Almaviva, un accordo che garantisce i profitti e divide i lavoratori
Il Sindacato è un'Altra Cosa – Opposizione Cgil Napoli
Nella notte tra il 21 e il 22 dicembre è stato siglato l’accordo tra governo, azienda e sindacati sulla vertenza Almaviva. Al centro della discussione vi era la chiusura delle sedi di Roma e Napoli, per un totale di 2511 licenziamenti. Dopo una trattativa estenuante durata tre giorni si è arrivati ad un accordo per il solo sito di Napoli, mentre la delegazione di Roma ha rifiutato di sottoscrivere l’intesa, ad ora quindi il sito è destinato a chiudere e i 1166 lavoratori licenziati.
L’accordo ponte, le cui premesse sono vaghe e sommarie oltre che arroganti e approssimative, prevede per i lavoratori del sito coinvolto un periodo di tre mesi di cassa integrazione: a zero ore per il mese di gennaio, al 70% per il mese di febbraio e al 50% per marzo.
In questo lasso di tempo di proroga della procedura di licenziamento il sindacato si rende disponibile a discutere di una temporanea diminuzione del costo del lavoro e dell’utilizzo del controllo individuale nell’ottica di aumentare la produttività in linea con gli altri siti. L’azienda da tempo utilizza l’arma della bassa produttività con lo scopo di garantirsi gli stessi profitti in tutte le sedi operative.
L’accordo del 22 dicembre quindi non scongiura i licenziamenti nemmeno per il sito napoletano, ma li vincola ad ulteriori sacrifici per i lavoratori. Rispetto all’accordo del 31 maggio subentra una nuova richiesta aziendale, prima non presente, ovvero quella del contenimento dei salari, insomma dobbiamo lavorare di più e percepire paghe più basse, per di più soltanto nei siti colpiti dalla procedura di licenziamento: una logica apertamente discriminatoria!
Di fronte a questo ricatto i rappresentanti sindacali di Napoli e Roma hanno reagito in modo diverso. La maggioranza dei rappresentanti di Napoli (con la sola eccezione di un delegato SLC-CGIL, del Sindacato è un’Altra Cosa) ha sottoscritto l’intesa, quelli di Roma invece hanno giustamente dato seguito alle indicazioni espresse dai lavoratori nelle assemblee tenutesi nelle settimane precedenti all’incontro, rigettando l’impostazione dell’accordo proposto.
Ci sarebbe molto da dire su come sin dall’inizio questa vertenza è stata gestita dai sindacati, lasciando all’azienda la possibilità di poter dividere i lavoratori dei diversi siti interessati. Era invece necessario mobilitare l’insieme del gruppo per difendere diritti, salari e occupazione.
La vicenda Almaviva ha una rilevanza per l’intero settore, anche perché siamo alla viglia del rinnovo contrattuale, dove il ricatto occupazionale potrà essere utilizzato dalle aziende per schiacciare le organizzazioni sindacali su posizioni confindustriali.
Proprio per questo era necessario allargare la mobilitazione attraverso lo sciopero dell’intero settore, che ormai è improcrastinabile.
Nei prossimi tre mesi sarà compito dei lavoratori mettere in campo iniziative per rinsaldare l’intero gruppo e opporsi al ricatto di Tripi e garantire una prospettiva a tutte le sedi. Non possiamo certo permettere che condizioni salariali e diritti continuino a seguire ulteriori peggioramenti.
Per quanto ci riguarda saremo sempre affianco dei lavoratori in questa vertenza. Ai delegati Rsu della sede di Roma va la nostra più convinta solidarietà per aver deciso con coraggio di rappresentare il volere, altrettanto coraggioso, delle lavoratrici e dei lavoratori.
Il Sindacato è un’Altra Cosa – Opposizione Cgil Napoli
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