Alla festa della FIOM, i padroni proprio NO!
sindacato è un'altra cosa - Opposizione CGIL - metalmeccanic@
Domenica 18 giugno, alla festa nazionale della FIOM si terrà un dibattito sui due livelli della contrattazione. Oltre a una segretaria nazionale della FIOM e alla segretaria della CGIL di Firenze, parteciperanno il direttore di Federmeccanica, il presidente di Confindustria Firenze e – per non farci mancare niente – anche quello di Confapi.
Una scelta davvero sbagliata quella di invitare i rappresentanti dei padroni alla festa nazionale della FIOM!
Persino la Repubblica ha commentato qualche giorno fa il trio metal, chiosando ironicamente la scelta dei tre segretari generali di FIM FIOM e UILM di partecipare il 23 giugno all’assemblea di Federmeccanica nella quale verrà eletto il nuovo presidente.
Ora persino la festa! Davvero, è proprio una scelta sbagliata. Non perché non si riconosca l‘interlocutore. Anzi, è proprio perché conosciamo e riconosciamo talmente bene Federmeccanica che mai l’avremmo invitata alla nostra festa. Federmeccanica rappresenta i padroni, noi i lavoratori e le lavoratrici. Federmeccanica difende il capitale, noi il lavoro.
Ha senso incontrarsi al tavolo di trattativa, certo, lo facciamo quotidianamente. Uno di fronte all’altro, però, non uno accanto all’altro. Perché i punti di vista sono opposti, radicalmente opposti, avversari. E i padroni non perdono occasione per ricordarcelo. Soprattutto in questi giorni, visto che Augustin Breda, delegato della Electrolux e storico dirigente della nostra organizzazione è stato appena licenziato. E visto che Sasha Colautti, fino a un paio di settimane fa segretario generale della FIOM di Trieste, nel momento in cui decide di rientrare in fabbrica alla Wartsila si sente rispondere che sarà trasferito a Taranto.
Per non parlare del contratto nazionale, dove Federmeccanica ha stravinto. Abbiamo il contratto, certo, ma i lavoratori hanno 1.70 euro di aumento!
Non era davvero il caso di invitare i padroni alla nostra festa. E bene farebbe la FIOM, anche per le vicende dei nostri compagni licenziati e discriminati, a ritirare in tempo l’invito.
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