La sentenza sulla strage ferroviaria di Viareggio

Comunicato sindacato è un’altra cosa-Opposizione CGIL

Il 31 gennaio 2017, a Lucca, si è concluso il processo di 1° grado sull’immane tragedia del 29 giugno 2009. 7 anni e 7 mesi per la sentenza. A Viareggio c’è stato un incidente sul lavoro trasformatosi nel disastro ferroviario che ha provocato una strage: 32 Vittime e feriti gravissimi.

Una strage annunciata ma non evitabile. Annunciata perché (pre)vista e prevedibile, ma oggi non evitabile perché per impedirla necessitano forti mobilitazioni nei luoghi di lavoro e rapporti di forza che impongano norme, misure e dispositivi di prevenzione e protezione che, se adottate, avrebbero evitato la strage.

Un anno prima, nel 2008, una vertenza sindacale impedì che la stazione di Viareggio fosse disabilitata nelle ore notturne come è avvenuto in tante altre stazioni. La notte del 29 giugno 2009, la presenza del capostazione ha bloccato al segnale due treni passeggeri provenienti da Pisa e da Lucca che stavano entrando in stazione, proprio nei minuti delle esplosioni e delle fiamme. Senza il personale, il numero delle vittime sarebbe stato enormemente superiore. Questo, per evidenziare e sottolineare che la vertenza sindacale, in termini di vite umane, ha “contenuto” questa immane tragedia.

Avere prodotto, in questi anni, da parte del gruppo dirigente Fs, una politica di abbandono sulla sicurezza (verità confermata anche dalla sentenza), ha provocato incidenti gravissimi come Viareggio e per ultimo, il 12 luglio scorso, in Puglia (23 Vittime e 50 feriti). Questa scellerata politica ha causato anche altre vittime: nella gestione Moretti come Ad delle Fs (2006-2014), sui binari hanno perso la vita 56 lavoratori.

Subordinare salute e sicurezza al profitto, a logiche di mercato, di competitività, di produttività, attraverso liberalizzazioni e privatizzazioni, la devastante conseguenza è stata “Viareggio”. La vita è un diritto inviolabile e irrinunciabile da porre al primo posto su qualsiasi norma, contratto, legge o, addirittura, codici “etici” aziendali.

7 anni e 7 mesi di permanente mobilitazione da parte di familiari dell’Associazione “Il Mondo che vorrei” e dell’Assemblea 29 giugno (costituita da ferrovieri, lavoratori e cittadini), che hanno sostenuto, con la solidarietà, l’unità, le iniziative e la lotta: “Sicurezza, Verità, Giustizia”. La sentenza del 31 gennaio condanna i responsabili delle società coinvolte (da quelle estere a Rfi e Trenitalia) da 5 fino a 9 anni e mezzo. Gli Ad delle ferrovie di allora, da Moretti a Elia, da Soprano … fino a Margarita, oggi a dirigere l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (sic!).

Quelle del 31 gennaio sono condanne importanti perché Moretti&company rappresentano i vertici di aziende di Stato, le figure apicali delle Fs; ma sono anche condanne miti o, addirittura, inconsistenti rispetto alla gravità di quanto accaduto il 29 giugno 2009. Si tratta di una sentenza che sancisce e conferma la drammatica realtà: se i vertici di queste società e aziende avessero adottato norme, misure e dispositivi per la sicurezza, la strage ferroviaria di Viareggio non sarebbe mai avvenuta.

Il processo, le carte ed il dibattimento, hanno scritto nero su bianco una pagina vissuta in questi anni da grandi mobilitazioni dei familiari, di ferrovieri, lavoratori, cittadini e cittadine.

– La politica di abbandono sulla sicurezza è il vero errore disumano!

– Non ribellarsi a questo stato di cose è l’unico errore umano!

04 febbraio 2017                        Il Sindacato è un’altra cosa – Opposizione Cgil

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