Ccnl pubblici. Funzioni centrali: c’è davvero poco da festeggiare!

Nella notte tra il 22 e il 23 Dicembre è stata firmata, da Cgil Cisl Uil e qualche altro sindacato autonomo, la preintesa per il rinnovo del Ccnl del 2016/18 per i circa 250mila lavoratori dei Ministeri, degli enti pubblici non economici e delle agenzie fiscali. Un rinnovo importante non solo per i comparti interessanti ma anche perché fa da apripista al rinnovo dei Contratti Nazionali degli altri comparti pubblici (Sanità, Enti Locali, Scuola/Univesità/Ricerca), come tradizionalmente avviene.

Non è stata una sorpresa. In primo luogo perché i contorni erano già stati ben delineati dall’intesa del 30 Novembre dello scorso anno. Un’intesa che giudicammo negativa.

Avremo modo di approfondire nei prossimi giorni quando il testo circolerà. Tuttavia, così come abbiamo fatto il 21 Dicembre al Direttivo di FP CGIL, dove abbiamo espresso la nostra contrarietà al mandato che chiedeva la Segreteria Nazionale, pensiamo che non ci sia nulla da festeggiare. Gli aumenti contrattuali, dopo 8 anni, quasi 3000 giorni di blocco contrattuale, sono di 85 euro lordi medi  (85 a fine 2018 e cifre molto inferiori per il 2016 e 2017?) con punte più basse di 63 euro lordi per le qualifiche e gli stipendi inferiori. Altro che “ripristino della difesa del potere di acquisto delle retribuzioni” come dichiara, senza pudore, il segretario della Cisl Fp! Di potere di acquisto in questi anni i lavoratori pubblici ne hanno persi ben di più visto che i dati ufficiali, non i nostri, dicono che si sono persi circa 300 euro medi mensili. Nulla per il periodo di blocco precedente al 2016, ma questo era già noto.

Chi ha sottoscritto l’ipotesi di contratto evidenza il ripristino del ruolo della contrattazione decentrata. Francamente dopo che per anni il Sindacato e le Rsu non hanno più potuto contrattare nulla perché per legge tutto era bloccato, peggio della situazione attuale era impossibile andare. Ma è tutto da verificare il “superamento della Brunetta”. Se le fasce di premialità non si ripropongono nel Ccnl (fasce che a dire il vero non erano mai state applicate in nessun comparto), viene confermata la valutazione delle performances individuali. Ma siamo proprio convinti che sia un gran passo avanti passare da una legge che blocca la contrattazione ad un accordo che legittima la valutazione del lavoro dei singoli e ne lega parti del salario con la firma del Sindacato? Noi no.

Le prime informazioni che giungono su orario di lavoro e pause non sono particolarmente confortanti. Vedremo, inoltre, se è rimasto nel testo definitivo il capitolo che apre al Welfare Aziendale nella contrattazione decentrata anche nella pubblica amministrazione.

Ci sarà una consultazione dei lavoratori, immaginiamo che avverrà subito dopo la firma di tutti i Contratti Nazionali dei comparti pubblici. Chiediamo che la consultazione  avvenga con un vero referendum tra i lavoratori dopo assemblee nelle quali si illustri il contratto e si possa esprimere anche il parere di chi non condivide. I lavoratori non hanno avuto il diritto di esprimersi su una piattaforma, perché una piattaforma nemmeno c’era, si dia loro la possibilità di esprimersi almeno in piena libertà sull’esito.

Al già citato ultimo Direttivo Nazionale, il Segretario confederale Martini ha ironicamente risposto alle critiche del Sindacato è un’Altra Cosa, con un “per la perfezione ci penseremo al prossimo rinnovo contrattuale”. Noi pensiamo che il contratto perfetto non esiste, ma un contratto migliore di questo che si basasse su una mobilitazione dei lavoratori che in tutti questi anni non c’è mai stata sì, quello sì.

Il Sindacato è un’altra cosa – Opposizione Cgil

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