Modena. Una riflessione sul voto del ccnl da un territorio
comunicato sindacatoaltracosa Modena
CONTRATTO NAZIONALE METALMECCANICI: QUANDO IL VOTO NON “CHIUDE” UN BEL NIENTE
E alla fine, sull’ipotesi di accordo relativa al ccnl dei meccanici, si è consumato anche il rito della consultazione, a Modena come nel resto d’Italia.
“La parola ai lavoratori” – nel drammatico rovesciamento di senso tipico di quest’epoca – è diventata una specie di minacciosa ingiunzione a cessare il dibattito: ma in questo caso non sarà così, perchè tutti i nodi sono squadernati davanti a noi e nessun richiamo alla disciplina può cambiare la dura realtà dei fatti. Così come nessun voto può trasformare un’obrobrio in un buon contratto.
Fim e Uilm ci hanno gentilmente concesso di votare solo perchè UNICA e UNITARIA era la proposta sul tappeto – altrimenti altro che inni alla democrazia, col cavolo che si votava, perchè loro hanno un certo rispetto della propria storia di sindacati gialli e ci tengono a difenderla.
Quanto agli esiti del voto, non c’è molto da dire che non si sia già visto o che non fosse largamente prevedibile. Paragonare il risultato della consultazione con quelli relativi all’ultimo congresso della CGIL è una cosa politicamente strampalata: nel congresso si è votato su due documenti con pari agibilità e dignità; nella consultazione sul contratto la stragrande maggioranza dei lavoratori si è trovato davanti una sola posizione, definita come priva di alternative e sostenuta da un benemerito “Fronte Unico” composto da Fim-Fiom-Uilm-Ugl-Federmeccanica – e spesso datori di lavoro nelle singole aziende. E’ un miracolo che il 20% di lavoratrici e lavoratori si sia sottratto alla retorica del “minestra o finestra”: anzi, più che un miracolo è la conferma che laddove, soprattutto nelle grandi aziende, a Sud come a Nord, è rimasta in piedi nonostante tutto un po’ di vita sindacale, le assemblee sono plurali, la discussione è sempre aperta ed equilibrata e così anche i risultati finali (a Modena vedi la Rossi, Motovario, Annovi o la Wam).
Del resto se il “fronte del si” è assai variegato (e comprende una stragrande maggioranza di rassegnati che ormai subiscono tutto per stanchezza), la gente del NO è più facilmente identificabile: sono “i nostri”, è il popolo della Fiom, sono i delegati che per quindici anni hanno tirato le lotte, quelli che ci hanno creduto, che hanno riempito le piazze, i treni, i pullman. E hanno votato contro la “loro” Fiom per dare un segnale inequivocabile: fermatevi adesso, prima di buttare via tutto quello che è stato detto e fatto in questi anni, prima di bruciare gli ultimi scampoli di credibilità.
In conclusione, sarà il clima natalizio un po’ mesto, sarà l’inverno che avanza, ma in Fiom si respira un’aria malinconica di saldi di fine stagione: un segretario generale in libera uscita che non vede l’ora di andare via, i territori perplessi, i dirigenti un po’ isterici, i funzionari più allineati del solito. Forse qualcuno comincia sentire gli scricchiolii.
Ragazzi, sveglia. Abbiamo appena rottamato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro: prima o dopo i lavoratori presenteranno il conto, in un modo o nell’altro.
IL SINDACATO E’ UN’ALTRA COSA – OPPOSIZIONE CGIL Modena
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