Almaviva. La Cgil accetti la sfida
Ci risiamo. Dopo gli accordi disastrosi imposti nelle altre sedi, («o firmi o ti licenzio»), Almaviva ripropone il ricatto nella sede di Milano. Un accordo firmato solo da Fistel-CISL e bocciato dalla maggioranza dei lavoratori.
E Almaviva per rappresaglia spedisce 65 colleghi da Milano in Calabria.
La falla che Almaviva intende creare nel sistema di diritti e salario dei lavoratori è sempre la stessa: il controllo a distanza, con corredo di peggioramenti di reddito, turnistica e flessibilità. Il controllo a distanza è lo strumento che, grazie all’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori, abbiamo sempre combattuto nei call center, perché finalizzato esclusivamente al salario individuale, alla competizione tra lavoratori per briciole di profitto aziendale, all’aumento della produttività a costo zero per l’azienda e a costo della salute per i lavoratori, ai licenziamenti di chi di volta in volta è il “peggiore”. Il mondo del lavoro che la banda di “imprenditori” di cui il boss di Almaviva fa parte è una realtà che i sindacati hanno compreso con ritardo, spesso non ascoltando gli allarmi e i racconti che lavoratori e delegati da tempo facevano. Ma adesso, a parte alcune eccezioni, i sindacati hanno capito.
E’ troppo tardi? Secondo Almaviva sì. E secondo Almaviva la colpa è dei sindacati «che hanno sottoscritto accordi ben peggiori con i concorrenti» e, tronfiamente, invita a discuterne pubblicamente pregustando chissà quali dissidi tra i lavoratori. Nel frattempo non sembra molto addolorata della situazione, anzi: a Napoli, per esempio, Almaviva assume per chiamate outbound solo con contratti a termine, sottopagati anche rispetto a un CCNL povero e bloccato da anni, rinnovandoli di mese in mese solo a chi raggiunge i target individuali di produttività.
Secondo noi no, non è troppo tardi per rispondere alla disgrazia rappresentata dai call center. Una disgrazia la cui responsabilità è soprattutto delle aziende: del gigante Almaviva, delle multinazionali delle telecomunicazioni, dei call center grandi e piccoli, a volte semi-legali e a volte coccolati da Stato o amministrazioni locali conniventi.
SLC-CGIL comunichi la disdetta degli accordi sul controllo a distanza che ha firmato in tutti i call center, a partire da Almaviva!
Si apra finalmente un tavolo nazionale sui call center, dove difendere i lavoratori dal controllo a distanza e riscrivere le regole anche alla luce dei ricatti e degli abusi di Almaviva. La nostra posizione sarà quella sancita dalla circolare 4/2017 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e dalla volontà dei lavoratori. Da questa battaglia passa la lotta contro il massimo ribasso, il dumping contrattuale, gli appalti selvaggi e le delocalizzazioni: per un nuovo CCNL a difesa del lavoro!
Il sindacato è un’altra cosa – Opposizione in CGIL – SLC
Per contatti in SLC-CGIL: opposizioneSLC@gmail.com
Rispondi