Sulle “precisazioni” della Cgil e della Fiom di Modena.

Comunicato sulla vicenda che ha interessato il nostro compagno Paolo Brini.

Giorni fa la Procura di Modena ha inviato, a pioggia, avvisi di garanzia per l’occupazione nel dicembre scorso di un ex stabile della Curia abbandonato, l’ex Cinema Cavour. Paolo Brini, dirigente nazionale della Fiom e della Cgil modenese, è tra coloro che hanno ricevuto l’avviso. A lui e a tutti quelli coinvolti nell’ennesima rappresentazione del clima repressivo rinnoviamo la nostra solidarietà e vicinanza.

Un comunicato di Brini inviato alla stampa locale, oltre ad evidenziare la sua estraneità materiale all’occupazione dell’ex cinema, sottolineava correttamente come la repressione e l’intimidazione da parte dello stato borghese si ponga nei confronti di chiunque lotti. La Cgil e Fiom di Modena, che inizialmente avevano taciuto, a questo punto, hanno sentito il bisogno di prendere le distanze da Paolo.

Eppure nello stesso comunicato la maggioranza della Cgil e della Fiom ricordano che in fondo qualche problema c’è, visto che Questura e Prefettura non esitano a far manganellare movimenti di lotta operaia, vertenze sindacali e non, e sono accondiscendenti nei confronti dei movimenti neofascisti che peraltro impunemente attaccano anche sedi della nostra organizzazione in più territori, tra cui la stessa Modena.

Il bisogno di “precisare” ad un comunicato a firma di un suo dirigente, che tra l’altro è noto essere un esponente del Sindacato è un’altra Cosa – Opposizione Cgil e sostenitore del Documento Congressuale Cgil “RICONQUISTIAMO TUTTO!”, apparirebbe persino banale e infantile se non fosse un chiaro segnale politico. Il segnale che se sei un dirigente che fa riferimento o guarda al Pd ti è concesso tutto, se invece ne contrasti la linea politica, in questo caso di tipo securitario, parli rigorosamente a nome tuo (come se in questo caso ci fosse stato qualche dubbio!).

Del resto le politiche di Minniti non sono state altro che il manifesto della reazione che investe le condizioni di vita a tutti i livelli. Da un lato vediamo una crescente povertà e precarietà che colpisce disoccupati/e, precari/e, lavoratrici e lavoratori a tutti i livelli, dall’altro vediamo la repressione degli scioperi e delle lotte, le politiche contro i migranti, gli spazi chiusi e le ordinanze liberticide di Prefetture, Questure e Sindaci. La strada indicata da Salvini, del nuovo governo Lega M5S, ne è un ulteriore infame approfondimento reazionario e repressivo.

E’ inqualificabile l’attacco personale al nostro compagno che nel suo comunicato intendeva dire esattamente l’opposto di quanto scritto nella nota a firma della segreteria confederale di Modena e del segretario generale della Fiom dello stesso territorio. Costoro sanno bene che l’incarico e il ruolo di dirigente sindacale, che anche loro usano visto che si qualificano nella nota, indica proprio quella rappresentanza di lavoratrici e lavoratori, di operai e operaie che fanno riferimento alla nostra organizzazione, di “persone normali”, appunto, vittime troppo spesso della repressione quando lottano per difendere i propri diritti o per tutelarsi dai soprusi.

Anche questa volta il titolo de “Il Resto del Carlino”, seppur sia fedele alla sostanza del comunicato della maggioranza di Cgil e Fiom di Modena, non fa completamente giustizia. La Cgil e la Fiom di Modena, con questo comunicato, hanno sentito il bisogno di scaricare non solo Brini, ma chi lotta con strumenti non riconosciuti come legali, strumenti utilizzati storicamente anche dal movimento operaio e nelle migliori tradizioni del movimento sindacale.

Un’operazione, quella della maggioranza della Cgil e della Fiom di Modena, probabilmente decisa per rilanciare la richiesta alla Questura di maggior dialogo e di un incontro a cui non vi è stato riscontro dopo ormai 40 giorni, come lamentano nel comunicato.

E’ a quelle tradizioni di lotta, invece, a cui la Cgil dovrebbe guardare con interesse e attenzione per spezzare questo clima repressivo e securitario che opprime giovani e lavoratori che non si rassegnano.

Il sindacatoaltracosa-OpposizioneCGIL

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