Referendum Lombardia-Veneto: #iostavoltaNONvoto

Volantino: Arlecchino e Pulcinella, servi dello stesso padrone!

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Il 22 ottobre Veneto e Lombardia sono chiamate a un referendum consultivo in favore di più autonomia, in particolare in materia fiscale e nella gestione delle risorse finanziarie. In altre regioni, come l’Emilia Romagna, si stanno elaborando proposte e percorsi che richiamano lo stesso processo di potenziamento federalista.

Questi referendum rilanciano la divisione sociale e territoriale del paese e sono un attacco esplicito all’idea solidaristica e universalistica del stato sociale, già duramente provato dalla crisi e dalle privatizzazioni. Se passasse l’idea che le regioni più ricche, popolose e industrializzate possono gestire autonomamente le loro risorse, non ci sarebbe affatto più giustizia sociale in quelle regioni, ma solo più disuguaglianza nel paese, in particolare nelle regioni meno industrializzate del sud.

Questi referendum sono l’espressione di una politica demagogica che, per distogliere l’attenzione dai problemi veri del paese (lavoro, salario, pensioni, diritti), strumentalizzando il disagio sociale di chi ha subito in questi anni gli effetti più duri della crisi e dei tagli ai servizi pubblici, soprattutto in ampi settori del lavoro dipendente, su cui sono più forti sia la pressione fiscale che le ricadute dell’austerità.

Questi referendum sono il frutto di una politica egoistica e reazionaria, quella di “padroni a casa nostra”. Una politica che contrasta esplicitamente con i diritti sociali universali e con gli interessi di tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici. Anche delle regioni che li propongono, perché rilancia e amplifica differenze e disuguaglianze sociali, senza mettere in discussione in nessun modo le cause della crisi, dell’austerità e dello sfruttamento.

Questi referendum sono una truffa, oltre che un enorme spreco di risorse! Oltre 50 milioni di euro sperperati per una operazione demagogica e plebiscitaria.

Per questo, molti di noi, cittadine e cittadini di quelle regioni, il 22 ottobre NON andremo a votare, rifiutandoci di legittimare una operazione che crea maggiore egoismo e frammentazione sociale e che niente c’entra con lo spirito universalistico e solidaristico del movimento dei lavoratori.

sindacatoaltracosa – opposizionecgil

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