Pensioni: tra gli ultimi in Europa. Sciopero generale subito!

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Il Governo prepara un’altra Legge di Stabilità, con regali per i padroni e sacrifici per lavoratori e lavoratrici. Da un lato, nuovi sgravi per le imprese che assumono i giovani. Dall’altro, un ulteriore aumento dell’età pensionabile, con l’adeguamento automatico stabilito dalla “Fornero” nel 2012.

I dettagli li conosceremo solo a fine anno. Solo allora saranno approvate le decontribuzioni sui nuovi assunti. Probabilmente per qualche anno sarà pagato dallo Stato qualche punto percentuale dei contributi previdenziali versati dalle imprese. Forse questa decontribuzione durerà per sempre o forse chissà, dopo qualche tempo, qualche punto dei contributi evaporerà nel nulla (tagliando i salari globali di tutti).

Solo allora saranno definitivi i dati Istat sulla aspettativa di vita. Se non verrà bloccato lo scatto, l’età pensionabile arriverà nel 2018 a 66 anni e 7 mesi per tutti, uomini e donne e poi potrebbe aumentare ancora nel 2019 di altri 4 mesi. Le pensioni di vecchiaia dei dipendenti potrebbero raggiungere i 66 anni e 11 mesi, o addirittura i 67 anni. Quelle di anzianità, nel 2019, arriverebbero a 43 anni e 2 mesi (dagli attuali 42 e 10). Stesso scatto, ma 1 anno in meno, per le lavoratrici. Neanche l’ergastolo dura tanto!

E’ ingiusto! L’età pensionabile in Italia è tra le più alte d’Europa: siamo secondi soltanto alla Grecia. E’ fuori discussione un’ulteriore inasprimento, né ora né mai. La legge Fornero deve esser fermata: bisogna abbassare l’età pensionabile! Non bastano i soliti palliativi per i lavori usuranti o meccanismi ulteriormente discriminanti per le donne. Tanto meno si può proporre prestiti alle banche (come l’APE) o peggio ancora le nuove agevolazioni promesse per le pensioni integrative.

L’incentivo più efficace per aumentare il lavoro, soprattutto dei giovani, non è far risparmiare le imprese tagliando i contributi, ma mandare finalmente in pensione chi è tanti anni lavora! Dobbiamo ridistribuire il lavoro, per abbattere la disoccupazione e migliorare la qualità della vita di chi lavora.

I soldi per salvare le banche li hanno trovati. Per fare altri sgravi alle imprese, li troveranno. Trovino quelli per lavoratori e lavoratrici! Senza tagliare i diritti di chi sta andando in pensione, mettendo artificialmente in contrapposizione giovani contro anziani.

Certo, questo non lo faranno da soli! Solo una grande mobilitazione può porsi questo obiettivo. Tanto più dopo le minacce sul diritto di sciopero e nel pieno della vertenza contrattuale dei settori pubblici (con tanto di Legge Madia, Buona Scuola e salari fermi da oltre 8 anni). La Cgil non resti immobile! Non basta dire che non si è d’accordo. Bisogna mobilitare il paese, costruire le condizioni per lo sciopero generale. Siamo già in ritardo! Non possiamo aspettare che la Legge di Stabilità sia approvata e l’età pensionabile ancora aumentata.

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