Volantino. NO alla firma del ccnl della scuola
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Gli aumenti sono molto inferiori ai 300 euro persi dal 2009.
La legge 107 viene recepita e inserita nel ccnl coinvolgendo pure le RSU nell’assegnazione del bonus per merito.
Il 9 febbraio, dopo una trattativa di sole 18 ore in campagna elettorale, senza nessuna mobilitazione e coinvolgimento di lavoratrici e lavoratori, è stato siglata l’ipotesi di rinnovo del CCNL per il comparto istruzione e ricerca dalle categorie di CGIL-CISL-UIL.
GLI AUMENTI ECONOMICI
Dopo una perdita di oltre 300 euro dal 2009, gli aumenti strutturali sono solo 75 euro medi lordi (3,48%), cioè circa 45 euro netti, più una quota intorno ai 10 euro senza tredicesima né TFR. Si raggiunge per tutti l’aumento di almeno 80 euro lordi solo fino a dicembre 2018, prendendo i soldi ai lavoratori stessi: gli aumenti a regime sono dal 1 marzo 2018 (non da gennaio) e con i soldi risparmiati si portano gli aumenti di ATA e docenti con gli stipendi più bassi fino a 80-85€ lordi. Da gennaio 2019 però quest’ulteriore aumento sparisce e i loro stipendi quindi diminuiranno (in alcuni casi anche di 10/15€ netti al mese!). Per esempio docenti con meno di 9 anni di anzianità, passeranno da aumenti di 85€ lordi (50 netti) fino al 2018, a 66-70€ lordi (40 netti) nel 2019; gli ATA con 9 anni di anzianità da 80 euro lordi d’aumento (45 netti), a 52-57€ lordi (31-33 netti) nel 2019.
Non è vero che non si poteva fare di più: i DS avranno aumenti di 400 euro netti e le forze dell’ordine di circa 130 euro lordi medi; per non parlare dei miliardi di euro in finanziaria per le imprese, i bonus a scopo elettorale, le scuole private e la spesa militare.
IL BONUS PER “MERITO” INSERITO NEL CONTRATTO E IL RUOLO DELLE RSU
I sindacati firmatari dichiarano di aver smantellato la legge 107” nel punto cruciale dell’assegnazione del bonus per il merito.
Le cose, purtroppo, sono ben diverse, come si può leggere chiaramente nel contratto (articolo 39-bis): a regime al fondo per il bonus rimangono 160 milioni su 200 (l’80%) ed inoltre restano in vigore i commi della Legge 107 (citati esplicitamente) che prevedono che i criteri siano destinati a “valorizzare il merito” e siano stabiliti dal Comitato di Valutazione, mentre la sua assegnazione sarà fatta dal DS come adesso, in modo arbitrario e non trasparente. Le RSU sono rese corresponsabili dell’assegnazione del bonus per “merito”, ma in realtà possono solo definire con la contrattazione criteri generali (come gli importi massimi e minimi da assegnare): si inserisce quindi nel contratto la “meritocrazia”, limitando la libertà d’insegnamento, dividendo la categoria e confermando un grande potere al DS. Di fatto, così si archivia la battaglia contro il bonus della 107!
PARTE NORMATIVA
Oltre all’inserimento del bonus per “merito”, un altro aspetto critico del contratto è il peggioramento della mobilità del personale docente: se all’insegnante viene soddisfatta una richiesta di mobilità, dovrà restare per 3 anni nella scuola assegnata.
In conclusione si tratta di un contratto assolutamente inadeguato nella parte economica, che recepisce la legge 107 (col bonus per “merito”) e che non migliora la parte normativa.
Per questo chiediamo ai lavoratori della scuola di mobilitarsi per il NO e chiedere il ritiro della firma per l’avvio di una vera trattativa che porti al rinnovo di un contratto che ci faccia recuperare i soldi che abbiamo perso e che contrasti e non applichi la legge 107.
sindacatoaltracosa – opposizione CGIL in FLC
opposizionecgil.flc@gmail.com
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