Biblioteca nazionale di Roma. La lotta degli scontrinisti

di Vilma Gidaro Rsu ICCU Istituto Centrale per il Catologo Unico

Un breve resoconto sui volontari a scontrino in Biblioteca Nazionale Centrale di Roma in mobilitazione.
I volontari “Avaca”, sono un gruppo di 22 lavoratrici e lavoratori dai 25 ai 50 anni, che lavorano in Biblioteca Nazionale Centrale, ce ne sono anche in altre strutture del MiBACT, da alcuni anni. Per alcuni di questi “ragazzi/e” il lavoro in biblioteca dura da molto tempo (circa 14 anni) e le forme di lavoro precedenti a quella di “volontario” sono state quelle di addetti/e alle cooperative di servizi, attivate per particolari lavorazioni come la movimentazione e la distribuzione.
Successivamente, anche per la diminuita capacità di spesa della Biblioteca Nazionale Centrale e di altri Istituti dei beni culturali, l’unica forma di lavoro precario che è stata di fatto offerta a questi “Precari” è stata quella del lavoro volontario, che oltre ad essere penalizzante e irrisoria sul piano economico, li misconosce anche sul piano lavorativo. Non è riconosciuto loro, ovviamente, alcun diritto ed essi devono, per avere un salario irrisorio di € 400 euro, dimostrare di averlo già speso in consumazioni o altre spese necessarie per recarsi al lavoro, lavorando per circa 20 ore settimanali.
Sono inquadrati nell’Associazione AVACA (di cui risulta responsabile un rappresentante nazionale FLP), alla quale hanno dovuto iscriversi e pagare 25€ l’anno e l’Amministrazione non ha con loro alcun rapporto, corrispondendo, invece, direttamente al responsabile dell’Associazione il corrispettivo per le ore mensilmente lavorate. Il pagamento mensile delle prestazioni dei ragazzi/e avviene in questo modo: i ragazzi/e raccolgono tanti scontrini di spesa effettuata, per raggiungere la somma del nostro salario, ed ovviamente in questa impresa sono non di rado aiutati, da familiari e dallo stesso personale della biblioteca. Questi scontrini sono consegnati mensilmente al responsabile dell’Associazione, Gaetano Rastelli, sindacalista FLP e impiegato MiBACT che li “rimborsa”.
In altre parole, in questa società di lavoratori e lavoratrici sempre più precari, questi ragazzi/e hanno l’insolito compito e scandaloso privilegio di dimostrare, prima di prendere il salario, di averlo già speso!
Se è già inammissibile per quel “volontariato” coinvolto eccezionalmente per singoli eventi, è assolutamente scandaloso che nello stato lo si permetta per il lavoro ordinario, perché è quello che effettivamente questi ragazzi/e svolgono da molti anni, in sostituzione di personale di ruolo, che diminuisce sempre più per i pensionamenti, con un’età media che supera ormai i 56 anni. Molti di questi ragazzi/e hanno sperato e sperano ancora che il loro lavoro possa essere riconosciuto, magari come titolo in futuri concorsi.
La situazione generale, però, da molti anni è ferma, tanto che lo stesso organico della Biblioteca è praticamente dimezzato (dalle 394 unità alle circa 200 unità attuali. La situazione di questi ragazzi/e non è, peraltro, unica. Una miriade di Istituti dei beni culturali a Roma si avvale ormai di lavoro volontario e/o di altre forme di lavoro precario, tanto che l’Associazione Bianchi Bandinelli ha due anni fa promosso online un censimento per un’auto – denuncia collettiva. Su questi punti e sull’occupazione, il nostro Ministero non dà speranze e francamente non ne sta dando.
Ha ridimensionato per decreto l’organico carente del Ministero decidendo che l’organico si decretasse non a seconda del fabbisogno ma fotografando la situazione esistente. Ha annunciato un concorso per il 2016 per 500 tecnici (laureati) da assumere in tutta Italia ma questa misura non risolverà le forti carenze negli organici di archeologi, architetti, storici dell’arte, bibliotecari, archivisti, etc. Per i custodi e i lavoratori di seconda area Il Ministero non ha previsto alcuna assunzione e sembra appoggiarsi, invece, sul lavoro precario e sull’apporto dei ragazzi del Servizio Civile (altra forma di sfruttamento legalizzato anche ora che non è più sostitutivo del servizio militare). Da quindici anni al MiBACT manca una politica degli organici, con assunzioni ormai non più differibili abbiamo un’età media di 55 anni e quasi dappertutto non c’è più il personale tecnico-scientifico.
La situazione esplosa alle cronache in questi giorni è stata denunciata anche all’ultimo congresso FP CGIL Roma EVA dalla delegata aderente a “Il sindacato è un’altra cosa opposizione CGIL”, ed è, comunque, conosciuta delle strutture CGIL del MiBACT. Siamo state/i più volte intervistati/e e molte volte abbiamo scritto anche noi agli organi di stampa, ma da qualche mese alcune delle scontriniste dell’AVACA hanno deciso di esporsi direttamente e sono uscite allo scoperto rilasciando interviste prima a Radio Articolo1 (la radio della CGIL) http://www.rassegna.it/articoli/pagati-scontrini-400-euro , poi in altre come “Nemo, nessuno escluso” http://www.raiplay.it/video/2017/03/federica-Rocchi-ho-deciso-di-quotmetterci-la-facciaquote7666113-5403-44f9-b281-95747bf5feb8.html Quindi la Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali emana una prima circolare la n. 7 del 20 aprile che chiede ai suoi istituti di “individuare  la controparte mediante procedura di gara – prevedere la rotazione semestrale dei volontari associati – applicare modalità organizzative atte a scongiurare qualsivoglia pretesa di riconoscimento di rapporto di lavoro subordinato” … così la direzione della BNCR produce  immediatamente il bando per attivare dal 30 giugno 2017 un’altra convenzione  che possa sostituire/rinnovare quella in scadenza con AVACA. Allora la CGIL della BNC Roma indice una assemblea invitando le lavoratrici, i lavoratori e tutte le OO.SS. a partecipare e anche gli altri istituti che insistono nella stessa sede, ICCU – ICAR – Biblioteca Medica Statale e uno dei servizi della DGBIC che è dislocato nella sede della Biblioteca; finalmente in assemblea si chiarisce che è una battaglia che ci deve vedere tutte e tutti a fianco del personale a scontrino che sta perdendo il “lavoro”con una mobilitazione che li porti a una vertenza legale e una presa di posizione politica e sociale contro questa ennesima, aberrante forma di precariato.
Le interviste continuano fino alla trasmissione “Le parole della settimana” di Gramellini http://www.raiplay.it/video/2017/05/Le-parole-della-settimana-c56cf425-b11e-46d1-af0c-6840a2fec162.html in prima serata che scatena una serie di provvedimenti da parte del MiBACT e della Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali che blocca tutte le convenzioni in essere con AVACA pervenuta agli istituti intorno alle ore 18 del lunedì, quindi alle ore 22 di lunedì gli e le scontriniste/i si sono viste pervenire un SMS che dice loro che il giorno dopo non si sarebbero dovute presentare in Biblioteca.
Ieri l’articolo de Il Manifesto https://ilmanifesto.it/biblioteca-nazionale-di-roma-gli-scontrinisti-cacciati-dopo-la-protesta/ e si continuerà a cercare casse di risonanza.
Oggi ci siamo ritrovate e ritrovati in assemblea, di nuovo, ma dopo i primi interventi abbiamo saputo che il dirigente della Biblioteca aveva richiamato le due persone che erano all’ingresso di viale Castro Pretorio – anche questo  personale non in organico, ma pagato dal CRAL che lavora per il parcheggio e non per la Biblioteca- perché aveva fatto passare il personale AVACA mentre c’era l’assemblea che avevamo già indetto prima del licenziamento proprio per parlare di loro, una assemblea che chiaramente doveva vederle/i protagoniste/i . Essendo “estranee/i” ora, il dirigente Andrea De Pasquale aveva chiamato la polizia, a questo punto per garantire la prosecuzione dell’assemblea siamo andate/i all’esterno nella cavea e abbiamo continuato l’assemblea con la polizia che “sorvegliava”.
Poi quasi tutto il personale in organico presente ha preso un permesso personale e ha proseguito il presidio e le interviste.

Vilma Gidaro Rsu ICCU Istituto Centrale per il Catologo Unico

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