il l’intergruppo per l’acqua bene comune composto da 200 parlamentari di diversa estrazione politica.
Siamo convinti che questa legge rappresenti una radicale inversione di tendenza, lo strumento più adatto per realizzare una gestione del servizio idrico integrato interamente pubblica, partecipativa, ambientalmente sostenibile, con tariffe eque per tutti i cittadini, che garantisca davvero i diritti dei lavoratori e gli investimenti sulle infrastrutture, fuori da qualsiasi logica di profitto.
Stupisce che anche la FILCTEM CGIL abbia espresso invece un giudizio capzioso e approssimativo, visto che la CGIL ha convintamente sostenuto la campagna referendaria del 2011 di cui questa proposta di legge è la coerente, reale e concreta attuazione, rispondendo all’urgenza di dotare il nostro Paese di un quadro legislativo unitario rispetto al governo delle risorse idriche, introducendo modelli di gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico, procedendo da subito alla ripubblicizzazione.
Segnando, inoltre, una svolta radicale rispetto alle politiche che hanno fatto dell’acqua una merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione.
In questa direzione ci sono state diverse prese di posizione della CGIL, come la nota diffusa nel febbraio 2016 in cui si ribadiva che per accogliere appieno, non solo il risultato giuridico ma soprattutto il valore politico-culturale dell’esito referendario, fosse necessaria una legge di recepimento di quell’espressione popolare e che la confederazione sindacale si sarebbe attivata per sostenerne l’approvazione.
Più nel dettaglio si sottolineava che il servizio idrico dovesse essere posto nelle condizioni per cui le comunità locali, appartenenti allo stesso bacino idrografico, avessero la possibilità di poter disporre anche di una gestione pubblica del bene comune acqua.
D’altra parte ci teniamo a evidenziare la gravità degli effetti che deriveranno dall’applicazione della norma inserita nel cosiddetto Codice degli Appalti con cui si stabilisce che i soggetti gestori, che abbiano ricevuto l’affidamento “senza gara”, dovranno affidare una quota pari a l’80% dei propri contratti mediante procedura ad evidenza pubblica. Il rischio reale è che questo tipo di aziende, che gestiscono anche l’acqua, si trasformino in scatole vuote vanificando gli auspicabili processi di ripubblicizzazione, ledendo i diritti dei lavoratori e penalizzando le professionalità.
Non è possibile, in ultimo, tacere sul fatto che le argomentazioni riportate nella nota delle quattro federazioni sindacali coincidono con quelle utilizzate dai gestori e dalla loro associazione Utilitalia, dimostrando subalternità alle posizioni di quelli che una volta si usava definire “padroni”, assenza di approfondimento ed estrema superficialità nell’analisi della situazione reale.
Ciò ci preoccupa fortemente, perché da sempre siamo convinti di quanto sia indispensabile il ruolo delle organizzazioni dei lavoratori.
Inoltre, i dati sugli investimenti e sulle perdite delle reti rendono evidente quanto sia capziosa la nota e si allineano nel solco della strategia di falsificazione mediatica che è stata messa in campo dalle grandi società del settore e da alcune forze politiche.
I dati terroristici sull’avvio della gestione pubblica non hanno alcun fondamento, sono solo il frutto di un’elaborazione fantasiosa che tende a coprire gli enormi interessi di multinazionali e speculatori, mentre è chiaro che la gestione attraverso aziende speciali proposta nella legge aumenterebbe il carattere professionale ed efficiente della gestione del servizio, oltre ad avere il pregio della democraticità e della partecipazione dei cittadini.
Siamo consapevoli delle difficoltà che riserverà il percorso di approvazione della legge sull’acqua e a questo scopo intendiamo approfondire il confronto con quella amplia coalizione che ha condiviso la campagna referendaria tra cui le organizzazioni sindacali confederali, di categoria e di base. Su questa base è nostra intenzione chiedere di fissare un incontro a breve con la Segreteria Nazionale CGIL.
Roma, 7 Dicembre 2018.
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
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