Embraco. Dietro l’ira di Calenda, le responsabilità del Governo
Radio Onda d'Urto.org - 20 febbraio 2018 - intervista a Eliana Como
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LAVORO: PER LA EMBRACO UN CALENDA…ELETTORALE VOLA A BRUXELLES.
Lavoro. Dopo lo show elettorale del ministro Calenda che ha rifiutato ieri, lunedì 19 febbraio, l’incontro con Embraco (gruppo Whirlpool), a seguito del no dell’azienda alla proposta del governo di ritirare i 500 licenziamenti a Riva di Chieri (Torino) e passare alla cassa integrazione per avviare un possibile futuro processo di reindustrializzazione, oggi, martedì 20 febbraio, il ministro incontrerà a Bruxelles il commissario Ue alla Concorrenza, Vestager. La Embraco infatti vuole chiudere lo stabilimento di Riva di Chieri (Torino) per trasferire tutta la produzione in Slovacchia. Per questo in mattinata un lavoratore Embraco si è incatenato per protesta alla fabbrica, mentre i colleghi scioperano per 4 ore a turno.
Da qui la nuova tirata elettoralistica di Calenda, che a Bruxelles chiede “un fondo di reindustrializzazione che prevenga le delocalizzazioni e metta pacchetti che vadano oltre la normativa sugli aiuti di stato per chi vuole andare a produrre altrove in Europa in condizioni di vantaggio legate al diverso grado di sviluppo dei Paesi. La situazione sleale dell’Est è intollerabile. Se un lavoratore è pagato la metà di quello italiano, noi non possiamo competere ad armi pari visto che questi Stati hanno pari accesso al mercato europeo”.
Il problema, però, che Calenda (noto tagliatore di teste e alfiere italiano dell’ultraliberista Ttip) si guarda bene dal ricordare, è che il comportamento della multinazionale (gruppo Whirlopool) è consentito…dal Jobs Act e dalla precedente riforma Fornero sugli ammortizzatori sociali, cassa integrazione compresa.
Ne parliamo con Eliana Como, del comitato centrale Fiom e de Il sindacato è un’altra cosa, componente organizzata di opposizione interna alla Cgil.
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