Solidarietà agli operai della Iscot e sostegno alla Cassa di resistenza
comunicato coordinamento provinciale lavoratori lavoratrici - Pisa (già Comitato per la reintegrazione di Sandro Giacomelli)
12 giorni di lotta serrata e determinata, blocco dei mezzi in entrata e in uscita da “Sole” per avere un riconoscimento, per trasformare la precarietà in un contratto dignitoso e per tornare a lavorare in ISCOT a testa alta e con il sorriso sulle labbra. I sei lavoratori, coraggiosi e responsabili, ce l’hanno fatta; ISCOT ha ceduto e i contratti individuali sono stati conquistati.
Purtroppo, questo non è un racconto a lieto fine come invece speravamo; “Sole” non ha consentito l’accesso a due dei 6 operai regolarmente assunti e che avrebbero dovuto svolgere il servizio proprio nella fabbrica, dentro “Sole”.
Un responsabile dell’Azienda, verbalmente, ha comunicato ai due operai che non potevano entrare. Per quale ragione? C’è chi sostiene che non sarebbe stata accettabile l’entrata dei sei, a testa alta e con il sorriso, avrebbero potuto influenzare gli interinali “Sole”, organizzando iniziative e lotte sindacali contro il precariato.
Il padrone ci vuole servi e a testa bassa, perché così garantisce meglio i propri interessi.
Quando questi “interessi” sono retti da una organizzazione del lavoro che ha del paradossale, è bene capire come stanno le cose. Fino a settembre il 40% del personale “Sole” era composto da lavoratori e lavoratrici interinali.
Dopo questa mobilitazione, questa azienda si deve preoccupare non per i due lavoratori ISCOT ai quali è stato impedito di lavorare, ma di un territorio che – grazie alla solidarietà attiva di lavoratori Piaggio, New Job, Ceva e Sole, presenti sistematicamente al presidio, in particolare quando esso è stato oggetto delle “attenzioni” di un manipolo della Celere – ha sostenuto i sei operai e li sta tuttora sostenendo.
Buona e consistente è stata la partecipazione degli operai e delle operaie presenti all’assemblea davanti ai cancelli della “Sole” mercoledì 12 ottobre, per respingere la “ragione” cieca del padrone che ha disatteso l’accordo per la paura che i sei entrassero in fabbrica a testa alta.
Ora, di nuovo sono ai cancelli in presidio permanente, tutti insieme in sciopero a oltranza.
I padroni, dopo lo “zuccherino” del contratto, hanno inteso umiliare e ferire a fondo la dignità di questi operai in lotta e loro si sono ribellati.
Adesso, dovranno essere proprio tutti i lavoratori “Sole” a far sì che le responsabilità non ricadano sugli operai ISCOT. Loro hanno rivendicato i propri diritti, chi individua un colpevole anziché trovare una soluzione non fa un buon servizio.
I lavoratori e le lavoratrici della “Sole”, oggi hanno la possibilità di esprimersi e dire No al gioco truffaldino dei precari. Garantendo i precari della “Sole” e i lavoratori ISCOT, garantirebbero anche sé stessi.
Schiavi sì, servi mai! Con la lotta e l’organizzazione lo schiavo può liberarsi; il servo mai lo sarà
L’unica lotta persa è quella che si abbandona!
Pisa, 17 ottobre 2016
Coordinamento provinciale lavoratori lavoratrici – Pisa
[già Comitato per la reintegrazione di Sandro Giacomelli]
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